Per il fratello del Procuratore di Palermo chiesta condanna per abuso d’ufficio e truffa

 procura-palermo.jpg

Procura di Palermo, fonte immagine www2.melitoonline.it
Nel processo ai dirigenti la parola al pm: «Colpevole anche il fratello di Messineo»

Tratto dal Giornale di Sicilia

27 maggio 2007

PALERMO

Le condanne vengono chie­ste per il presidente Giuseppe Di Giovanni, il direttore Mario Mes­sineo, fratello del procuratore, e altri funzionari in carica nella so­cietà «Arte Vita» tra il 2000 e il 2001.

Il pm Fabrizio Vanorio chie­de tredici condanne per poco me­no di vent’anni di carcere com­plessivi, due assoluzioni e un pro­scioglimento per questioni tecni­che, con la derubricazione dell’ac­cusa in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e la dichiarazione di «improcedibilità».

 

Truffa, abuso d’ufficio e falso i reati contestati: secondo l’accusa, la società mista, che gestiva il personale dei siti culturali e archeologici siciliani, avrebbe con sentito sprechi per circa 700 mila euro, spostando personale fuori sede per consentire ai dipendenti di intascare le indennità di trasferta; l’azienda, in questo modo, per coprire i posti lasciati vacanti, avrebbe potuto assumere lavora tori interinali raccomandati dai politici.

«In commissione – aveva detto Ciro Pagano il 19 febbraio 2002, in una conversazione inter cettata – sguinzagliamo tutti i no stri cani, a destra e a sinistra e al l’opposizione diciamo di non rompere i c…».

Il coinvolgimento nel processo dei fratello del procu ratore di Palermo, Francesco Mes sineo, aveva fatto sì che il pm Va norio dipendesse funzionalmen te (solo per questo dibattimento) dalla Procura di Caltanissetta. Va norio, che dall’estate scorsa è sta to trasferito alla Procura di Napo li, è adesso «applicato» fino alla conclusione del giudizio, previ sta per metà luglio, davanti alla quarta sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Mario Fontana.

La pena più alta, due anni e sei mesi, è stata chiesta per Giusep pe Di Giovanni, ex presidente del consorzio per l’Area di sviluppo industriale, poi divenuto presi dente di «Arte Vita». Un anno e ot to mesi è la richiesta per l’architet to Mario Messineo e per il funzio nario dell’assessorato regionale ai Beni culturali Gaetano Gullo, attuale direttore della Biblioteca regionale. Un anno e sei mesi cia scuno per Vincenzo Garofalo, An­tonio Sabatino e Angelo Scimo ne. Un anno e quattro mesi per Francesco Lala. Un anno e tre me si per Angela Truisi e Ciro Paga no. Un anno e due mesi per Giaco mo Maria Oliva. Nove mesi, infi ne, per Antonino Barraco e Anto nino Bevilacqua. Le assoluzioni sono state chieste per Nicola Co sentino e Pasquale Antonio Pusa teri. Il proscioglimento è infine stato proposto per Antonino Crimaldi.

I trasferimenti di custodi nei siti archeologici più lontani sarebbero avvenuti 46 volte a ridosso del periodo delle elezioni regionali del giugno 2001. Il nome di uno dei politici che sarebbero stati sponsor di queste operazioni, se condo quanto emerge dalle inter cettazioni, era quello di Nino Dina (Udc), che aveva sempre smen tito e che non fu mai indagato. In stile bipartisan, anche la figlia di Lillo Speziale (Ds, ora Pd) fu as­sunta in «Arte Vita».

Il 28 febbraio 2002 Mario Messineo chiamò Dina: «Ti avevo cercato per dirti che abbiamo ricambiato, abbiamo dato seguito all’interinale. Ma poi abbiamo dato una serie di unità». Nel giudizio era stata ipotizza ta anche una tentata estorsione ai danni della sovrintendente ai Beni culturali, Adele Mormino, ma l’episodio è stato ritenuto insussi stente. 

(ALFE) R.AR.-AL.FE.

Palermo, missioni sarebbero servite per incassare indennita’

Tratto da ANSA
26 maggio 2009

PALERMO, Chiesta condanna a un anno e 8 mesi per Mario Messineo, per abuso d’ufficio e truffa. L’imputato e’ fratello del Procuratore di Palermo. Il pm del capoluogo siciliano ha chiesto ai giudici del tribunale condanne per 13 imputati.

Per altri due e’ stata sollecitata l’assoluzione. Per l’accusa le continue missioni di alcuni dipendenti della societa “Arte Vita”, impegnata nella gestione di siti archeologici e musei, sarebbero servite per incassare le indennita’ e liberare posti in organico.

Per il fratello del Procuratore di Palermo chiesta condanna per abuso d’ufficio e truffaultima modifica: 2009-05-26T20:48:00+02:00da aldo251246
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in ARTICOLI, GIUSTIZIA, ultimissime e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.