STORIE VERE , “Stelle bruciate”

stelle hotel

5 Novembre 2007. In una tiepida mattina autunnale vengono arrestati gli imprendibili boss di Carini Lo Piccolo, padre e figlio, in un blitz che, insieme ai loro fedelissimi, assicura alle telecamere della scientifica, e ai fascicoli della giustizia, il borsone di pelle firmata contenente i pizzini del comando, insieme al libro mastro dei pagamenti estorti a centinaia di esercizi commerciali e ad altrettanti imprenditori di mezza Sicilia.

Nottetempo a Ustica bruciano documenti e cartografie dell’ufficio tecnico comunale poco distante dal centro del paese.

Quarta puntata

Tre giorni prima un maresciallo della finanza notifica a casa di Bonvento un invito a presentarsi in Procura come persona informata sui fatti in seguito alle denunce sporte, e, senza troppi convenevoli, il sottoufficiale lo esorta a “stare tranquillo in merito a quanto denunciato perché sembra che tutto sia a posto”, mostrando così di sapere molto di più della stringata comunicazione prestampata sul foglio giudiziario di invito. Bonvento replica seccamente di avere aspettato per anni quella convocazione, e che nel tempo intercorso tra le denunce e l’invito ha subito gravi intimidazioni, perciò suona veramente in modo anomalo sentirsi dire che tutto “sia a posto, e di poter stare tranquillo”; quel consiglio sembra dunque un’avvertenza a rinunciare a proseguire per le vie giudiziarie. Difatti nulla di nuovo avrebbe riservato a Bonvento l’incontro con il nuovo procuratore aggiunto, che, recentemente, aveva richiamato a sé tutti i fascicoli e gli incartamenti che da quattro anni giacevano tra la segreteria della Procura e l’ufficio di un altro procuratore anziano denunciato dal Bonvento per inerzia e denegata giustizia.

Il nuovo procuratore si mostra a fasi alterne disponibile a ricevere gli originali e  le copie dei documenti via, via depositati dal Bonvento, ma anche le sue indagini si prolungano per tre anni, e nel frattempo su un sito Internet di uno studio legale romano viene pubblicata la sentenza della Cassazione che assegna l’albergo **** al Comune di Ustica chiudendo il lungo e altalenante contenzioso aperto tra amministrazione di Ustica, curatela fallimentare e società aggiudicataria.

Adesso le parole sibilline, dette informalmente al Bonvento da quel procuratore anziano, “posso intervenire di qua e di la, meglio accontentarsi di pochi maledetti e subito”, per chiudere alla spiccia denunce e fascicoli, diventano spudoratamente comprensibili. E’ ormai chiaro il gioco tra le parti interessate all’albergo, che, sottratto a Bonvento venticinque anni prima con la sentenza di fallimento, passa prima alle mani della società aggiudicataria, contigua a imprenditori indagati per riciclaggio, e denunciata da Bonvento per gravi irregolarità dei libri soci e contabili, e poi, attraverso la Cassazione, a quelle del Comune dell’isola e del suo sindaco che, ormai, si regge a malapena sui voti degli affini all’ex sindaco-albergatore eterno concorrente del Bonvento e del suo albergo****.

I giochi sono fatti, Bonvento è condannato allo status di fallito a vita, la potente famiglia usticese dispone dell’ex albergo**** col beneplacito del sindaco al riparo delle indagini di Gip e giudici delle Procure siciliane.

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Il gioco dell’Oca Fonte immagine www.antiquari.it/

Come il gioco dell’oca Bonvento si ritrovava al “Via”. Dopo un quarto di secolo ancora una volta sindaci, tecnici comunali, avvocati collusi, coperture politiche e amicizie giuste negli uffici giudiziari, assicurano quel che rimane dell’ex albergo **** alle mani dei soliti potenti isolani, mettendo, nel contempo, la sezione fallimentare al sicuro dalle gravissime irregolarità di una disastrosa gestione di un fallimento i cui registri per Bonvento sono inaccessibili, visto il reiterato diniego a rilasciarne copia firmato dall’avvocato della curatela, mai rimosso dal tribunale nonostante sia stato denunciato e indagato.

A Bonvento non rimane che rivolgersi ad un legale al di fuori degli albi professionali siciliani, per evitare che ancora una volta cause e dibattimenti vengano trattate negli studi degli avvocati di parte e controparte a scapito dei diritti civili e personali di chi chiede che la giustizia sia fatta nelle opportune sedi istituzionali.

L’avvocato di Bonvento rinviene un documento attestante la inequivocabile falsità di delibere e verbali dei registri comunali, con i quali il primo cittadino-albergatore, in modo del tutto strumentale, più di vent’anni prima, aveva negato il rilascio del certificato di abitabilità all’albergo ****. La decadenza della licenza edilizia era stata dichiarata in virtù di un’attestazione del tutto virtuale firmata dal tecnico comunale, visto che in realtà la stessa fu redatta solo in data successiva, addirittura un anno dopo rispetto al provvedimento che dispose il fermo dei lavori e quindi dei finanziamenti regionali erogati dalle banche. Villici si curò personalmente di comunicare agli istituti di credito il mancato rilascio dell’abitabilità, che costituiva, infatti, uno dei motivi di sospensione dell’erogazione  del mutuo regionale firmato da Bonvento.

Scatta così la denuncia di uso sciente di falsa documentazione contro l’allora tecnico comunale Fedele, e contro lo storico sindaco-albergatore Villici, il nipote Crespi anch’egli ex sindaco diessino, e il neo sindaco Di Trapani, che nel frattempo continuano a scambiarsi reciproci favori e incarichi, affinché sull’isola regni l’assoluta anarchia sventagliando la bandiera ambientalista che copre l’abusivismo di ex sindaci e pubblici amministratori, col silenzioso assenso delle coperture politiche e giudiziarie.

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STORIE VERE , “Stelle bruciate”ultima modifica: 2009-06-27T16:59:00+02:00da aldo251246
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