“L’ hotel fantasma di Ustica”, da La Repubblica Palermo

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L’ hotel fantasma di Ustica

La Repubblica Palermo

20 gennaio 2006

di Francesco Viviano

SONO trascorsi 25 anni ed ancora oggi la nascita e la morte dell’ hotel San Bartolomeo sono avvolti nel mistero. Quell’ albergo composto da 108 camere nel centro storico di Ustica, arredato con mobili di lusso, è diventato ormai un rudere, devastato e derubato ancora oggi conteso dai vecchi proprietari, dai curatori fallimentari e dal Comune di Ustica perché nonostante processi, archiviazioni, fallimenti e denunce, non si capisce ancora quale sarà il destino del San Bartolomeo costruito nel 1980, ma che aprì soltanto per pochi mesi e poi andato in malora. Stanco di questa odissea che l’ ha ridotto sul lastrico, il vecchio proprietario, Baldassare Bonura, ha condotto indagini in proprio scovando documenti che erano spariti dai fascicoli processuali, o erano stati dimenticati nei cassetti del Comune di Ustica e ha chiesto la riapertura dell’ inchiesta. Denunciando alla Procura della Repubblica di Caltanissetta, magistrati della sezione fallimentare, consulenti della ex Sicilcassa, i curatori fallimentari, i periti e gli avvocati che lo assistevano, i sindaci dell’ epoca e i loro successori, alcuni imprenditori che provocarono il fallimento della sua azienda e l’ ingegnere Giuseppe Montalbano, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, noto alle cronache per avere affittato a Totò Riina il covo di via Bernini e che aveva messo gli occhi su quell’ hotel. 

Per comprendere questa storia bisogna partire dall’ inchiesta di Paolo Borsellino che nel 1982 rinviò a giudizio l’ allora sindaco Vito Ailara che aveva bloccato i lavori per la costruzione dell’ albergo assumendo che fosse abusivo. Borsellino accertò che il San Bartolomeo aveva tutte le carte in regola. Nel frattempo, però, il blocco dei finanziamenti da parte della Sicilcassa, secondo Bonura, provocò il fallimento dell’ imprenditore. Nel 2002 l’ albergo venne venduto all’ asta per 450 mila euro. Gli acquirenti, secondo Bonura, sarebbero dei prestanome di un capomafia di Carini. Dopo avere scovato una perizia tecnica fatta proprio dal Comune di Ustica, che dichiarava la regolarità della costruzione dell’ albergo, Bonura è ripartito alla carica ha revocato il mandato al suo ex legale, Giovanna Livreri, e ha denunciato magistrati ed imprenditori che, come sostiene, a vario titolo, «avrebbero provocato il fallimento e la successiva “svendita” dell’ albergo». Un albergo ancora contesto tra il Comune di Ustica e gli attuali proprietari. FRANCESCO VIVIANO 20 gennaio 2006

“L’ hotel fantasma di Ustica”, da La Repubblica Palermoultima modifica: 2006-01-20T18:17:03+01:00da aldo251246
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