Servizi & segreti tra giudici, 007 e boss

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Pubblichiamo la rassegna stampa sul fosco e inquietante scenario del “Protocollo Farfalla“, che negli ultimi giorni, dopo che il Presidente del governo Matteo Renzi ha tolto il segreto di Stato a fascicoli sino ad oggi “inaccessibili”, solleva una pesante coltre stesa per anni su rapporti tra giudici, ufficiali, 007 e boss sottoposti al regime del 41 bis. Emergerebbe un’insidiosa trama stesa da un “apparato investigativo parallelo” il cui ruolo e i cui scopi sono ora oggetto d’indagine. 

Un quadro di ipotesi di reati pesantissimi, tutt’altro che un ” volo di farfalla”: uomini di legge e dei corpi militari dello Stato si sarebbero rapportati con consumati boss, camorristi e ‘ndranghetisti. Fatto ancor più grave, se non sconcertante, è che alcuni di questi soggetti, già sotto processo, svolgessero il ruolo di pm presso procure che indagano sulle stragi del ’92. In che Paese viviamo?

Rassegna stampa

Protocollo Farfalla, “soldi ai boss per informazioni”. L’accordo segreto Dap-Sisde

Il pg di Palermo Roberto Scarpinato chiede di acquisire agli atti del processo d’appello contro Mario Mori per la mancata cattura di Bernardo Provenzano le sei pagine del documento del 2004 tra Dap e il Sisde guidato dallo stesso Mori. Una decina i mafiosi “preindividuati” che dovevano riferire esclusivamente ai servizi dietro pagamento di denaro. Tra questi il boss di Brancaccio Fifetto Cannella, il padrino Vincenzo Boccafusca e Salvatore Trinella. E poi i camorristi Antonio Angelino e Massimo Clemente e lo ‘ndraghetista Angelo Antonio Pelle

http://www.ilfattoquotidiano.it

di Giuseppe Pipitone | 27 settembre 2014

Protocollo Farfalla, “soldi ai boss per informazioni”. L’accordo segreto Dap-Sisde

Più informazioni su: Bernardo Provenzano, Dap, Mafia, Mario Mori, Palermo, Processo Mori, Roberto Scarpinato, Sisde.

Soldi a boss mafiosi, detenuti al 41 bis e condannati all’ergastolo perché autori di stragi, in cambio d’informazioni sulle associazioni criminali di cui fanno parte. C’è anche questo nel Protocollo Farfalla, l’accordo segreto stipulato nel maggio del 2004 tra il Sisde guidato da Mario Mori e il Dipartimento amministrazione penitenziaria diretto all’epoca da Giovanni Tinebra.

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Mafia & Servizi, svelato “Protocollo Farfalla”

Salvatore Leopardi, pm sotto inchiesta per falso e soppressione

“Il carcere delle spie”

Servizi & segreti tra giudici, 007 e bossultima modifica: 2014-09-27T17:21:50+02:00da aldo251246
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2 risposte a Servizi & segreti tra giudici, 007 e boss

  1. Mafia:Sabella,’farfalla’? Fonti inquinate
    ”Del protocollo ne avevo sentito parlare tempo fa”

    Redazione ANSA
    PALERMO
    30 settembre 2014
    PALERMO, 30 SET – ”Del protocollo Farfalla io ne avevo sentito parlare tanto tempo fa: è una delle operazioni mediante cui si entra nelle carceri, si recuperano informazioni e in qualche modo vengono utilizzate per fini di cui l’autorità giudiziaria non è mai a conoscenza”. Lo dice il giudice Alfonso Sabella, ex pm a Palermo ed ex capo del servizio ispettivo Dap.
    ”Mi sconvolge il fatto – aggiunge – che si agisca su possibili potenziali fonti di prova della magistratura inquinandole alla radice”.

  2. “Gli otto boss accettarono i soldi offerti dai Servizi per trattare con lo Stato”
    http://www.repubblica.it 28 settembre 2014 di Salvo Palazzolo
    Sono ancora tanti i misteri del “protocollo”: le sei pagine del documento ci dicono solo che le informazioni acquisite in carcere erano gestite esclusivamente dal Sisde. Il “protocollo” fa intendere che l’operazione era conosciuta da pochissime persone: il vertice del Servizio diretto da Mario Mori e il capo dell’ufficio ispettivo del Dap Salvatore Leopardi, braccio destro del direttore Giovanni Tinebra. Il capo dell’ufficio detenuti, Sebastiano Ardita, veniva invece tenuto all’oscuro. Ma iniziò a sospettare qualcosa quando gli chiesero di trasferire alcuni boss al 41 bis: si oppose e nacque uno scontro all’interno del Dap. Dopo un’interrogazione, nel 2006, la procura di Roma aprì l’indagine. E saltò fuori il “Protocollo Farfalla”. Il magistrato Leopardi è ora sotto processo per la gestione delle informazioni acquisite da un camorrista, passate ai Servizi e non ai pm.
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