Mentre un giudice onesto se ne va i corrotti restano


Immagine tratta da http://www.scalella.it

E’ uno sconfortante dato di fatto che un valido giudice che si dimette non fa notizia.
Con il suo acuto e pungente senso critico, Curzio Maltese dalla rubrica “Contromano” curata su “Il Venerdì di Repubblica” nell’articolo “La sconfitta di Colombo (e di noi tutti)”(lgs. nella sezione articoli), evidenzia come una notizia grave e di indubbia rilevanza morale sia stata scavalcata dai pruriginosi scoop su starlette, tronisti e foto compromettenti che, nelle ultime due settimane, hanno dominato sulle colonne dei quotidiani, sulle pagine dei rotocalchi e sui bit dei blog.

Le dimissioni di Gherardo Colombo dalla magistratura sono già un fatto lontano, lasciato alla routine degli uffici del CSM che ha dovuto prendere atto di una richiesta di pensionamento con 14 anni di anticipo e di poche righe, accompagnate da un’esortazione che il 17 marzo scorso il giudice affidava al “Corriere della Sera” <<Voglio invitare in particolare i giovani a riflettere sul senso della giustizia… in Italia non c’è condivisione di intenti tra chi cerca di fare giustizia e la gente, …nonostante le inchieste corrotti e corruttori sono rientrati nella vita pubblica>>.
Dopo avere indagato sulla P2, su Licio Gelli, sui responsabili di “Mani Pulite” e su Berlusconi, un magistrato di alta caratura posa la toga, e, come scrive Maltese “Colombo lascia di fronte alla restaurazione, anzi il trionfo di un’illegalità rivendicata come normalità e opposta alla <<devianza>>legalitaria”.
Dopo il “caso SME” e la condanna di Previti, processato insieme agli altri imputati per aver pagato giudici e comprato sentenze, Colombo è amareggiato di fronte alla lentezza della macchina della giustizia e allo stallo della Corte di Cassazione ingolfata da 150 mila sentenze l’anno, e, soprattutto, di fronte alla veloce riabilitazione di furbi e privilegiati a processo chiuso e telecamere spente.
La lettura dell’articolo di Maltese suggerisce che ancora si è in pochi a perorare la causa della cultura della legalità contro “la criminalità economica e politica”, e che è troppo flebile la voce di coloro che chiedono una “giustizia giusta” in nome di una legge che sia davvero “uguale per tutti”.
a.p.

Mentre un giudice onesto se ne va i corrotti restanoultima modifica: 2007-05-01T20:32:00+02:00da aldo251246
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