“Vespa, Gad e il caso della tetta corsara”, di Francesco Specchia

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Fonte http://www.libero-news.it/blog.jsp?id=1180

7 ottobre 2010

di FRANCESCO SPECCHIA

La tetta tracimante dallo chiffon -con il suo strascico polemico e femminista – onestamente ci era sfuggita.
Sarà perchè, l’altra sera, alla premiazione del Campiello, eravamo infrattati in un palchetto e lo sguardo lubrico di Brunello Vespa era tagliato dalla prospettiva; sarà perchè di Silvia Avallone, vincitrice per la miglior opera prima e svolazzante come una falena sul palco della Fenice, più che il décolletté ci avevano colpiti il sorriso e il tatuaggio da nostromo. Ma, insomma, non ci era proprio parso che Vespa nel chiedere alla regia Rai d’inquadrarne il seno e nell’apprezzarne, un po’ berlusconianamente, la vibrazione emotiva («La sto toccando vibra ancora d’emozione») avesse offeso la Avallone che, infatti, s’era fatta due risate apprezzando «l’atmosfera di levità…». Ma figurarsi. Una come la Silvia che morde la vita e la letteratura come Diablo Cody, l’ex spogliarellista e splendida sceneggiatrice di Juno (a cui Avallone assomiglia); una che racconta i ruvidi lavoratori d’acciaio di Piombino, i maschi arrapati nei night di provincia e l’amore saffico tra due adolescenti; bè, una così un apprezzamento sul décolletté lo ritiene il minimo sindacale. Nessuno scandalo, insomma.  Nessuno, al Campiello, aveva parlato di un “caso Vespa/tette della Avallone”; nè tra gli astanti, nè tra le decine di colleghi presenti. Sicchè leggendo ieri Marisa Fumagalli sul Corriere della sera e Gad Lerner su Repubblica supportato da Maurizio Bono (che non c’era); e scoprendo che mezza Venezia era incazzatissima col burino Vespa, il nostro spiazzamento è stato irreale. Saremmo mica diventati tutti scemi. Vespa, secondo Corriere e Repubblica, da cerimoniere un tantino mellifluo s’era mutato, all’improvviso, in un rozzo pastore della Marsica. Mancava solo circolasse la voce che durante la cena di gala si fosse scaccolato e che avesse tirato peti poderosi nel break del collegamento tv, per distruggerne quarant’anni di  understament democristiano.

Conoscendone la permalosità, Bruno sarà caduto in una depressione alla Berto. Ma tant’è. «Eri lì e hai bucato la notizia, complimenti…», ci ha rimproverato il direttore. Vagli a spiegare che era una non-notizia. E che lo sfogo sulla gaffe delle tette era stato strappato alla sola Michela Murgia, vincitrice con Abbacadora la quale, irritata dalle considerazioni anatomiche vespiane ha affermato: «Quando c’è di mezzo una donna si va sempre a parare sul corpo. Non importa l’intelligenza. Tutto si svilisce, si riduce alla carne. Se gli apprezzamenti Vespa li avesse fatti a me, avrebbe avuto la risposta che meritava…». Ma Vespa non li ha fatti a lei. E, ad essere inferociti erano, curiosamente, soltanto la Murgia stessa e Gad. “Il libro è passato decisamente in secondo piano, quasi che il maturo maschio italiano di successo e benpensante -dimentico delle sua professione-  si ritenesse autorizzato alla deroga protocollare: la pupa ha ben altro da mostrarci, cosa volete che me ne importi se è una scrittrice di valore?”, scrive Gad del Brunello ingrifato dalla pupa “naturalmente in un premio letterario francese, tedesco o americano  sarebbe inconcepibile una simile diseguaglianza di trattamento”. E qui potremmo citare, chessò, le scrittrici Danica McKellar spogliata sulle riviste, o Vàlerie Tasso celeberrima autrice di Diario di una ninfomane che fa del corpo il suo curriculum, o la stessa Isabella Santacroce, che per pubblicizzare “V.M.18” si produsse in foto sadomaso in frustino. Tutte bravissime e tutte dotate di consapevole attrattiva sessuale.
Il problema non è Vespa. É che, ormai, non puoi fare un apprezzamento galante che subito ii trova Lerner alle spalle a martoriarti col solito pippone sul Corpo delle donne, su Lorella Zanardo, sulla mercificazione berlusconiana della femminilità. Non che Gad (a proposito, Scintille meritava di più) abbia sempre torto, anzi. Ma, insomma, Vespa uscito di seno ci mancava… FRANCESCO SPECCHIA

 

“Vespa, Gad e il caso della tetta corsara”, di Francesco Specchiaultima modifica: 2010-10-07T12:41:59+02:00da aldo251246
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