Stragi del ’92: lo storico Salvatore Lupo smentisce il Pool di Palermo

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<<Nessun legame politica-stragi>>

Repubblica ammette: il Cav non c’entra con la mafia

Fonte “Libero

15 ottobre 2006

di GIANLUIGI NUZZI

Lo storico Salvatore Lupo, uno dei massimi studiosi di Cosa Nostra smentisce il Pool di Palermo, i magistrati guidati da Antonino Ingroia.

Le stragi non sono frutto di una ricerca di nuovi referenti politici. Gli attentati ai luoghi simbolo della cultura e dell’arte italiana non vennero predisposti per spianare la si­tuazione politica e introdurre nuovi soggetti. Ovvero Forza Italia. Lupo nel suo “Potere criminale, intervi­sta sulla storia della mafia” (Laterza, pag.191, euro 12) dialogando con il giornalista Gaetano Savatteri ripro­pone una rilettura a lui cara. “Allo stato delle mie co­noscenze – afferma- continuo a ritenere la scelta ter­roristica dei primi anni ’90 come il frutto di un’estre­ma coazione a ripetere da attribuirsi a Riina e soci”. Lupo non è un magistrato, non ha ” il naso nelle carte” ma ricostruisce con il dovere dello storico quegli anni attribuendo alla deriva stragista una caratura mafio­sa. Insomma, è da ricercare nelle dinamiche interne a Cosa Nostra, la scelta di segnare di sangue le strade e i palazzi, di morte la speranza.

Non c’era quella proie­zione politica con i fratelli Graviano alla ricerca di nuovi sponsor della politica descritti da Spatuzza e introdotti sulla scena di Cosa Nostra da Massimo Ciancimino che ha sempre additato Marcello Dell’Utri come uomo al soldo delle cosche in terra lombarda. Gli effetti del libro di Lupo saranno irrile­vanti. Basta vedere come Repubblica ha considerato questa analisi relegando l’articolo di Attilio Bolzoni a pagina 49. Insomma, se a Spatuzza viene uno starnu­to finisce in prima, se uno storico assume una posi­zione autonoma e critica rispetto alla volgata comune viene relegato tra gli invisibili. Ma il libro di Lupo si contraddistingue ponendo interrogativi affatto scon­tati, scomodi, a iniziare da quello sulla reale leader­ship di Riina costruita soprattutto su informazioni of­ferte dai suoi nemici. La storia dell’antimafia e della lotta alla mafia è segnata dai luoghi comuni, dai teo­remi popolari retti dalla tradizione, dalla mitologia del passaparola e non dagli atti giudiziari. Questo an­che e perché non sempre l’intervento degli inquirenti ha inchiodato i colletti bianchi alle loro responsabili­tà, anzi i tanti processi ai politici sono finiti con un pu­gno di mosche. E persino l’obliqua sentenza An­dreotti non è sufficiente a saziare gli animi giustiziali­sti. Così il vecchio adagio di vedere l’omnicolpevole Berlusconi con in mano timer e coppola infilata a do­vere in testa è troppo, troppo seducente per abban­donare le tesi smentite oggi anche dagli storici.

La verità è che almeno al momento Ciancimino non ha fornito poker d’assi, Spatuzza è stato snobba­to dalla corte palermitana che ha condannato Dell’Utri in appello, lasciando fuori lo stesso senato­re, Forza Italia e i progetti politici dai tentacoli della piovra dagli esordi degli anni’90. In questo Lupo tro­va conforto: nelle sentenze dei giudici che riducono in scala da collezionista le sparate ad alzo zero dei pentiti vecchi e nuovi, dei dichiaranti, di chi si affaccia in Sicilia e da qualche tempo anche a Firenze per ri­petere il vecchio adagio del Berlusconi stragista. An­che perché è questa l’ultima arma dell’arsenale giu­diziario, l’unica che supera la prescrizione. Solo sui reati di sangue, infatti, si può indagare per decenni senza che il reato si estingua perché, appunto, i ter­mini sono prescritti. Ed è quanto sta accadendo. Ci­clicamente Alfa e Omega, ovvero Berlusconi e Dell’Utri vengono iscritti per concorso in strage. Ora, come anticipato in primavera già da Libero, è la se­conda volta. Vedremo se i riscontri varranno il dibat­timento o se dopo i soliti fuochi d’artificio saranno gli stessi giudici ad archiviare tutto in sede preliminare. Di certo, su una cosa ha ragione Travaglio, bisogna dargliene atto: è incredibile che il premier sia indaga­to per concorso in strage e che nessuno ne parli. Si, caro Travaglio, è proprio incredibile e dovrebbe far ri­flettere. Perché? Non crediamo al complotto di tutta la stampa, Unità in testa. Forse c’è prudenza. Sarebbe la prima volta. In attesa di fatti concreti non è una scelta condivisibile?

GIANLUIGI NUZZI

Stragi del ’92: lo storico Salvatore Lupo smentisce il Pool di Palermoultima modifica: 2010-10-15T20:13:00+02:00da aldo251246
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