KLICCA Palermo. Vigile urbano sospeso dal servizio, aveva rivelato segreti d’ufficio ad un boss
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KLICCA Maresciallo dei carabinieri arrestato a Catenanuova (Enna)
Ndrangheta, carabinieri fanno luce su lupara bianca: 15 arresti
11 maggio 2012
15 ordinanze di custodia cautelare 12 arresti e tre obblighi di dimora, a presunti appartenenti alla cosca Sia-Procopio-Tripodi, tra cui un carabiniere in servizio, che avrebbe fornito informazioni sulle operazioni nei confronti della cosca
Catanzaro, (TMNews) – Un’inchiesta per fare luce sui contrasti interni alla cosca della ‘ndrangheta attiva nell’area ionica di Soverato e sull’omicidio di Giuseppe Todaro, vittima di lupara bianca.
I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e della compagnia di Soverato, in collaborazione con il Ros, hanno notificato 15 ordinanze di custodia cautelare, 12 arresti e tre obblighi di dimora, a presunti appartenenti alla cosca Sia-Procopio-Tripodi, tra cui un carabiniere in servizio, che avrebbe fornito informazioni sulle operazioni nei confronti della cosca. L’ex vicesindaco di Soverato, Teodoro Sinopoli, è invece indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo: “E’ un velo squarciato che consente di leggere tutti gli omicidi che si sono verificati nel Soveratese.
Sono apparsi come il contrasto tra due fazioni, quella di Sia-Vittorio e quella di Todaro, che facevano capo rispettivamente a Vallelunga-Damiano e Gallace”. La divisione tra le fazioni ha portato a una guerra di mafia con decine di omicidi commessi tra il 2009 e il 2011. Secondo le indagini tra gli arrestati ci sarebbero anche i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Giuseppe Todaro, vittima della faida il 22 dicembre del 2009.
Bombe a mano e falso attentato, rinuncia il difensore di un maresciallo
Giallo attorno alla decisione del difensore del sottufficiale Vito Maniscalchi, uno dei principali imputati
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30 aprile 2010
di Piero Argentiero
BRINDISI – Altro colpo di scena nel processo contro i carabinieri della Compagnia di Fasano, arrestati il 18 gennaio del 2005 per un falso attentato che avrebbero assemblato per incolpare ingiustamente una coppia di ostunesi (Carmelo Vasta e Maria Loparco) e ricevere onorificenze. Questa mattina, in apertura di udienza, Giancarlo Chiarelli, difensore del maresciallo Vito Maniscalchi (il sottufficiale che avrebbe dovuto essere vittima dell’attentato a colpi di bombe a mano), ha annunciato di rinunciare alla difesa.
Rassegna stampa
Clan & mele marce, maresciallo collegato a boss latitante
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