STORIE VERE , “Stelle bruciate”

stelle hotel

 

 

 

 

Seconda puntata

Il complotto si manifesta chiudendo Bonvento in un labirinto senza uscita: il Comune declama l’abusivismo dell’hotel **** e ne intima l’abbattimento; i fornitori reclamano il credito, e tra questi ci sono le banche, e gli avvocati collegati ai direttori di quelle banche referenti di un ingegnere; tutti chiederanno il fallimento dell’Hotel****.

Ma Bonvento non può difendersi, è fallito, e insieme fallisce, pretestuosamente con uno scambio di carpette negli uffici del tribunale fallimentare, anche la società di gestione, e le prove e i documenti prodotti nelle denuncie sporte da Bonvento alla Procura vengono puntualmente archiviati.

C’è pure un nastro magnetico prodotto nelle denunce su cui Bonvento registra una telefonata intercorsa con uno degli imprenditori più in vista dell’agrigentino, Collesano, quell’ingegnere che aveva fornito le attrezzature durante la costruzione dell’albergo.

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Quell’ingegnere dalle amicizie altolocate, intrecciate con imprenditori, politici, avvocati e magistrati, che comunica telefonicamente ai Bonvento l’ultimatum: cedere l’albergo ad altri soci “suoi amici fidati” o finire fallito. Ma quel nastro magnetico rimarrà sigillato per vent’anni tra i faldoni polverosi degli archivi della Procura di Palermo in attesa di essere bruciato.

Nei fatti la sentenza è già stata scritta, prima del dibattimento in aula, in un elegante salotto di uno studio legale; un alto prelato capitolino ne dà confidenziale conferma al Bonvento, che, di fronte al bivio, tra onestà e collusione, decide di non accettare il compromesso e di fallire: Bonvento è consapevole che, anche dopo tanti anni, sarebbe riuscito a dimostrare la strategia che stava dietro ad un fallimento “anomalo”, sfidando il silenzio delle Istituzioni e della stampa improvvisamente disinteressata alla vicenda dell’ Hotel **** della “Perla del Mediterraneo”, le lacune investigative e le reiterate archiviazioni del Tribunale di Palermo.

Solo con un complotto, ordito da imprenditori, giudici e avvocati col benestare dei clan mafiosi di Palermo, si poteva riuscire a chiudere un hotel che, con i suoi 120 posti letto, avrebbe garantito da vivere a tre generazioni insieme all’arrivo di turisti stranieri che i tour operator avevano assicurato all’ Hotel **** .

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Ormai Bonvento è fuori dal gioco, l’isola rimane campo libero per la partita tra discendenti delle famiglie dei coatti aspiranti imprenditori turistici, e amministratori pubblici, loro parenti, affini e contigui che sull’isola sono proprietari di ville e soci di villaggi turistici già avviati e abusivamente ampliati anche in zone vincolate a verde agricolo.

Anche dopo le indagini del giudice istruttore Paolo Borsellino che, recandosi sull’isola, chiarisce le irregolarità formali degli atti amministrativi che alla fine decretano il fallimento del Bonvento, sull’isola continuano, comunque, a sorgere indisturbati villaggi e alberghi abusivi, a ridosso delle coste rocciose, su terreno demaniale, su cui nessuno però indaga. Anche la villa del curatore fallimentare dell’ Hotel ****  di Bonvento è stata costruita abusivamente col permesso di silenziose complicità.

Intanto quell’ingegnere, invano denunciato dal Bonvento, continua a fare affari negli appalti siciliani, e rimane indenne da indagini e processi; anche al giudice Giovanni Falcone vengono archiviate le indagini sull’ingegnere Collesano e suo padre che li vedevano destinatari di una cospicua eredità dopo la scomparsa di un loro congiunto, forse per lupara bianca mai accertata dalla Procura palermitana.

Pure il Generale Carlo Albero Dalla Chiesa, durante gli ultimi 100 giorni della sua vita vissuta in Sicilia da Prefetto, viene ospitato ad Ustica presso l’ormai avviato albergo sul mare che non teme concorrenti; invece, l’unico albergo al centro del paese, a pochi metri dalla Chiesa, che domina la piazza e gli affari dell’isola, verrà chiuso.

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Fonte immagine farm2.static.flickr.com

Un filo rosso si stringe intorno all’Hotel chiuso col pretesto del mancato rilascio dell’abitabilità, e annoda interessi, personaggi e gruppi di potere intrecciati ai più ampi tessuti politici ed economici della Sicilia degli anni ’80. Bonvento riesce a scoprire gli intrighi fra la polizia giudiziaria ed i procuratori aggiunti impegnati nel mantenimento dei propri privilegi pronti a chiudere i fascicoli offrendo la più comoda soluzione dei “pochi maledetti e subito”; e grazie alla rilettura dei fascicoli emergono i sotterranei interessi tra Stato e Procure che alimentarono un filone esplosivo di segreti rimasti coperti sotto le Stragi del ’92.

Le procure siciliane, dunque, si preoccupano di chiudere celermente tutte le denunce che hanno informato e anticipato ai vertici dello Stato, e a quelli delle Procure, i nomi e i cognomi che assicurano le collusioni siciliane tra mafia, imprenditoria, legali e commercialisti, da una parte utilizzando l’istituto dell’”Archiviazione”, e dall’altra lasciando depositate le denunce come “pseudo notizie di reato” salvaguardando il buon nome dei denunciati dall’iscrizione sul registro degli indagati.

Nel frattempo, nell’isola dei sub cade per la prima volta l’amministrazione Dc cedendo il passo alla sinistra che poi sarà accorpata alla famiglia di potere locale, verrà ucciso il prefetto Dalla Chiesa, e poi ancora l’onorevole Lima colpito alle spalle nella vicina località balneare palermitana; da lì in poi gli eventi evolvono verso i veleni della Procura di Palermo e, poi, verso le stragi del ’92 con la morte di Falcone e Borsellino avvolte nella coltre dei segreti di uomini di Stato e di uomini d’onore.

L’albergo ****, intanto, rimane chiuso così come le inchieste seguite alle denunce di Bonvento, che nonostante reclami l’attenzione degli inquirenti sulle intrigate commistioni tra mafia e imprenditoria rimane inascoltato; fallisce pure il piano dei creditori che non riescono ad aggiudicarsi l’Hotel all’asta nei tempi previsti: Bonvento sventa i piani del primo curatore legato da interessi ai giudici della sezione fallimentare di cui ottiene la ricusazione; ma Borsellino non potrà più indagare sui fatti dell’Hotel**** , così come Falcone non potrà più riaprire le indagini chiuse su quell’ingegnere imprenditore e la sua eredità miliardaria. Seconda puntata

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STORIE VERE , “Stelle bruciate”ultima modifica: 2009-06-13T12:02:00+02:00da aldo251246
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