La spallata, la magistratura politicizzata, i libri e i convegni

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UNA STORIA GIA’ VISTA

Fenomenologia della spallata

di Paolo Pillitteri

Una mobilitazione a favore della magistratura italiana, fa dei giudici una controparte politica, li coinvolge nello scontro mettendoli in prima fila.”

Da quando c’è, la sindrome della spallata? E di che si tratta? Trattasi di una malattia endemica della sinistra italiana apparsa fin dagli anni ’90, prima in ostilità al pentapartito, poi a Berlusconi, che consiste nel tentare disperatamente di cacciare dal potere il Cavaliere con una potente spallata favorita, si badi bene, non dalla forza, dalla credibilità della proposta politica, ma dalla concomitanza di accuse giudiziarie enfatizzate dai mass medi (intercettazioni,verbali,pentiti,escort ecc) e cavalcate dall’opposizione che vede avvicinarsi la spallata, appunto.
Ancora una volta irrompe il circo o circuito mediatico – giudiziario che incenerì la Prima Repubblica e senza soluzione di continuità, cerca disperatamente di fare lo stesso scempio con la seconda,cioè con Berlusconi. Ma il rischio,per costoro, è mortale. La spallata, nella vulgata italica, ha come sua fonte la magistratura cosiddetta politicizzata, quella che il Presidente del Consiglio definisce toghe rosse, e secondo alcuni analisti sembra oggi raccogliersi intorno a prestigiosi magistrati (Torino, Milano, Palermo, Venezia) in occasione infatti della liturgica e vagamente vescovile inaugurazione dell’anno giudiziario, si sono ascoltate parole d’ordine forti e dure che, se non sono il sintomo di una spallata (metaforica) al Cavaliere, poco ci manca.

E’ come se fossimo arrivati a un punto di non ritorno dello scontro, senza tuttavia tenere conto delle inevitabili conseguenze politico istituzionali che innescherebbe una spallata giudiziaria porrebbe all’ordine del giorno la crisi di sistema. A cominciare dalla messa in mora della legittimità di un governo eletto dal popolo; eppure, da Venezia a Torino risuonano parole di attacco (“la misura è colma …”) confermando in molti il sospetto di un uso politico della giustizia , cui non pochi settori della sinistra affidano il buon esito della spallata, preparando per la bisogna la Santa Alleanza, la grande ammucchiata del governo di salute pubblica, costituente, magari col Cavaliere ripreso da “You Tube” mentre vola ad Antigua.
Il fatto è che la crisi di oggi, l’irruzione prepotente del circuito mediatico giudiziario con accompagnamento di nani, ballerine e guardoni, il rinnovato ruolo etico di una certa magistratura sullo sfondo di una crisi interistituzionale da tutti contro tutti, viene da lontano; viene dal ’92/’93 , vale a dire dall’eliminazione per via giudiziaria di Dc, Psi, Psdi, Pri, Pli, salvando il Partito comunista, una cancellazione non per via politica ma giustizialista di cui il simbolo fu ed è Di Pietro, che ha contaminato l’intera sinistra.
Nel frattempo era venuta meno la precondizione dell’autonomia dei parlamentari, col depennamento della immunità, che ha consentito alla magistratura di procedere a briglia sciolte,tanto più che a lei era stata conservato e potenziato il Consiglio superiore della magistratura, cioè la più completa delle autonomie.
Il risultato è che i magistrati, non tutti, per fortuna, possono fare politica attraverso libri, convegni, seminari, interviste, saggi, articoli di giornale, manifestazioni contro il governo ma non viceversa. Se si manifesta contro i pubblici ministeri, hanno detto i vescovi laici della Cei giudiziaria, si va contro la Costituzione.
Il tono era da Crociata contro gli infedeli, con riferimento alla manifestazione annunciata dal Popolo della libertà, e poi rientrata, del tredici febbraio. Si dà però il caso che un’altra manifestazione, di segno contrario, a difesa dei pubblici ministeri e della libertà(sic!) sia stata indetta, tramite Rai – Tv, da Michele Santoro, Marco Travaglio e Spinelli Barbara, per lo stesso giorno.
Una mobilitazione a favore della magistratura italiana, fa dei giudici una controparte politica, li coinvolge nello scontro mettendoli in prima fila. E’ un altro modo, clamoroso e denso di incognite, dell’uso politico della giustizia. Non sempre le spallate funzionano. A volte, fanno pure male.
E tanto.

Paolo Pillitteri

La spallata, la magistratura politicizzata, i libri e i convegniultima modifica: 2011-02-03T09:39:00+01:00da aldo251246
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