Abruzzo: la criminalità ha già fatto grandi affari in Abruzzo. Inchiesta anche sul tesoro dei Ciancimino

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 Mafia e ricostruzione, dossier dei magistrati su Cosa nostra

 

APPALTI. Tre le aree dove la criminalità ha già fatto grandi affari

 

Tratto dal Giornale di Sicilia

19 aprile 2009

 

SI SPULCIANO LE INCHIESTE SU CIANCIMINO E SU GIOVANNI SPERA

 

 

di Vincenzo Sinapi  

 

 

L’Aquila

 

L’Abruzzo è una regione «so­stanzialmente estranea a manife­stazioni criminali caratterizzate dal rigido controllo del territorio, tipico delle consorterie di tipo ma­fioso», ma questo non deve tran­quillizzare: il grande business del­la ricostruzione, si legge in un re­centissimo rapporto investigati­vo, non sarà ignorato dalla crimi­nalità organizzata, che da alcuni anni si è infiltrata anche in questa regione.

 Sotto il profilo criminale, è scritto nel dossier, l’Abruzzo può essere suddiviso in tre fasce di «in­teresse operativo»: 1) la zona co­stiera, con le province di Pescara, Teramo e Chieti dove, «per il rile­vante sviluppo nei settori dell’edili­zia, dell’industria e del commer­cio, le tradizionali organizzazioni mafiose potrebbero trovare facile radicamento, soprattutto per il ri­ciclaggio dei proventi di attività il­lecite»; 2) la Marsica, conAvezza­no, Carsoli e Tagliacozzo, il Comu­ne dove giusto un mese fa sono sta­ti sequestrati beni riconducibili al cosiddetto tesoro di Ciancimino; 2) l’Alto Sangro e la Valle Peligna, con Castel di Sangro, Roccaraso e. Sulmona, aree «interessate ad al­cuni clan camorristici dell’hinter­land napoletano».

Riguardo a Cosa Nostra, gli in­vestigatori puntano naturalmente l’accento sulla recentissima operazione «Alba Chiara», nella quale sono state arrestate tre persone (tra cui un ex assessore del Comune di Tagliacozzo) accusate di aver rici­clato somme di denaro provenien­i dal «tesoro occulto» riconducibi­le all’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino.

Ma nel rapporto inve­stigativo si sottolinea che l’ interes­se della mafia siciliana nel compar­to delle costruzioni in Abruzzo è di vecchia data: «già a partire dalla metà degli anni ’90 si era registra­ta, ad Avezzano la presenza di Gio­vanni Spera, figlio del boss Bene­detto».

Giovanni Spera viene indi­cato nel dossier come «imprendi­tore operante nel settore edile e della produzione del calcestruzzo tratto in arresto dalla Dia il 15 lu­glio 1999 ad Avezzano per associa­zione mafiosa».

Abruzzo: la criminalità ha già fatto grandi affari in Abruzzo. Inchiesta anche sul tesoro dei Cianciminoultima modifica: 2009-04-21T09:35:00+02:00da aldo251246
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