GIUSEPPE MONTALBANO, IMPRENDITORE DI SCIACCA, SOTTO PROCESSO PER MAFIA A MILANO

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Immagine tratta dal Giornale di Sicilia del 2.07.2007

MILANO. Il collaboratore: Giuseppe Montalbano di S. Margherita Belice faceva parte del vertice di Cosa nostra ma questo era noto solo ai capi.
Di Gati accusa imprenditore «Era un boss sotto copertura»

Tratto dal “Giornale di Sicilia” del 2.07.2007

SCIACCA. (*gp*) «Era un uomo d’onore riservato, conosciuto solo ai capi di cosa nostra». È l’accusa lanciata sabato mattina contro l’imprenditore di Santa Margherita Belice Giuseppe Montalbano dal pentito Maurizio Di Gati, sentito, a Milano, nel processo d’appello, per mafia, a carico dell’imprenditore e del saccense Antonino Fauci. Giuseppe Montalbano era in aula, assieme ai suoi difensori, gli avvocati Alberto Polizzi e Marcello Consiglio. Il pentito dice di non avere mai conosciuto né visto Montalbano e indica come sua fonte Leo Sutera, di Sambuca, condannato, con sentenza definitiva, al processo di mafia «Cupola», scaturito dal blitz in una masseria di Santa Margherita Belice, il 141u¬glio del 2002.
Di Gati durante la deposizione è incorso in un paio di errori. Ha detto, infatti, che Montalbano era interessato alle terme di Sciacca che, invece, fino a un paio d’anni fa, quando i guai giudiziari dell’imprenditore erano iniziati da tempo, hanno sempre avuto un gestione pubblica. Poi ha sbagliato il nome dell’albergo di proprietà di Montalbano, il Torre Macauda, chiamandolo Sciacca Terme. Dell’altro imputato, Antonino Fauci, ex addetto alla sorveglianza di Torre Macauda, che, nel processo di primo grado, il tribunale di Sciacca ha assolto, Di Gati ha detto di non sapere nulla. Antonino Fauci è difeso dall’avvocato Fabrizio Di Paola.
Di Gati a Milano ha parlato anche della famiglia mafiosa di Sciacca dicendo che, dopo l’arresto di Salvatore Di Ganci, al vertice era passato Carmelo Bono e che soltanto per un caso quest’ultimo non aveva partecipato alla riunione del luglio 2002 nella masseria di Santa Margherita. Bono è stato condannato per mafia, in primo grado e in appello, nel processo «Itaca».
Il processo a carico di Montalbano, che in primo grado è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, riprenderà, a Palermo, il 26 settembre prossimo. Sarà stabilito il calendario per la discussione. La direzione distrettuale antimafia ha appellato la sentenza del tribunale di Sciacca chiedendo che il reato venga configurato come associazione mafiosa. La sentenza è stata appellata anche dalla difesa dell’imprenditore. Per gli avvocati Alberto Polizzi e Marcello Consiglio l’ingegnere Giuseppe Montalbano non ha mai avuto alcuna condotta illecita. A giugno del 2005 la Corte d’appello di Palermo, sezione misure di prevenzione, ribaltando il decreto dell’omologa sezione del tribunale di Agrigento, ha restituito a Montalbano quasi tutto il suo patrimonio, comprese le quote sociali del complesso Torre Macauda, beni per un valore complessivo di 250 milioni di euro, tutto ritenuto di provenienza lecita, mantenendo la confisca solo per una villa di Palermo, già di proprietà dell’imprenditore, in cui aveva abitato, fino al giorno della cattura, il boss Totò Riina.

GIUSEPPE PANTANO

GIUSEPPE MONTALBANO, IMPRENDITORE DI SCIACCA, SOTTO PROCESSO PER MAFIA A MILANOultima modifica: 2007-07-02T10:41:00+02:00da aldo251246
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