GIUSTIZIA E POLITICA. Il pm getta la maschera e fa il tribuno in piazza

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RASSEGNA STAMPA

Il Giornale

13 gennaio 2011

Chi è Antonio Ingroia

di Stefano Zurlo

Sulla sua scrivania sono ammonticchiati i misteri d’Italia. O, almeno, quelli che lui ritiene tali: l’enigma Mauro De Mauro, le origini del patrimonio Fininvest, la silhouette di Marcello Dell’Utri, le rivelazioni da perfetto tuttologo,con annesso papello, di Ciancimino junior, ventriloquo del defunto padre. E da ultimo la morte di Salvatore Giuliano: «Di sicuro c’è solo che è morto» aveva scritto con un incipit memorabile sull’Europeo Tommaso Besozzi.

Sessant’anni dopo, Antonio Ingroia ha fatto scoperchiare la tomba di Montelepre perché gli è venuto il dubbio che il corpo sia quello di un altro. E così, dopo avere cercato di riscrivere un pezzo di storia, il procuratore aggiunto di Palermo si appresta a riscrivere un pezzo di storia del giornalismo.

Il Giornale

15 gennaio 2011

“Io come Borsellino” Ingroia l’intoccabile ora fa pure il martire…

di Anna Maria Greco

Il pm respinge le critiche al suo comizio contro la riforma Alfano e tira in ballo l’eroe antimafia

 

Antonio Ingroia frequenta per professione il retrobottega della politica, quella stanza di compensazione in cui gli interessi dello Stato si incrociano con quelli di Cosa nostra. Quando esce da quella camera oscura, il magistrato sale sul palco o si mette a scrivere. Perché Ingroia ha almeno tre lati: pm, saggista, conferenziere. Ha partecipato al forum di lancio del quotidiano travagliato Il Fatto, è stato inserito, fianco a fianco con artisti e comici, fra Marco Travaglio, Antonio Di Pietro e Dario Fo, nella locandina della manifestazione anti Cavaliere e anti bunga-bunga promossa nei mesi scorsia Bologna dall’Italia dei Valori.Vi furono in quell’occasione polemiche e alla fine Ingroia optò per una soluzione soft: un’intervista chiusa. Ma, pur nella sua eleganza, il magistrato è un’icona di quella sinistr iconoclasta che vuole chiudere la lunga stagione berlusconiana.

Diceva Piercamillo Davigo, il Dottor Sottile del pool Manipulite, che i magistrati sono come i guardalinee: non possono lasciare la bandierina, entrare in campo e giocare. È quello che Ingroia fa ad un livello più sofisticato: qualche tempo fa ha scritto un acuminato libretto. C’era una volta l’intercettazione, in cui fa a pezzi la futuribile legge «taglia ascolti» voluta dalla maggioranza di centrodestra. Il libro è diventato un punto di riferimento per i girotondini e non solo per loro, la norma è di là da venire e s’è incagliata in Parlamento nell’infinita querelle maggioranza-opposizione sulla giustizia. L’obiezione, insomma,è sempre la stessa, Ingroia critica al pomeriggio quei personaggi su cui scava al mattino e che qualche volta ricritica alla sera, ricevendo standingovation delle piazze e dei salotti televisivi alla moda. Storia e cronaca si fondono dunque in un’opposizione a tutto campo, 24ore su 24, al regime berlusconiano. E quando viene a Milano, Ingroia si muove soltanto per compiere qualche delicato interrogatorio o per seguire dalla tribuna di San Siro la sua squadra del cuore: l’Inter. Perché Berlusconi e il suo mondo sono incompatibili con lui non solo antropologicamente,ma perfino calcisticamente. Intanto sulla sua scrivania di pm i misteri italiani, che poi in buona parte sono i misteri gaudiosi del Cavaliere, si affollano come non mai.

Nei mesi scorsi è transitata a Palermo persino Nadia Macrì, la escort che ha raccontato di essere stata ospite del premier e dei suoi festini a base di sesso fra Villa Certosa e Arcore. La stessa escort che ha esibito ad Annozero nello studio di Santoro i gioielli che le avrebbe regalato il Cavaliere. Anche se poi è saltato fuori l’ex marito a spiegare che era tutta una balla. Gli anelli li aveva comprati lui in un emporio di Gela. E così almeno un mistero piccolo piccolo ma grande grande per la platea televisiva è stato risolto. O meglio, si è dissolto nel nulla. Stefano Zurlo

Il Giornale

13 gennaio 2011

di Anna Maria Greco

Il procuratore aggiunto di Palermo Ingroia protagonista al «Costituzione-day», la manifestazione di sinistra contro il governo: «Con questa riforma è a rischio lo Stato di diritto».

Ormai è ufficiale: i magistrati non si preoccupano più di apparire imparziali

 

Roma. Sul palco c’è un tribuno della plebe che arringala folla. «Con questa controriforma – dice – non è in gioco la separazione delle carriere, mal’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge». Si chiama Antonio Ingroia, nelle aule giudiziarie veste la toga del pubblico ministero, ma al «Costituzione day», in piazza del Popolo, a Roma, attacca il governo Berlusconi con i toni accesi del leader politico.

Di manifestazioni ce ne sono in tutt’Italia, gli organizzatori parlano di un milione di partecipanti ma per il Viminale sarebbero 43 mila in tutto, di cui 25mila nella capitale. È qui che il procuratore aggiunto di Palermo fa il suo discorso, accanto agli esponenti dei partiti. «Il fatto che ci siano tanti italiani dimostra ch avete capito che la cosiddetta riforma della giustizia in realtà è una controriforma. Non è solo una ritorsione contro la magistratura, c’è in gioco una posta molto più grande.  Se dovesse passare avremmo uno Stato di diritto azzoppato, sfigurato nei suoi principi fondamentali così come disegnati dai padri costituenti».

Il presidente dell’Anm, Luca Palamara, con più cautela ha mandato un messaggio di «adesione e solidarietà» alle manifestazioni: «L’associazione si riconosce in questi principi ed è più che mai impegnata a difendere gli interessi della collettività, l’indipendenza e l’autonomia della magistratura». Palamara è della corrente maggioritaria Unicost e l’Anm, che il 19 dovrà decidere sullo sciopero o altre forme di protesta, è sotto pressione soprattutto da parte delle correnti di sinistra, Magistratura democratica e Movimento per la Giustizia. Che chiedono addirittura le dimissioni delle toghe che lavorano al ministero della Giustizia. Ingroia ci mette la faccia. Lo ha fatto altre volte, anche in dibattiti tv come Annozero, ma stavolta incarna la fase due della rivolta della magistratura.

Quella a lungo preparata nelle infuocate mailing list, in cui si reclama una svolta di aperta lotta politica dell’Anm. La strategia è quella di allargare lo scontro sulla giustizia a tutti i cittadini, di convincere gli elettori a mobilitarsi soprattutto per mandare a casa il governo. Prima di Cristo i tribuni della plebe si opponevano ai magistrati dei patrizi grazie all’assoluta inviolabilità e sacralità della loro carica, la sacrosanctitas, oggi i magistrati antiberluscones sventolano nelle piazze la bandiera della loro sacrosanta autonomia e indipendenza. Ha un bel dire il premier che questi principi non sono intaccati dalla riforma. Ha un bel ripetere il Guardasigilli Angelino Alfano che non c’ è nessuna «crociata» contro le toghe, ma si cerca il dialogo in Parlamento. I falchi dell’Anm hanno già deciso che la riforma dev’essere il cavallo di Troia per far crollare il palazzo del Cavaliere. Che non ci sia più spazio per alcuna prudenza, neppure per tutelare l’immagine di imparzialità del magistrato, lo dimostra il comizio di Ingroia. «L’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge- dice il pm antimafia, attirando gli applausi – non sarebbe garantita se il potere giudiziario venisses chiacciato da quello politico. Il governo sta tentando di prendere il controllo diretto dell’azione penale. La posta in gioco ha a che fare non tanto con il nostro presente, ma con il vostro futuro».

Paradosso. Il leader Pd Pier Luigi Bersani dice «non siamo il partito dei giudici e dei pm», proprio mentre Ingroia sembra candidarsi a nuovo leader del partito. «Come fa l’Anm – dice il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto- a parlare di difesa, dell’indipendenza dei magistrati, di fronte ad episodi così clamorosi di schieramento politico?». Lui, il tribuno della plebe Ingroia, intanto ha già avuto un’investitura dalla piazza, con la colonna sonora dell’Inno di Mameli, mentre sventolano testi della Costituzione e bandiere tricolore. Anna Maria Greco

GIUSTIZIA E POLITICA. Il pm getta la maschera e fa il tribuno in piazzaultima modifica: 2011-03-14T10:49:00+01:00da aldo251246
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