Ustica. Donna muore in un’immersione. Indagato un istruttore

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IMPUTAZIONE COATTA. La Procura aveva chiesto per 4 volte l’archiviazione. II giudice accoglie la tesi dei familiari

Ustica. Morì a 25 anni durante un’immersione. Il gip: processate un istruttore di sub

Secondo la Procura non ci sarebbero stati gli estremi per processare Angelo Albanese, ma gli avvocati Caleca e Mangano hanno insistito. La difesa: nessuna responsabilità.

Cronaca di Palermo

Fonte Giornale di Sicilia
11 febbraio 2010
di Riccardo Arena

Dopo quattro richieste di archiviazione il giudice delle indagini preliminari ordina l’imputazione coatta per Angelo Albanese, istruttore di immersioni subacquee, che adesso rischia un processo per omicidio colposo: l’uomo dovrà essere proposto per il rinvio a giudizio dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta.
L’omicidio colposo è quello di Amalia D’Ondes Corselli, una sub di 27 anni che morì il 31 luglio del 2005 nelle acque di Ustica, proprio durante un’immersione. La giovane fu stroncata da un’aritmia cardiaca che le fu fatale. Chi le rilasciò i brevetti per immergersi fino a 39 metri di profondità avrebbe dovuto saperlo, hanno sostenuto gli avvocati Nino Caleca e Roberto Mangano, legali di madre e sorella della vittima: sarebbero bastati gli esami elettrocardiografici sotto sforzo, previsti dai protocolli del ministero della Sanità e fatti propri dalle Federazioni sportive, per scoprire cosa aveva Amalia.
Invece quei brevetti le sarebbero stati rilasciati solo grazie ai classici certificati medici di sana e robusta costituzione. E il cuore della ragazza non resse a quello sforzo. Da qui l’ipotesi di omicidio colposo formulata nei confronti di Albanese, che è stato iscritto coattivamente nel registro degli indagati dal pm, dopo la decisione del Gip Piergiorgio Morosini.

Amalia Corselli D’Ondes era una ragazza molto sportiva e godeva apparentemente di ottima salute, ma soffriva senza saperlo di una situazione patologica che le fu fatale: aveva infatti alterazioni del muscolo miocardico, con una «displasia aritmogena del ventricolo destro», ritenute dai consulenti nominati dalle «persone offese» assolutamente incompatibili con la disciplina delle immersioni subacquee. E il certificato di sana e robusta costituzione, questa situazione non poteva rilevarla.
La Procura aveva ritenuto però che la vicenda fosse di difficile soluzione, escludendo di potere utilmente portare avanti un processo con probabilità di condanna nei confronti di un eventuale imputato. Dal canto suo, Albanese ha sostenuto di avere fatto quanto doveva e di non avere trascurato i propri compiti. Eppure Amalia aveva i brevetti «Open Water Diver», «Advanced Diver» e «Deep Diver Speciality», che non avrebbe dovuto possedere.
La ragazza, il 31 luglio del 2005, aveva effettuato due immersioni guidate, nel corso della stessa giornata, sui fondali di Ustica. La giovane utilizzò le bombole ad ossigeno e a stroncarla, in apparenza, secondo i primi accertamenti, fu un’embolia. L’autopsia, eseguita dal professore Paolo Procaccianti, fece cambiare radicalmente la prospettiva e consentì di ipotizzare una realtà del tutto diversa. Intanto, come emerse dall’indagine svolta dal pm Marco Verzera, la D’Ondes Corselli aveva conseguito ben tre brevetti, per scendere fino ad una profondità di 39 metri, ma l’unico certificato medico che aveva consegnato per ottenerli si limitava ad attestare il «buono stato di salute», con l’indicazione testuale: «Non sussistono controindicazioni alla pratica di attività sportiva non agonistica».
Gli avvocati Caleca e Mangano rilevarono subito che il manuale istruttori per le attività subacque prevede che l’allievo non presenti controindicazioni alla pratica. E secondo una circolare normativa 2004 sulla didattica subacquea, l’allievo va sottoposto ad una particolare prova da sforzo durante l’elettrocardiogramma.

Riccardo Arena

Ustica. Donna muore in un’immersione. Indagato un istruttoreultima modifica: 2010-02-12T10:43:00+01:00da aldo251246
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