Si tratterebbe di “un messaggio” al sindaco, di recente reintegrato dal Tar nel suo incarico, dopo la sfiducia incassata nell’estate scorsa dai consiglieri comunali, come risposta all’ “azione di contrasto svolta contro l’abusivismo edilizio che sta distruggendo la bella isola nella quale c’è una riserva terrestre ed una marina”. Sin qui chi legge apprende il fatto, e prende atto che adesso è innegabile che, anche nell’isoletta a 36 miglia da Palermo, c’è chi, nell’ombra, indisturbato, si muove e usa mezzi intimidatori e delittuosi del tutto simili a quelli della mala palermitana, confermando che il malaffare e le azioni illecite sono sbarcate da anni pure lì. Ma, allo stesso modo, chi legge, non può fare a meno di rilevare una strana coincidenza temporale, peraltro già comunicata agli inquirenti, ossia che proprio nella mattina del 5 novembre veniva depositata presso l’ufficio ricezione della Procura della Repubblica di Palermo, una denuncia-querela contro l’amministrazione comunale, contro i proprietari di un “hotel” dell’isola esponenti della potente famiglia locale, contro imprenditori, e contro responsabili dell’ufficio tecnico, per l’ormai nota questione dell’”Hotel fantasma di Ustica” quello che abusivo non è mai stato, e che, contiguamente con le amministrazioni precedenti, anche l’attuale sindaco seguita a definire “abusivo” acquisendolo al patrimonio comunale e deliberandone l’uscita definitiva dal circuito alberghiero, senza mai averne denunciato, nel frattempo, l’effrazione, il furto di arredi e suppellettili e del cavo elettrico. Dunque se di due pesi e due misure non si tratta, è lecito chiedersi che tipo di politica sia quella che dice di voler perseguire l’abusivismo, e che diventa miope quando ci sono in gioco le proprietà di influenti personaggi dell’isola che pure, negli anni, hanno rivestito la carica istituzionale di sindaco o di consigliere comunale, e che hanno usufruito di permessi e autorizzazioni per incrementare la propria impresa? Il tutto, ovviamente, a detrimento di altri, che, invece, pur essendo in possesso di tutti i requisiti, hanno dovuto assistere a un ventennio di abusi, scempi e insabbiamenti finalizzati all’annientamento sleale della concorrenza. Alle autorità inquirenti, già informate e documentate tempestivamente, si lascia il compito legittimo di indagare e chiarire i fatti, a chi legge rimane il legittimo dubbio di trovarsi di fronte ad un ennesimo enigma di Ustica: chi può avere interesse a distruggere documenti e mobilia di un isolato ufficio comunale di una piccola e ridente isola al centro di importanti vie marittime del Mediterraneo ?
Baldassare Bonura
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Una risposta a Ustica: in cenere i documenti dell’ufficio tecnico.