BPL, filiale di Villagrazia di Carini, dal 2000 sarebbe stata la banca dei Lo Piccolo

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Tratto da http://palermo.repubblica.it

16 Ottobre 2008

Aperta un´inchiesta sulla filiale di Villagrazia di Carini della Banca popolare di Lodi.

Indagine sulla Bpl di Villagrazia. Un pentito accusa l´ex direttore

Dal 2000 sarebbe stata la banca dei Lo Piccolo

Lo sostengono gli accertamenti svolti dalla Guardia di finanza. C´è anche un pentito ad accusare: Angelo La Manna, dal 2005 nelle fila degli ex picciotti di Lo Piccolo diventati collaboratori di giustizia. “Il direttore dava soldi a usura”

di Salvo Palazzolo

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Quei 500 mila euro ritrovati dentro le aiuole di casa del boss Antonino Di Maggio, in contrada Piraineto di Carini, sono solo una parte del tesoretto dei Lo Piccolo. Lunedì, alla squadra mobile, era arrivato un anonimo ben dettagliato sui soldi sottoterra, scritto da una persona che sosteneva essere la moglie di un detenuto (gli inquirenti ci credono poco): il tesoro è spuntato qualche ora dopo.

In realtà, da tempo, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia cercavano i soldi che Antonino Di Maggio, reggente di Carini per conto dei Lo Piccolo, aveva fatto girare in modo vorticoso attorno a una società di elettrodomestici, la “Giellei electro trading srl” e diversi conti correnti, tutti domiciliati in un istituto di credito.

C´è un´inchiesta dei pm Gozzo, Paci, Del Bene e Picozzi sulla filiale di Villagrazia di Carini della Banca popolare di Lodi. All´inizio del 2000 sarebbe stata la banca dei Lo Piccolo. Lo sostengono gli accertamenti svolti dalla Guardia di finanza, adesso in parte depositati nel processo al clan di Carini, che si celebra in questi giorni in tribunale.

C´è anche un pentito ad accusare: si chiama Angelo La Manna, è ormai dal 2005 nelle fila degli ex picciotti di Lo Piccolo diventati collaboratori di giustizia. «So di alcune truffe e favoreggiamenti di Cosa nostra commessi dal direttore dell´agenzia di Villagrazia di Carini della Banca di Lodi, tale Bruno. So che dava soldi a usura. Permise tra l´altro di aprire un conto corrente a nome di mia cognata, senza che questa ne sapesse nulla. In questo conto corrente, intestato a un prestanome, è transitato circa un miliardo della famiglia di Carini».

Poi, però, dopo qualche tempo, il prestanome venne allontanato e sostituito. Non gli servì essere il fidanzato della figlia di uno dei mafiosi di Carini. «Venne allontanato – spiega La Manna – perché si era fregato i soldi di alcuni uomini d´onore». Il pentito sostiene pure che c´era un tale ragioniere La Porta ad occuparsi del reclutamento dei prestanome: «Il suo compito era quello di trovare persone pulite ai quali far intestare i conti in banca con le somme di Di Maggio e Pipitone».

In quegli anni, alla filiale di Villagrazia sarebbe stato nascosto il vero tesoro dei boss. La Manna, che incontrò più volte i Lo Piccolo («nella cava di Capaci, in una fattoria di Cozzo Lupo e al bar Johnny Walker di Carini») parla di «tre miliardi delle vecchie lire»: sarebbero stati in alcuni conti correnti gestiti dai prestanome di Antonino Di Maggio. Come anticipato ieri da Repubblica, già qualche tempo fa i vertici della Banca di Lodi si erano accorti della gestione spregiudicata della filiale. E dopo un´ispezione, che metteva in risalto «rilevanti anomalie», erano arrivati anche alcuni licenziamenti, «per giusta causa».

Di Maggio continuava ad essere ufficialmente solo un dipendente della premiata ditta carinese di elettrodomestici intestata a un prestanome. In realtà, sarebbe stato uno dei principali manager del riciclaggio mafioso. Ieri mattina, i poliziotti della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile sono tornati nella villetta di contrada Piraineto. Alla ricerca di altri soldi e di armi. Ma dal giardino non è saltato fuori nulla. Salvo Palazzolo (16 ottobre 2008)

BPL, filiale di Villagrazia di Carini, dal 2000 sarebbe stata la banca dei Lo Piccoloultima modifica: 2008-10-17T10:37:00+02:00da aldo251246
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