Mafia: finanziere in manette, passava informazioni a un boss

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29/02/2008

FINANZIERE “INFORMAVA” UN BOSS, TRE ARRESTI A PALERMO

Il finanziere e’ accusato di avere informato sistematicamente e fedelmente il boss di eventuali attività d’indagine e dei blitz programmati dalla Guardia di Finanza con riferimento al settore dei videopoker. Avrebbe ricevuto in premio “dazioni”.

PALERMO (ITALPRESS)- Passava informazioni riservate ad un personaggio di spicco della famiglia mafiosa di Brancaccio, a Palermo. E’ questa l’accusa che viene contestata ad un militare della Guardia di finanza che e’ stato arrestato per corruzione. Lo stesso reato e’ stato contestato a Giovanni De Simone, gia’ in carcere, ed al figlio di quest’ultimo.

A fare luce sulla vicenda e’ stata la polizia. Gli agenti, nell’ambito delle indagini che hanno portato all’operazione antimafia “Old Bridge”, si sono imbattuti in alcune intercettazioni telefoniche, scoprendo che De Simone, successivamente finito in manette insieme a boss e gregari di Cosa nostra, intratteneva conversazioni con il finanziere. I tre arrestati sono accusati di corruzione, con l’aggravante per i De Simone di avere agito per favorire gli interessi di Cosa nostra.

Il finanziere e’ accusato di avere informato sistematicamente e fedelmente il boss di eventuali attività d’indagine e dei blitz programmati dalla Guardia di Finanza con riferimento al settore dei videopoker. Per queste preziose informazioni, in due circostanze, avrebbe ricevuto in premio “dazioni” non quantificate ma consegnate, personalmente dal figlio di De Simone, che – secondo gli investigatori – ben conosceva l’illecito rapporto intercorrente tra il padre ed il militare. All’alba di stamani i poliziotti della Squadra Mobile di Palermo hanno eseguito le misure restrittive nei confronti dei De Simone, padre e figlio. Al primo il provvedimento e’ stato notificato in carcere.

Mentre i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno eseguito lo stesso provvedimento cautelare nei confronti del militare. Le ordinanze sono state emesse dal gip del Tribunale di Palermo, Maria Pino, su richiesta del pm Maurizio De Lucia. (ITALPRESS 29-Feb-08 15:52).

 

Mafia: Giuseppe Riina dopo il 41 bis scarcerato perché scaduti i termini di custodia

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28/02/2008

Il ricorso è stato accettato in Cassazione.

PALERMO – Giuseppe Salvatore Riina – figlio dell’ex boss di Corleone Toto’ Riina – è uscito dal carcere di Sulmona. La Corte di Cassazione ha disposto la sua scarcerazione, per scadenza dei termini. Il giovane al momento dell’uscita dalla struttura indossava jeans neri, una felpa rosa e un giubbotto senza maniche Moncler ed era atteso da una Mercedes nera parcheggiata davanti all’ingresso del carcere.

Giuseppe Salvatore Riina è stato arrestato nel 2002. Accusato di associazione mafiosa ed estorsione era stato condannato in primo grado a 14 anni e 6 mesi. In appello la pena era stata ridotta a 11 anni e 8 mesi. La Corte di cassazione, però, aveva annullato senza rinvio la condanna per estorsione e con rinvio quella per associazione mafiosa.

Il processo era tornato davanti ad un’altra sezione della corte d’appello di Palermo che aveva condannato nuovamente Riina per l’associazione mafiosa a 8 anni e 10 mesi. I legali, intanto, avevano fatto ricorso al tribunale del riesame di Palermo contro la custodia cautelare in carcere del terzogenito del capomafia di Corleone, sostenendo che nel frattempo erano decorsi i termini di carcerazione. I giudici della libertà l’avevano respinto. I difensori si sono rivolti a questo punto alla Cassazione “che – ha detto l’avvocato Cianferoni – ha annullato la misura senza rinvio, disponendo la liberazione immediata di Riina”.

SCARCERAZIONE ARRIVA DOPO COMPLESSO ITER PROCESSUALE

E’ complesso l’iter processuale che si è concluso con l’ordinanza, firmata ieri sera, con cuila corte di Cassazione ha scarcerato Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss di Corleone.

La Suprema Corte si è pronunciata, annullandolo senza rinvio, su un provvedimento del tribunale del riesame di Palermo che confermava il carcere per il terzogenito del capomafia, respingendo il ricorso del suo legale, l’avvocato Luca Cianferoni.

Dopo l’annullamento, da parte degli Ermellini, della prima sentenza di condanna d’appello a carico di Riina jr, il processo a carico del giovane rampollo di Corleone è tornato ai giudici di secondo grado che l’hanno nuovamente condannato per associazione mafiosa a 8 anni e 10 mesi, confermando anche la custodia cautelare in carcere.

Il legale dell’imputato ha fatto ricorso al tribunale del riesame contro la conferma del carcere in appello, sostenendo che i termini di custodia fossero scaduti. Il tribunale del riesame l’ha respinta. Da qui il ricorso in Cassazione che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe aderito all’orientamento giurisprudenziale sul calcolo dei termini di custodia più favorevole al detenuto.

Mafia: finanziere in manette, passava informazioni a un bossultima modifica: 2008-02-29T10:57:00+01:00da aldo251246
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