Tratto dal “Giornale di Sicilia”
Fatti & Notizie – 9 Gennaio 2009
«Impiegato in tribunale talpa dei boss»
«LAVORAVA NELL’UFFICIO GIP, È GIA CONDANNATO PER MAFIA»
A svelare i segreti ai boss di Cosa nostra, sarebbe stata una talpa che lavorava al palazzo di Giustizia di Caltanissetta. A rivelarlo ai magistrati della Dda nissena, un ex agente della polizia penitenziaria, Pietro Riggio, oggi collaboratore di giustizia.
Il pentito ha rivelato ai giudici il meccanismo messo in atto dalla talpa per accedere a delicati atti e documenti degli uffici dei Gip. Nel mirino Massimo Chiarelli, già condannato in primo grado mentre rimane in attesa del giudizio della corte d’Appello di Caltanissetta. L’infiltrato avrebbe rivelato ad un suo cugino, Dario Di Francesco, ex impiegato alI’Asi di Caltanissetta, ed inserito a pieno titolo nell’organigramma di Cosa nostra della famiglia nissena, che lui e altri due affiliati, ovvero Angelo Schillaci e Francesco Ercole lacona, erano stati iscritti nel registro degli indagati. «Naturalmente – ha spiegato il collaborante ai magistrati che lo hanno interrogato – la notizia ci lasciò un po’ sgomenti. Prima che la domanda la facessi io la fece Angelo Schillaci. La fonte è attendibile. Siamo sicuri? No dice, non ci sono dubbi sulla fonte in quanto è una persona che lavora all’interno dell’ufficio, che si occupa di queste cose. Si tratta di un mio cugino però non ci sono problemi, non possono arrivare a lui perchè risulta nativo a Catania e quindi non lo possono collegare a me. Quindi abbiamo la certezza che siamo sottoposti ad indagini». I tre venivano anche informati di volta in volta su eventuali proroghe di indagini sul loro conto e tutte le volte in cui nel territorio dovevano scattare delle operazioni di polizia.
(*DC*)