Mafia e Istituzioni: secondo Brusca la trattativa c’era, ma non fa i nomi

 

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Fonte immagine ANSA

Mafia: Brusca insiste, niente nome “uomo Istituzioni”

Tratto da: ANSA

23 maggio 2009

(di Lirio Abbate

Una trattativa con la mafia, che vedeva come “terminale” un uomo delle istituzioni, avrebbe fatto da filo conduttore ai delitti di sangue del 1992 e 93, ma il pentito Giovanni Brusca continua non farne il nome. Dall’omicidio dell’europarlamentare Salvo Lima, alle stragi di Falcone e Borsellino, fino a quelle di Roma, Milano e Firenze.

 

Di tutto ciò parla il collaboratore di giustizia, sentito nell’aula bunker di Rebibbia davanti ai giudici del tribunale di Palermo che processano l’ex generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu per favoreggiamento alla mafia. Le affermazioni del pentito gettano un’ombra su alcuni pezzi dello Stato, su apparati di sicurezza sui quali adesso sono in corso nuove indagini da parte della procura della Repubblica di Caltanissetta, guidata da Sergio Lari. Brusca ha proseguito ad avvalersi della facoltà di non rispondere anche oggi sulla domanda della rivoltagli difesa di Mori che ha chiesto con insistenza di sapere il nome del “terminale”.

Il collaboratore di giustizia ha parlato di “mediatori”, e fra questi ha indicato l’ex generale Mario Mori, del quale si era stupito perché non si sarebbe mai aspettato da Riina che faceva “un patto con il diavolo”. Per il pentito “l’Arma dei carabinieri – ha detto – è sempre stata nemica di Cosa nostra. Credevo che Riina si fosse affidato a massoni o politici per mediare la trattativa, ma non pensavo che si poteva mettere nelle mani del nemico”. 

Per il collaboratore di giustizia, anche Bernardo Provenzano di questa trattativa sarebbe stato a conoscenza. “Ne parlai una volta con Provenzano – dice Brusca – e lui faceva finta di cadere dalle nuvole. Diceva di non saperne nulla. Invece, per come l’ho conosciuto io, e per un mio convincimento, lui di questo fatto lo sapeva ma non lo diceva”. Riina, secondo Brusca, aveva deciso che dopo l’attentato a Giovanni Falcone, doveva essere ucciso l’ex ministro Dc, Calogero Mannino. Il piano era stato affidato a Giovanni Brusca, il quale venne stoppato senza una ragione. “E invece – dice il pentito – venne fatta improvvisamente la strage di Borsellino di cui prima non avevamo parlato”. Ma anche dopo l’attentato di via d’Amelio, secondo Brusca, la trattativa sarebbe proseguita. “Non sono in grado di riferire – prosegue il pentito – se Borsellino era venuto a conoscenza dell’esistenza della trattativa”.

Mafia e Istituzioni: secondo Brusca la trattativa c’era, ma non fa i nomiultima modifica: 2009-05-23T18:17:24+02:00da aldo251246
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