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Caltanissetta, maresciallo chiede soldi per togliere denunce
Il sottufficiale è stato pure indagato da altre Procure per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e ricettazione
28 marzo 2014
di VINCENZO FALCI
CALTANISSETTA. Pretendeva soldi per cancellare una denuncia presentata in caserma. Ed a più riprese avrebbe chiesto al malcapitato oltre mille e settecento euro. Ma questo è solo l’ultima della grane giudiziarie che sono piovute sul capo di un maresciallo dell’Arma, Vincenzo M. (difeso dagli avvocati Walter Tesauro ed Ernesto Brivido), ora sospeso dal servizio. Sì, perché il suo nome è finito al centro di inchieste, aperte da altre procure italiane, per truffa, ricettazione ma anche per vicende legate a prostituzione.
Ma sul capo del sottufficiale pende pure ben altro. A cominciare da un’inchiesta, del lontano 2005, in cui è stato coinvolto con ipotesi pesantissime: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e rivelazione di segreti d’ufficio, almeno altre tre denunce tutte risalenti a sette anni fa. Leggi tutto
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