Palermo: città più normale e meno cool, please!!

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Immagine tratta da contenuto.monster.it
La notizia è che più del 50% dei palermitani non sa che domenica prossima, 4 febbraio, si voterà per le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco tra Alessandra Siragusa, sostenuta dai Ds e da parte dell’associazionismo cittadino, Giusto Catania, sostenuto dal suo partito Rifondazione Comunista e da Primavera Siciliana, e dall’ex sindaco Leoluca Orlando, che, oltre a Italia dei Valori e Margherita, trova supporter tra una cinquantina di associazioni giovanili di centrosinistra. L’avversario dei tre potenziali candidati è, almeno sino ad oggi, il candidato unico del centrodestra Diego Cammarata, sindaco uscente di targa forzista, che nelle ultime ore ha incassato pure il “bollo del Governatore”, come ha tenuto a precisare il Presidente della Provincia Francesco Musotto a proposito del favore espresso dal Presidente Cuffaro, aggiungendo che “…finchè c’è questo bollo non succede niente. Chiaro?” (da Repubblica Palermo 31/01/2007 e.la.), il che farebbe trasparire quasi un voler guardare oltre la candidatura di Cammarata, sulla quale, in questi giorni, si è acceso un forte dibattito tra le fila dell’MPA di Raffaele Lombardo che più volte ha espresso la possibilità di esprimere un proprio candidato.

Nel dubbio l’on. Angelino Alfano, coordinatore regionale di Forza Italia, consiglia a Cammarata di sondare il livello di insoddisfazione popolare con un sondaggio, e ad occuparsene sarà Euromedia, di Alessandra Ghisleri, istituto di ricerca cui si è affidato il Cavaliere nelle scorse elezioni nazionali. Nel frattempo i candidati in corsa Siragusa e Catania si confrontano, a distanza misurata, nell’aula magna della Facoltà di lettere sui temi caldi: dell’acqua, diritto civico di cui non tutti però dispongono quotidianamente e, che per di più, rischia di essere gestito dai privati; dell’inceneritore, vanto del Governatore Cuffaro nonostante le irregolarità procedurali riscontrate dal Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio; della partecipazione cittadina che risulta distratta dall’attivismo politico per problematiche ben più urgenti come lavoro, casa e malasanità; di strade dissestate e degrado delle periferie; infine in cima al dibattito c’è la lotta alla mafia che si insinua tra povertà e disoccupazione. Orlando, invece, fa il pieno di giovani al circolo Blow-up dove discute su linguaggio, comunicazione, giovani, politica e d’intorni, ritornando a passeggiare tra il Massimo e Sant’Agostino in un tour nostalgico che fa tappa tra Capo e Ballarò. Questo è quanto abbiamo visto ad oggi sulla scena elettorale tra candidature, sondaggi, schieramenti, tattiche e contrattazioni di liste e poltrone, mentre sullo sfondo spuntano, tra gli spazi delle insegne pubblicitarie nelle selezionate vie del centro, gli slogan più cool che il Comune poteva esporre per mostrare il nuovo volto di Palermo città di tendenza, rinnovata e rifiorita. Sarà, ma se un cambiamento c’è stato, sembra che in molti non se ne siano accorti. Perché quello che più vien da chiedere al futuro sindaco di Palermo, chiunque egli sia, è che non si debba più morire di commozione cerebrale per essere inciampati su un copertone abbandonato lungo un marciapiede; di non correre più il rischio di venire travolti dalle automobili mentre si va in bicicletta; di poter attraversare i sottopassi dei ponti senza dover rischiare di pungersi con le siringhe o di infettarsi col sangue impiastricciato sui muri; di non dover vedere andare in degrado i giardini della Zisa appena rimessi a posto; di poter passeggiare con figli e fido nei giardini pubblici senza il timore di essere aggrediti da randagi incustoditi; di poter sperare che il poco verde urbano rimasto non finisca sotto il cemento di mega centri commerciali; che i quartieri di periferia non siano più l’ultima spiaggia degli emarginati sociali; che collinette di spazzatura lungo strade e marciapiedi non debbano più essere fotografate dai turisti come ricordo; che i lavori stradali vengano progettati con più criterio e collaudati in tempi ragionevolmente brevi; e soprattutto che i diritti, come quello ad una casa e ad un lavoro, non debbano più trovare legittimità solo dopo lunghe occupazioni e cortei, sfidando il silenzio di chiesa e istituzioni. Tanto altro ancora ci sarebbe da chiedere, ma queste istanze la dicono già lunga sullo stato attuale di Palermo, e, per dirla con uno slogan da campagna elettorale, meglio una città che sia davvero più “normale” e meno cool, please!!

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Palermo: città più normale e meno cool, please!!ultima modifica: 2007-03-03T23:49:00+01:00da aldo251246
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