Ciancimino, Lapis, l’affare del gas e la politica. L’inchiesta dopo le intercettazioni

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Il tesoro di Ciancimino, 
indagati Vizzini, Cuffaro, Cintola e Romano

Tratto da ANSA,

11 giugno 2009

Dopo le ultime dichiarazioni di Massimo Ciancimino, si aprono i primi spiragli sul tesoro nascosto dell’ex sindaco di Palermo Vito. Al momento ci sono quattro indagati illustri che, secondo i magistrati, avrebbero percepito somme di denaro appartenenti all’ex primo cittadino. Si tratta di Carlo Vizzini (Pdl), Salvatore Cintola, Saverio Romano e Salvatore Cuffaro dell’Udc.

L’accusa, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, è di concorso in corruzione aggravata dall’aver favorito l’associazione mafiosa. Massimo Ciancimino, condannato in primo grado a 5 anni e otto mesi per riciclaggio, aveva detto ai magistrati di essere un capro espiatorio e che ci sarebbero stati personaggi più importanti di lui coinvolti nella gestione dei soldi del padre.

Proprio di questi soldi si occupava il tributarista Gianni Lapis, anche lui condannato per riciclaggio.

Per quanto riguarda gli indagati, a Vizzini – secondo gli inquirenti e secondo quanto riportato dal Corriere – sarebbe andato circa un milione di euro. Altri soldi sarebbero andati a Cintola, ex assessore regionale inquisito per associazione mafiosa (l’indagine è stata archiviata nel 2007) e adesso senatore; a Saverio Romano, appena eletto parlamentare europeo ed all’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro.

Secondo i pm Ingroia e Di Matteo la spartizione dei soldi sarebbe “servita ad ‘oliare i meccanismi’ – come scrive il Corriere – delle concessioni per la distribuzione del gas in Sicilia, un affare gestito proprio da Ciancimino attraverso le sue società”.

A conferma delle dichiarazioni di Ciancimino pare ci sarebbero parziali ammissioni oltre ad intercettazioni telefoniche che dovranno passare al vaglio del Parlamento.

 

Palermo, indagini su Ciancimino
Vizzini lascia l’Antimafia

Tratto da www.repubblica.it

11 giugno 2009

Gli altri 3 senatori coinvolti sono Cintola, Romano e Cuffaro
L’inchiesta partita dalle dichiarazioni del figlio del boss, Massimo

Il parlamentare Pdl: “Convinto di poter dimostrare la mia estraneità”
Dal partito reazioni contrastanti. Gasparri: “Deve restare”. Malan: “E’ stato corretto”

PALERMO – Carlo Vizzini (Pdl, presidente della commissione Affari Costituzionali), Salvatore Cintola, Saverio Romano e Salvatore Cuffaro, tutti dell’Udc. Sono questi 4 i senatori siciliani indagati dalla Procura di Palermo per “concorso in corruzione”, aggravata dall’accusa di aver favorito l’associazione mafiosa che faceva capo a Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo condannato per mafia e morto nel 2002. Vizzini si è subito dimesso dalla commissione parlamentare antimafia di cui faceva parte. 

Le dichiarazioni del figlio. La Procura indaga da anni sul “tesoro” di “don Vito” ma quest’ultima inchiesta è partita dalle recenti dichiarazioni del figlio dell’ex sindaco, Massimo, già condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi per riciclaggio dei soldi del padre. Massimo aveva parlato di “personaggi ben più importanti di lui” coinvolti nella gestione del patrimonio paterno, alludendo anche ad alcuni uomini politici, e si era autodefinito “capro espiatorio” nella vicenda. 

I 4 senatori dovranno spiegare ai pm a che titolo avrebbero intascato i soldi provenienti dal conto “Mignon” dove Vito Ciancimino nascondeva le sue provviste. Soldi prelevati dal figlio Massimo per conto di Gianni Lapis, il tributarista accusato di aver gestito il tesoro dell’ex sindaco di Palermo. Insieme all’avviso di garanzia, i quattro parlamentari hanno ricevuto un avviso a comparire in Procura il prossimo 17 giugno. 

Vizzini lascia l’antimafia. Scosso dopo aver appreso la notizia delle indagini a suo carico, Carlo Vizzini ha annunciato di essersi dimesso dalla commissione parlamentare antimafia. “Ho la serenità di chi sa di essere estraneo ad ipotesi di reato e di potere compiutamente rispondere ai magistrati – ha detto il senatore – adesso si potrà fare luce sulle verità, mettendo fine al lungo e spesso velenoso chiacchiericcio che negli ultimi mesi mi ha accompagnato”. 

Le ragioni delle dimissioni. “Ho già detto e non ripeto quali sono stati i miei rapporti e quali le persone mai conosciute – osserva Vizzini – anche presentando formale denuncia. Vivo, tuttavia, l’amarezza di trovarmi in questa condizione dopo avere contrastato con forza la mafia, i mafiosi e i comitati d’affari. Ma proprio per questo devo essere rigoroso e coerente con me stesso, e dunque ho immediatamente rassegnato le mie dimissioni dalla commissione parlamentare antimafia, riservandomi di assumere altre decisioni dopo che avrò sentito i magistrati”. 

“Voglio essere tutelato dall’infamia”. Vizzini ha infine concluso:”Ho sempre messo nel conto che la lotta alla mafia avrebbe scatenato risentimenti gravi di cui ho avuto percezione anche di recente, ma sono certo che c’è una sede nella quale si può essere tutelati dalla infamia e a questa adesso mi affido”. Uno degli altri indagati, il segretario generale dell’Udc siciliana, Saverio Romano ha dichiarato: “Sono sereno perché non ho mai avuto nulla a che fare con Ciancimino, né ho mai avuto rapporti con la società di cui oggi ho appreso che Ciancimino fosse socio”. 

Le reazioni. Il Pdl ha fatto quadrato attorno al suo esponente, difendendo Vizzini ed esprimendogli solidarietà, anche in modo contradditorio. Il senatore Lucio Malan ha sottolineato la “correttezza di Vizzini”, che si è subito dimesso dalla posizione occupata fino a quel momento. Sicuro dell’estraneità di Vizzini alla vicenda si è detto anche l’attuale sindaco di Palermo Diego Cammarata: “Sono certo che il senatore, che si è sempre battuto con coraggio e determinazione contro la mafia e il malaffare, saprà chiarire la propria posizione”. Per il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, Vizzini dovrebbe comunque “continuare il suo impegno nella commissione antimafia perché dimostrerà rapidamente e facilmente la sua estraneità ad ogni accusa”. (11 giugno 2009)

Ciancimino, Lapis, l’affare del gas e la politica. L’inchiesta dopo le intercettazioniultima modifica: 2009-06-11T14:33:00+02:00da aldo251246
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