Giustizia, politici e pentiti

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Mafia, i magistrati chiedono il rinvio a giudizio per Cuffaro

Fonte http://palermo.repubblica.it/

di Alessandra Ziniti

25 novembre 2009

Palermo – Per la Procura di Palermo, Salvatore Cuffaro « avrebbe rafforzato in maniera sistematica e continuativa l’associazione mafiosa». Per questo l’ex presidente della Regione, già a giudizio in secondo grado per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento a Cosa nostra, va processato anche per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il pentito Spatuzza afferma “Schifani incontrò Graviano”

 

Fonte http://palermo.repubblica.it/

26 novembre 2009

 

Palermo – In un’informativa della Dia, depositata al processo d’appello contro il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, il pentito Gaspare Spatuzza ricorda un episodio dei primissimi anni ’90, sostenendo di avere visto l’attuale presidente del Senato, Renato Schifani, incontrare il boss Filippo Graviano.

La replica di Schifani. “Non ho mai avuto rapporti con Filippo Graviano”.

Mafia, i magistrati chiedono il rinvio a giudizio per Cuffaro

Fonte http://palermo.repubblica.it/

di Alessandra Ziniti

25 novembre 2009

Palermo – Per la Procura di Palermo, Salvatore Cuffaro « avrebbe rafforzato in maniera sistematica e continuativa l’associazione mafiosa». Per questo l’ex presidente della Regione, già a giudizio in secondo grado per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento a Cosa nostra, va processato anche per concorso esterno in associazione mafiosa. La nuova richiesta di rinvio a giudizio per il senatore dell’Udc, firmata personalmente dal procuratore capo Francesco Messineo e dal sostituto Nino Di Matteo, già anticipata il mese scorso dall’avviso di conclusione delle indagini, è stata depositata nella cancelleria del gup Vittorio Anania che adesso dovrà fissare l’udienza preliminare per pronunciarsi su una vicenda giudiziaria che si preannuncia controversa.

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Il pentito Spatuzza afferma
“Schifani incontrò Graviano”

 

Palermo – In un’informativa della Dia, depositata al processo d’appello contro il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, il pentito Gaspare Spatuzza ricorda un episodio dei primissimi anni ’90, sostenendo di avere visto l’attuale presidente del Senato, Renato Schifani, incontrare il boss Filippo Graviano. La vicenda si riferirebbe al periodo in cui Schifani esercitava la professione di avvocato civilista e amministrativista e Graviano non era ancora latitante. Schifani assisteva civilmente Giuseppe Cosenza, indiziato per mafia e poi sottoposto al sequestro e alla confisca dei beni (divenuti definitivi nel 1992) e alla sorveglianza speciale per tre anni.

 La replica di Schifani. “Non ho mai avuto rapporti con Filippo Graviano e non l’ho mai assistito professionalmente. Questa è la verità. Sia chiaro: denuncerò in sede giudiziaria, con determinazione e fermezza, chiunque, come il signor Spatuzza, intende infangare la mia dignità professionale, politica e umana”.

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Schifani e il palazzo abitato dai boss         

C’è un palazzo a Palermo, vicino allo stadio della Favorita, che spiega meglio di un trattato la mafia e l’antimafia. I suoi nove piani sono un monumento alla prevaricazione dei forti sui deboli, dei corrotti sugli onesti. Sono stati costruiti in spregio a ogni norma con la complicità della politica, calpestando con la ruspa i diritti di due donne inermi

Scritto da Marco Lillo   

Il Fatto Quotidiano

Venerdì 20 novembre 2009

Tratto da http://www.19luglio1992.com

Ogni muro, ogni mattone, profuma di mafia. Chi ha eseguito i lavori e chi li ha diretti, chi ha fornito il calcestruzzo e chi ha fatto gli scavi, chi ha guadagnato vendendo gli appartamenti e talvolta anche chi li ha comprati, è legato da vincoli di sangue o di cosca con i padrini più blasonati di Palermo: Madonia, Bontate, Pullarà, Guastella, Lo Piccolo. Il capo dei lavori, Salvatore Savoca, è stato strangolato perché non voleva dividere il boccone di cemento con un clan più forte del suo: i Madonia. L’assessore che ha dato la licenza è stato condannato per le mazzette ricevute in cambio della concessione. Il costruttore Pietro Lo Sicco è stato condannato per mafia e corruzione ed è in galera. Il palazzo è stato confiscato e le vittime, Rosa e Savina Pilliu, hanno ricevuto in affitto dallo Stato l’appartamento nel quale dormiva Giovanni Brusca, l’uomo che ha schiacciato il telecomando della strage di Capaci.

Sembrerebbe una storia semplice nella quale è persino troppo facile scegliere da che parte stare. E invece la storia di Piazza Leoni dimostra che la vita è fatta di scelte, mai scontate. Questo palazzo incrocia il destino di due uomini famosi e distanti tra loro: Renato Schifani e Paolo Borsellino. Il primo (prima che le procure e i tribunali accertassero le responsabilità del costruttore corruttore e mafioso) ha messo a disposizione la sua scienza per sostenere il torto del più forte. Il secondo, nei giorni più duri della sua vita, ha trovato il tempo per ascoltare le ragioni dei deboli. Quel palazzo è ancora in piedi grazie anche ai consigli legali, ai ricorsi e alle richieste di sanatoria dello studio legale Schifani-Pinelli del quale il presidente del senato è stato partner con l’amico Nunzio Pinelli negli anni chiave di questa vicenda, prima di lasciare il posto al figlio Roberto. Mentre Schifani combatteva in Tribunale per Lo Sicco, il giudice Paolo Borsellino, trascorreva le ore più preziose della sua vita per ascoltare le signorine Pilliu. (Marco Lillo  Venerdì 20 novembre 2009).

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Giustizia, politici e pentitiultima modifica: 2009-11-30T10:24:00+01:00da aldo251246
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