“Amministrazioni allegre”. Ustica, disastro doloso

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Rassegna stampa

LA DECISIONE DEL GUP.
Ustica, disastro doloso. Rinvio a giudizio per l’ex sindaco

http://livesicilia.it/ Giovedì 30 Ottobre 2014
PALERMO – Il gup Fernando Sestito, accogliendo le richieste del pm Claudia Ferrari, ha rinviato a giudizio (davanti al giudice monocratico, il 12 gennaio) l’ex sindaco di Ustica Aldo Messina e i due capi dell’ufficio tecnico dell’amministrazione locale Vincenzo Rubbio e Giacomo Pignatone per concorso in disastro doloso. Secondo l’accusa avrebbero disposto, tra il 2012 e il 2013, il deposito di spazzatura (tra cui anche frigoriferi, pneumatici, trottami ferrosi) in un’area pubblica in contrada Arso, priva dei requisiti tecnico-gestionali. Inoltre, ci sarebbero stati scarichi di acque reflue, intrise di sostanze inquinanti, nel centro comunale di raccolta in località cala cimitero (ex mattatoio). Leggi tutto

Ustica, inquinamento delle riserva marina. Scattano i controlli   9 agosto 2014

Sigilli al depuratore

La Guardia Costiera di Palermo coadiuvata dall’Agenzia Regionale per l’ambiente, ha posto sotto sequestro l’unico impianto dell’isola e denunciato a piede libero tre persone tra cui il sindaco ed il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune. Danneggiamento di acque pubbliche, getto pericoloso di cose, violazione dei vincoli paesaggistici e ambientali, deterioramento di habitat all’interno di siti protetti e gestione illecita di rifiuti, sono i capi di imputazione a carico degli indagati.

Antimafia, allarme interdittive sui piccoli lavori 17 ottobre 2014

“Amministrazioni allegre”. Ustica, disastro dolosoultima modifica: 2014-10-30T16:55:04+01:00da aldo251246
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4 risposte a “Amministrazioni allegre”. Ustica, disastro doloso

  1. Ustica Depuratore Finite le esigenze cautelari
    http://www.nuovosud.it/30 maggio 2015
    “Non c’è pericolo di inquinamento”, dissequestrato il depuratore di Ustica
    L’impianto riconsegnato alla gestione del Comune
    Il sostituto procuratore di Palermo Claudia Ferrari ha dissequestrato il depuratore di Ustica e ha disposto la restituzione dell’intero impianto al comune per la gestione ordinaria. LEGGI TUTTO

  2. Dopo 20 anni di attesa il Senato ha approvato la legge che aggiorna il codice penale con riferimento ai danni ambientali
    http://www.panorama.it/ 20 maggio 2015

    Cinque i nuovi reati puniti con il carcere: disastro ambientale e inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento dell’eco-controllo, omessa bonifica. Previste aggravanti per mafia (dell’indagine deve esser informato il procuratore nazionale Antimafia, e anche l’Agenzia delle entrate), condanna al ripristino, obbligo di confisca, raddoppio dei tempi di prescrizione.
    Festeggiano le associazioni Legambiente e Libera che, in questi giorni, hanno tenuto alta la tensione per arrivare all’approvazione definitiva di una legge “attesa da 20 anni” grazie alla quale “da oggi chi inquina è un criminale”. LEGGI TUTTO

  3. Tra loro anche i sindaci susseguitisi tra il 2011 ed il 2014
    Sequestrato depuratore di Patti, 10 indagati per smaltimento illecito
    Ambiente http://messina.blogsicilia.it 19 marzo 2015

    Polizia di Stato e Capitaneria di Porto, coordinate dalla Procura di Patti, hanno sequestrato – su ordine del gip – l’impianto del depuratore comunale di Patti (che e’ affidato ad un custode giudiziale) nonche’ tre automezzi della ditta specializzata di Capo d’Orlando, concessionaria del servizio di prelievo e smaltimento dei reflui della rete fognaria di Patti.

    Tra il 2013 ed il 2014, attraverso l’analisi su campioni di reflui in uscita dal depuratore, la polizia con il personale specializzato dell’Arpa, aveva accertato il superamento dei limiti batteriologici e chimici consentiti, indice dell’inefficacia del processo di depurazione dell’impianto (che scarica in mare attraverso una condotta sottomarina a oltre 40 metri di profondita’).
    Secondo le indagini il malfunzionamento era “riconducibile a precise condotte omissive degli amministratori del comune di Patti (i sindaci susseguitisi nel periodo tra il 2011 ed il 2014, un assessore e responsabili dell’Ufficio Tecnico competente) che, tralasciando di assolvere agli obblighi contrattuali e normativi in materia incombenti sull’ente comunale, e disattendendo le pur esplicite richieste e diffide rivolte loro dalle ditte private concessionarie della gestione dell’impianto comunale (segnatamente connesse alla fornitura dei mezzi per lo smaltimento dei fanghi), hanno impedito il corretto svolgimento del ciclo funzionale di depurazione e consentito lo scarico in mare di liquidi destinati a compromettere la salubrita’ delle acque marine e la salute delle persone che con esse vengono ordinariamente a contatto”.

    Durante le indagini e’ emersa – dicono gli investigatori – ”la ricorrente prassi della ditta incaricata del servizio di stasatura e pulizia della rete fognaria di smaltire i rifiuti liquidi raccolti immettendoli nell’impianto di depurazione comunale, peraltro privo di autorizzazione, ovvero sversandoli dentro un pozzetto della condotta fognaria”. Sotto controllo dell’Autorita’ Giudiziaria – le corrette procedure di trattamento dei fanghi da parte del gestore. FONTE

  4. Sequestrato il depuratore di Cinisi, quattro indagati

    http://palermo.gds.it 02 Dicembre 2014
    L’attività d’indagine è iniziata a settembre a seguito di alcune segnalazioni sullo sversamento in mare di liquidi maleodoranti da una condotta sottocosta che si trovava nei pressi dell’aeroporto Falcone-Borsellino

    CINISI. Gli uomini della Capitaneria di Porto di Terrasini hanno sequestrato l’impianto di depurazione del Comune di Cinisi, in provincia di Palermo.
    Quattro dirigenti comunali sono indagati. L’attività d’indagine è iniziata a settembre a seguito di alcune segnalazioni sullo sversamento in mare di liquidi maleodoranti da una condotta sottocosta che si trovava nei pressi dell’aeroporto Falcone-Borsellino.
    Le analisi dell’Arpa confermavano i livelli di inquinamento del mare. L’impianto, costato oltre 4,5 milioni di euro e realizzato con fondi pubblici nei primi anni del 2000, è entrato in funzione soltanto nel 2009, affidato alla stessa ditta che lo aveva realizzato. Il progetto prevedeva, tra l’altro – come l’autorizzazione allo scarico rilasciata dalla Regione -, la realizzazione di una condotta sottomarina per scaricare i reflui depurati a 900 metri dalla costa.
    Tuttavia l’opera, seppur realizzata e indicata in tutti gli atti, non è mai entrata in funzione. Le condizioni generali dell’impianto, collaudato nel 2011, sono parse precarie e non idonee a depurare le acque. Fonte

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