Omicidio D’Angelo, 10 anni a Pulizzi e Briguglio

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Ucciso per errore, condannati i killer di Giuseppe D’Angelo

di Aaron Pettinari

9 marzo 2010

Palermo. Giuseppe D’Angelo venne ucciso ad agosto del 2006, colpito da una pioggia di proiettili nella piazza della borgata marinara di Sferracavallo, scambiandolo per il boss Lino Spatola.

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9 marzo 2010

A raccontare la verità sull’omicidio erano stati i collaboratori di giustizia Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio, che facevano parte del commando di killer, i quali hanno ricostruito movente e dinamica del delitto. Ieri il gup Giangaspare Camerini ha condannato con il rito abbreviato tre degli assassini. Ergastolo per Gaspare Di Maggio. Dieci anni e sei mesi ciascuno per i pentiti Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio. «Mi fa un certo effetto pensare che un assassino possa essere condannato solo a dieci anni – ha detto la sorella di Giuseppe D’Angelo, Caterina – ma è grazie ai pentiti che finalmente giustizia è stata fatta».

“Si è trattato di un errore di persona, Giuseppe D´Angelo non c´entrava nulla – aveva raccontato Gaspare Pulizzi – Salvatore e Sandro Lo Piccolo avevano dato ordine di uccidere Lino Spatola. L’avevano dato a me, subito dopo essere stato combinato nel giugno 2006, e a mio compare Nino Pipitone. Ma io non lo conoscevo Spatola, non l’avevo mai visto. Andammo a fare dei sopralluoghi, avevo visto D’Angelo davanti al fruttivendolo dove Sandro Lo Piccolo mi aveva detto stava sempre Spatola”.

Rassegna Stampa

Dipendente SISA coinvolto pure nell’omicidio di Giuseppe D’Angelo

http://latuavocelibera.myblog.it/archive/2011/01/01/dipendente-sisa-coinvolto-pure-nell-omicidio-d-angelo.html

“Il giorno dell’omicidio – ha poi aggiunto Pulizzi – Nino Pipitone era venuto con l’autovettura di un suo operaio, mentre io e Di Maggio eravamo partiti a bordo di una moto Triumph. Giunti a Tommaso Natale avevamo verificato che non c´era traccia della vittima. Così, avevamo deciso di lasciare la moto presso un cantiere dove Pipitone, con la sua impresa, stava facendo dei lavori di scavo per la realizzazione di un capannone, al Villaggio Ruffini, nei pressi del pub Malaluna. Avevamo ripreso a muoverci con la macchina di Pipitone – così prosegue il racconto del killer oggi pentito – e a un certo punto Di Maggio aveva riconosciuto lo Spatola nel D’Angelo. Ricordo ancora bene le sue parole: “È lui al cento per cento”. Così, tornammo a prendere la moto. Io guidavo. Di Maggio era dietro, fu lui a sparare. Poi, dopo aver lasciato l’auto, fuggimmo sull’auto di Briguglio, una Fiat 600 di colore celeste. Uscimmo allo svincolo di Villagrazia”. Circostanze che sarebbero state confermate anche da Francesco Briguglio.

Per i mandanti dell’omicidio, i Lo Piccolo, e Pipitone è stato aperto un altro procedimento, giunto in fase dibattimentale, che avrà inizio il prossimo 26 aprile davanti alla prima sezione della corte d’assise di Palermo.

Per loro la signora Caterina non ha pietà: “Lo ripeto dal giorno dell´omicidio, il 22 agosto 2006: mio fratello Giuseppe era una persona per bene. Adesso è un martire, ma Palermo l´ha dimenticato. I Lo Piccolo, invece, non sono uomini, e neanche bestie: sono criminali. Non potrò perdonarli mai, anche se sono cattolica”. Entrambe le sorelle D’Angelo, che si erano costituite parte civile, hanno quindi annunciato che i 50 mila euro di provvisionale assegnata dal giudice saranno impegnati per iniziative sociali.

Omicidio D’Angelo, 10 anni a Pulizzi e Briguglioultima modifica: 2010-03-11T23:54:00+01:00da aldo251246
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