MAFIA. AGRIGENTO, dopo il blitz scontro alla Procura di Palermo

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KLICCA Corruzione e truffa, 54 arresti fra Caltanissetta e Agrigento

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29/06/2012

Colpo alla nuova cupola di Agrigento: 5 fermi non convalidati

Dopo il blitz antimafia di martedì, scarcerati Rosario e Salvino Mangione di Raffadali, Giovanni Rampello di Agrigento, Pasquale Vetro di Sciacca, Vincenzo Cipolla di San Biagio Platani

AGRIGENTO. I gip del tribunale di Agrigento non hanno convalidato cinque dei 47 fermi disposti dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’operazione antimafia che, martedì, ha azzerato le cosche agrigentine e portato in cella 47 persone. Gli indagati, per i quali il fermo non è stato convalidato, sono stati scarcerati. Il giudice Stefano Zammuto ha ordinato la liberazione di Rosario e Salvino Mangione, 26 e 39 anni, di Raffadali, e di Giovanni Rampello, 25 anni, di Agrigento. 


Scontro aperto in Procura ora è lite su Messina Denaro

L’accusa dell’aggiunto Teresa Principato al procuratore Messineo dopo il blitz di Agrigento di lunedì notte: “Ogni decisione, al di là dei nostri sforzi di ricostruzione e di collegamento, era già presa”

http://palermo.repubblica.it

27 giugno 2012

Colpo alla nuova cupola di Agrigento: 5 fermi non convalidati

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29/06/2012

AGRIGENTO. I gip del tribunale di Agrigento non hanno convalidato cinque dei 47 fermi disposti dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’operazione antimafia che, martedì, ha azzerato le cosche agrigentine e portato in cella 47 persone. Gli indagati, per i quali il fermo non è stato convalidato, sono stati scarcerati. Il giudice Stefano Zammuto ha ordinato la liberazione di Rosario e Salvino Mangione, 26 e 39 anni, di Raffadali, e di Giovanni Rampello, 25 anni, di Agrigento

Il gip Valerio D’Andria ha disposto la scarcerazione di Pasquale Vetro, 54 anni, di Sciacca; mentre il gip Ottavio Mosti ha rimesso in libertà Vincenzo Cipolla, 50 anni, di San Biagio Platani. 

Per tutti gli altri indagati sono stati convalidati i fermi e disposti gli arresti in carcere tranne che per Giuseppe Lo Mascolo, 75 anni, di Siculiana, ricoverato in ospedale subito dopo la cattura, per il quale sono stati decisi i domiciliari.  L’operazione di polizia, denominata Nuova Cupola, è finita al centro di una rovente polemica tra i pm palermitani: il pool che coordina le inchieste sulla mafia trapanese ha duramente criticato la decisione dei colleghi che si occupano di Cosa nostra agrigentina di disporre i fermi, sostenendo che abbiano in questo modo intralciato le loro ricerche del padrino latitante Matteo Messina Denaro.

Scontro aperto in Procura ora è lite su Messina Denaro

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27 giugno 2012

L’accusa dell’aggiunto Teresa Principato al procuratore Messineo dopo il blitz di Agrigento di lunedì notte: “Ogni decisione, al di là dei nostri sforzi di ricostruzione e di collegamento, era già presa”

A dispetto di comunicati ufficiali che non più tardi di due giorni fa, riguardo alla gestione dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia, parlavano di pacificazione all’interno della Procura di Palermo, la tensione resta alta e la leadership del procuratore Francesco Messineo è sempre più criticata. “Due ore di finta discussione – scrive il procuratore aggiunto Teresa Principato – e in realtà ogni decisione, al di là dei nostri sforzi di ricostruzione e di collegamento, era già presa”. La nuova scintilla è legata al blitz di lunedì notte, che ha portato a 47 fermi di mafiosi nell’agrigentino.

Uno di coloro che sono finiti in carcere, Leo Sutera, di Sambuca di Sicilia (Agrigento) era sotto osservazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, che sperava così di coronare uno sforzo investigativo durato due anni, per arrivare al superlatitante di Castelvetrano (Trapani) Matteo Messina Denaro, ultimo dei grandi boss ancora in circolazione. Prima che scattassero i fermi erano state tenute una serie di riunioni di coordinamento, per rinviare l’esecuzione dei provvedimenti, ma – come ha scritto Principato in una mail ai colleghi, in cui contesta apertamente il capo – la decisione era stata già presa: “Abbiamo saputo (lunedì, ndr) che il fermo sarebbe stato eseguito quella sera stessa e che le copie (i provvedimenti, lunghi 1.046 pagine ciascuno, ndr) erano già pronte. Presumo quindi che gli organi di polizia giudiziaria fossero già  allertati”. Ad agire è stata la polizia che ha così finito per ‘bruciare’ una pista battuta dai “concorrenti” del Ros dei carabinieri. Ros che tra l’altro non è ben visto dalla Procura, a causa di rapporti che sono sempre stati molto tesi e che, a seguito dell’indagine sulla trattativa, sono ulteriormente peggiorati. 

“L’operazione – scrive  Messineo in una nota con cui ha respinto le critiche – è pronta dai primi di maggio. Avevamo già dilazionato i termini, per consentire che andassero avanti le indagini su Messina Denaro. Ora ho ritenuto preminente, rispetto al possibile approfondimento della linea investigativa già da tempo in atto, l’esecuzione di un provvedimento doveroso, avuto riguardo alla gravità dei fatti accertati”. Principato però critica il procuratore per il metodo seguito: “Credo che questa sia stata una mortificazione della professionalità di ciascuno di noi e mi chiedo, con tutta onestà, a cosa servano le riunioni collegiali. Questo solo per dare un mio contributo alla discussione di ieri sera in ordine al metodo di gestione della Dda”. Il Ros ha intanto preannunciato il proprio possibile disimpegno dalle indagini mirate alla cattura del superlatitante.

(27 giugno 2012)

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MAFIA. AGRIGENTO, dopo il blitz scontro alla Procura di Palermoultima modifica: 2012-06-29T18:31:00+02:00da aldo251246
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