Palermo: grande e piena di sogni


Immagine tratta da http://www.FotosderWelt.de

Programmi proposte e trattative
Si è aperta la campagna elettorale che il 13 e 14 maggio deciderà a chi affidare il timone di una nave che stenta a prendere il largo, e che sventolando slogan, manifesti e strategie di marketing, si barcamena tra i problemi di sempre che fanno di Palermo una delle città meno vivibili d’Italia, a dispetto della sua felice posizione geografica, della sua storia, del suo patrimonio monumentale e culturale, della genialità dei suoi pensatori, e della disponibilità dei suoi giovani a conoscere e a confrontarsi, costretti, però, a trasferirsi nelle università del centro e del nord in vista di un più certo futuro lavorativo.

a.p.
19.03.2007
http://www.la-tua-voce.it


Immagine tratta da http://www.FotosderWelt.de

Programmi proposte e trattative
Si è aperta la campagna elettorale che il 13 e 14 maggio deciderà a chi affidare il timone di una nave che stenta a prendere il largo, e che sventolando slogan, manifesti e strategie di marketing, si barcamena tra i problemi di sempre che fanno di Palermo una delle città meno vivibili d’Italia, a dispetto della sua felice posizione geografica, della sua storia, del suo patrimonio monumentale e culturale, della genialità dei suoi pensatori, e della disponibilità dei suoi giovani a conoscere e a confrontarsi, costretti, però, a trasferirsi nelle università del centro e del nord in vista di un più certo futuro lavorativo.
Il candidato di centro sinistra Leoluca Orlando, potenzialmente alla sua terza consiliatura, parte con una lista aperta anche ad esponenti della Casa delle Libertà insoddisfatti e pronti a fare le valige, e si mostra sensibile pure alle problematiche di diplomati e laureati a cui schiude le porte per la stesura del suo programma lanciando un appello rivolto alla società civile, al terzo settore, alle associazioni di categoria e del mondo del lavoro per contribuire all’idea della “grande Palermo”, rimanendo in attesa di e-mail che lancino sul web iniziative e proposte.
Pur apprezzando la volontà di voler svecchiare gli usurati metodi di partecipazione attiva alle campagne elettorali optando per il consenso digitale di Internet e dei suoi navigatori, non si riesce a credere fino in fondo che l’onorevole Orlando, allontanatosi per i nuovi impegni parlamentari tra Roma e Bruxelles, non sappia già, da ex sindaco, quali e quante siano le istanze di una città che, purtroppo, nel frattempo, non solo non è cambiata, ma che ha visto acuirsi l’insufficienza e l’inefficienza dei servizi di trasporto pubblico che lasciano al palo gli utenti tra ritardi e fermate d’autobus fatiscenti, che offre servizi di pulizia inefficaci specie nei sottopassi impraticabili per sporcizia e siringhe; una città poco europea in cui si registra la scarsa manutenzione delle strade in molte delle quali manca pure l’ illuminazione appannaggio di ladri e imbrattatori.
Sulla mancanza di qualità si interroga Fabio Alfano, docente alla facoltà di Architettura e presidente del Centro studi Anghelos, in un articolo su La Repubblica riflettendo sul perchè “Palermo al momento non raggiunge quelli che potremmo definire i minimi standard per assicurare un abitare «decente» e tanti studi, sondaggi e classifiche hanno attestato ciò. Ma ancor di più lo dimostra la nostra esperienza quotidiana: manca molto a livello di infrastrutture, servizi, spazi verde. Siamo ancora lontanissimi per quantità e qualità da ciò che è la reale esigenza di una città che ha bisogno di attenzione, dedizione, continuità, coinvolgimento di tutti gli operatori (amministratori, studiosi, professionisti, amatori) per lo sviluppo di un progetto culturale e quindi di un piano di trasformazione che non può solo ruotare intorno al sindaco di turno” (repubblica.it 10.03.2007).


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Questa è la Palermo che oggi, insieme al decadimento delle strutture scolastiche, dai cornicioni pericolanti, prive di caldaie a norma e di palestre, rimane a guardare lasciando senza risposte le domande più urgenti e inascoltate dei senza-casa, risultato dell’inesistenza dell’edilizia popolare, che ora è costretta a “raschiare il barile” ripiegando sulle case militari inutilizzate e sugli asili abbandonati, peraltro già occupati da erbacce, capre e cavalli.
C’è da chiedersi il perchè negli ultimi decenni, piuttosto che costruire sul verde pubblico con varianti al PRG e sulle montagne, non si sia mai puntato con più razionali piani di edilizia pubblica, alla ristrutturazione e alla valorizzazione dell’esistente nel centro storico, quello, però, delle vie e viuzze affollate eppure dimenticate dai servizi di prima urbanizzazione, e lasciate all’iniziativa personale di una cittadinanza ormai multietnica, che deve arrangiarsi, alla bisogna, tra strade allagate, buie, e piene di spazzatura e impalcature di sostegno a mura pericolanti di palazzine abbandonate.
Se è vero che grandi progetti commerciali si apprestano ad addobbare il centro del cuore di Palermo restaurando edifici a peso d’oro, come il palazzo dell’Upim di Piazza San Domenico, che, con 25 milioni di euro, verrà acquistato e portato ai fasti del primo ‘900 dalla cordata Rinascente-Pirelli, è pur vero che l’abitato del perimetro rimane nel totale degrado.


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Risulta davvero difficile “sognare” in questa Palermo, a differenza di quanto auspicato dall’uscente sindaco neocandidato Diego Cammarata, che, in stile forzista, divulga i futuri fasti di una rinascita cittadina in cui tutti potranno trascorrere ore piacevoli su è giù per i piani di centri commerciali tra scalemobili, beauty-center, caffè e ristoranti, per poi tornare alla realtà tra marciapiedi malmessi, posteggi inesistenti, e vicoli sporchi territorio della microcriminalità, in cui troppi turisti sono rimasti vittime di scippi e aggressioni che li hanno costretti a trascorrere il resto delle vacanze in ospedale.
“Il centro storico è un disastro, così la città perde memoria” afferma dalle pagine di Repubblica Palermo l’architetto Gae Aulenti, che dopo i grandi progetti internazionali per Parigi, Barcellona e San Francisco, e dopo Palazzo Grassi a Venezia curerà in città il risanamento dell’ex Monte di pietà, Palazzo Branciforte, con un investimento di 8,5 milioni euro investiti dalla Fondazione del Banco di Sicilia. Il progetto dovrà riconsiderare non solo l’immobile, ma anche le strade e i vicoli tra via Bara e via Monte Santa Rosalia, ed è a tal proposito che la Aulenti esterna il proprio dispiacere per “aver trovato il centro storico palermitano in queste condizioni davvero preoccupanti… in cui sembra che si voglia cancellare la memoria con palazzine tutte uguali e senza senso, invece di valorizzare qualcosa che ha un valore insostituibile, e che una volta perso non potrà più esistere…”.


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Al di là del web o della battuta pubblicitaria del rinascimento, Palermo rimane una città che rischia di smarrire la sua identità sociale e architettonica insieme, e questo è, forse, il segno di un tempo passato a far clientele annunciando una città di respiro europeo, lavoro per tutti e task force per risolvere l’emergenza casa, promesse che, alla fine, hanno portato tutti a manifestare in strade e piazze di quella stessa città che non si vuol cambiare.
E ora corriamo pure il rischio che spunti sull’orizzonte elettorale un italo-americano, Frank Cannonito, ottuagenario candidato dell’Altra Sicilia, movimento autonomista con sede a Bruxelles e sito internet inneggiante allo Statuto al motto di “antudo”, che seguendo il trend di un paese che ai trentenni preferisce i grandi vecchi, dopo aver diffuso il dialetto e i cannoli siciliani nel mondo, ora propone un candidato che “vuol difendere la cultura e la lingua siciliana” e che denuncia “il genocidio culturale” di una città in cui non è mai tornato da quando emigrò nel 1910 (Repubblica-Palermo 10/02/2007 m.l.).
Poco originale, oltretutto, risulta il progetto di una Sicilia dagli echi a stelle e strisce, visto che già in passato Salvatore Giuliano si rivolse all’America, come si legge in un passaggio della lettera che scrisse al presidente degli Stati Uniti Truman nella primavera del 1947 “Caro presidente Truman, se non vi disturbo e se il mio messaggio non vi trova mal disposto, vogliate accettare l’umile appello di un giovane che è molto lontano dall’America, per quanto sia assai noto, e vi chiedo aiuto per la realizzazione di un sogno che fino ad oggi non è riuscito ad avverare. Permettete che mi presenti. Il mio nome è Salvatore Giuliano …Sono stato annessionista fin dalla fanciullezza, ma a causa della dittatura fascista, non ho potuto mostrare palesemente i miei sentimenti. Per quanto fossi latitante, seguivo da vicino la libertà politica portata dagli americani, e solo allora pensai di avverare quello che per tanto tempo era stato il mio sogno. Per tradurre in realtà il mio ideale mi unii ai membri del Movimento per l’Indipendenza siciliana. Il nostro sogno era di staccare la Sicilia dall’Italia e poi annetterla agli Stati Uniti…” (fonte: http://www.leinchieste.com)
In questo scenario c’è proprio da augurarsi, allora, che i giovani palermitani votino con coscienza, cercando di scegliere il programma che, alla fine della campagna elettorale, abbia quantomeno le tracce di più realistici propositi di cambiamento e di obiettivi concreti da realizzare in tempi brevi, che diano validi motivi per non lasciare Palermo per tornarvi, poi, tra impegni e nostalgia, giusto per il tempo delle ferie estive.

a.p.
19.03.2007
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Palermo: grande e piena di sogniultima modifica: 2007-03-19T10:37:00+01:00da aldo251246
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