Caro Babbo del Natale,
alla luce di un fioco riverbero della coscienza, non voglio scriverti “che cosa trovare” sotto l’albero, piuttosto ti invio l’elenco di tutto quello che vorrei scartare e non trovare mai più, tra scatole e pacchi chiusi da gonfi fiocchi luccicanti che rassicurano la coscienza di chi li fa, soddisfacendo le aspettative di chi li riceve senza farsi troppe domande:
non voglio più assistere alle fila di candele accese sui marciapiedi sporchi di sangue di chi è stato travolto e spazzato via dal disegno di un destino calcolato da carnefici vittime anch’essi di progetti più grandi di quei pochi architetti che vogliono costruire il futuro di tutti, a qualunque prezzo;
non voglio più sentire l’eco di Giustizia e Verità, parole consunte dai diritti negati e dalle promesse inesaudite di chi opera perché niente cambi, e perchè su tutto si torni a tacere, addormentando le coscienze nella culla del silenzio.
Caro Babbo del Natale,
so che forse avrai già appallottolato questo foglio tra le dita calde dei tuoi guanti consunti, da anni e anni di consegne di doni e promesse al traino delle tue renne volanti; mi auguro però, anche solo per un istante, di avere scosso, se non la tua coscienza, un po’ di neve dall’albero di questo ennesimo Natale in cui ci vuole davvero, davvero un gran coraggio per festeggiare le briciole di un Mondo donato che non abbiamo saputo né meritare né curare.
Pegasus’s wings