Catania, mafia & politica, 47 arresti. Bari, sentenze pilotate, 17 arresti, manette a 1 giudice

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ULTIMISSIME

Catania, via agli interrogatori

Lombardo, nessun riscontro dai pentiti

http://www.gds.it

04/11/2010

Vengono ascoltati in carcere 18 dei 48 arrestati ieri. La procura chiarisce sul governatore

Il presunto capo della cosca di Ramacca, Rosario Di Dio, parla a un amico dei suoi presunti contatti con il governatore: “E’ munnizza”.

LE INTERCETTAZIONI: COMMENTI SU LOMBARDO / BOSS: “A LOMBARDO LO DEBBONO SFIDUCIARE”
PENTITI PARLANO DEL PRESUNTO PESTAGGIO AL FRATELLO DI LOMBARDO
LOMBARDO: “SU DI ME VOLGARI INSINUAZIONI”

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Mafia & politica, indagato anche Lombardo

Il governatore della Regione Sicilia coinvolto nell’operazione Iblis. Mafia: 47 arresti e sequestro beni

Indagati vertici ‘Cosa nostra’ etnea, politici e imprenditori

ANSA

3 novembre 2010

CATANIA – Un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 47 indagati, tra esponenti di spicco di Cosa nostra e amministratori, è stata eseguita la notte scorsa da carabinieri del Ros tra Sicilia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Militari dell’Arma hanno anche sequestrato beni per circa 400 milioni di euro. L’inchiesta – denominata Iblis – è quella su appartenenti a Cosa nostra e su presunti rapporti con esponenti politici, amministratori e imprenditori, in cui è indagato anche il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, che è estraneo al blitz Iblis, perché nei suoi confronti la Procura non ha richiesto alcun provvedimento.

A rendere nota l’esistenza del fascicolo fu un’ indiscrezione del quotidiano Repubblica, il 29 marzo scorso, che fece scattare un’ inchiesta sulla fuga di notizie. La Procura smentì invece l’altra anticipazione del quotidiano, che il 12 maggio scrisse che era stato chiesto l’arresto del governatore. Lombardo, che il 10 aprile ha reso spontanee dichiarazioni in Procura, ha querelato per diffamazione. Il governatore sulla vicenda è intervenuto il 13 aprile in un’ infuocata riunione dell’Assemblea regionale siciliana sostenendo di essere vittima di “uno stillicidio di insulti ispirato da un tavolo trasversale ai partiti per far cadere il Governo e la legislatura con mezzi politici, o mediatico-giudiziari o anche fisicamente”. Secondo Lombardo, la “campagna contro” sarebbe partita per la “riforma della Sanità e per avere bloccato appalti per i rifiuti in cui aveva interesse la mafia”.

Le indagini dei carabinieri del Ros di Catania, che poi si sono intrecciate con dichiarazioni su politici e amministratori, avevano al centro della loro attività il boss Vincenzo Aiello della cosca Santapaola. Nell’inchiesta si innestano anche le dichiarazioni di almeno due pentiti: il ‘colletto bianco’ Eugenio Sturiale e il sicario Maurizio Avola, esponente del clan Santapaola che si è autoaccusato di oltre 50 omicidi. Tra gli arrestati dell’operazione Iblis del Ros c’e anche il deputato regionale dei Popolari Italia domani (Pid) Fausto Fagone. Provvedimenti restrittivi sono stati emessi anche nei confronti del consigliere della Provincia di Catania dell’Udc, Antonino Sangiorgi, dell’ assessore del Comune di Palagonia, Giuseppe Tomasello, e dell’ imprenditore e assessore al Comune di Ramacca, Francesco Ilardi. Il Gip Luigi Barone ha rigettato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura nei confronti del deputato regionale ex Pdl Sicilia e adesso Gruppo misto Giovanni Cristaudo.

Sentenze pilotate in Puglia, arrestato anche un giudice

Diciassette persone finiscono in manette

ANSA

3 novembre 2010

ROMA – Un giudice, diversi funzionari amministrativi della Commissione tributaria regionale della Puglia e provinciale di Bari, noti professionisti ed imprenditori pugliesi sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Bari. Complessivamente sono 17 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del tribunale di Bari su richiesta della Procura, nell’ambito di un’inchiesta relativa a delle sentenze pilotate. Nell’operazione sono impegnati circa 300 militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari, che stanno eseguendo anche una sessantina di perquisizioni domiciliari e locali. Le indagini condotte dalla Gdf e dalla procura di Bari hanno consentito di portare alla luce un sistema di corruzione, utilizzato per pilotare sentenze relative a processi tributari che erano scaturiti da verifiche fiscali effettuate dalla Guardia di Finanza. Un sistema che avrebbe garantito un esito favorevole ai contribuenti, causando un danno all’Erario per oltre 100 milioni. Nel corso dell’operazione i militari del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle hanno anche sequestrato beni mobili e immobili per un valore di mercato pari a circa 200 milioni tra cui complessi aziendali, appartamenti e terreni.

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