Rostagno, sul fucile il Dna del killer della mafia

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Mauro Rostagno è stato ucciso perché considerato da Cosa Nostra una voce fuori dal coro, un pensatore pericoloso e scomodo. La figlia ha dato l’annuncio su Twitter, e il regista Paolo Virzì le ha subito risposto: “Bella notizia processuale” aggiungendo. «Amara conclusione: la distrazione di oggi e il frastuono dell’altroieri. Qualcuno chieda scusa». LEGGI TUTTO

Klicca L’ombra dei depistaggi sul processo Rostagno

Mafia, Rostagno: Dna Mazzara compatibile con tracce su fucile Featured

Scritto da  http://www.marsalaviva.it/

27.02.2014

“Il complesso delle analisi effettuate consente di concludere che i dati forniscono un supporto molto forte all’ipotesi che il Dna di Vito Mazzara (imputato con l’accusa di essere uno dei sicari di Mauro Rostagno, ndr) sia presente nelle misture campionate”. Lo ha detto il professor Silvano Presciuttini dell’Università di Pisa, perito della Corte d’assise di Trapani dinanzi alla quale si celebra il processo per l’omicidio del giornalista e sociologo avvenuto a Valderice il 26 settembre 1988. Le misture a cui fa riferimento il perito sono quelle rinvenute nel sottocanna del fucile utilizzato per il delitto. Fonte

Rassegna stampa-archivi

Delitto Rostagno, quando la mafia imperava e nessuno indagava

http://archivio.antimafiaduemila.com/

di Rino Giacalone – 30 marzo 2011

I boss che comandano. Nel 1988 e negli anni a seguire la mafia a Trapani «governava» il territorio, sedeva con i politici e gli imprenditori, si spartiva gli appalti e determinava chi doveva comandare nelle stanze del potere politico ed istituzionale, la mafia era dentro le banche, faceva i suoi riciclaggi, anche internazionali, e nel frattempo decideva ed eseguiva sentenze di morte, sterminava i suoi nemici, uccideva magistrati, giudici, dopo…

Una indagine che è finita con l’archiviazione ma che ha aperto le porte all’indagine sui mafiosi e dove sullo sfondo restano le ombre di un traffico di droga e di armi con coperture eccellenti garantite da Cosa nostra e a Cosa nostra. Ne ha parlato ieri in Tribunale l’ex capo della Digos Giovanni Pampillonia, lui firmò nel maggio 1996 il rapporto, lui ha spiegato che il lavoro investigativo riguardò aspetti non trattati dalle precedenti indagini, ha escluso che la pista mafiosa sia stata presa in considerazione della Digos, «non è la nostra specialità», confermando, indirettamente, che dal 1988 fino al 1996 tranne Germanà, nessun altro investigatore aveva collegato il delitto Rostagno alla mafia. Il vice questore Pampillonia quando ha parlato del delitto Rostagno lo ha definito «raffazzonato», per via di quel fucile esploso, cosa che gli faceva escludere la mafia. Fonte

Omicidio Rostagno: il Dna sul fucile compatibile al 99,99% con quello dell’accusato Vito Mazzara. Trovato poi anche un altro dna, è di un suo stretto parente non identificato

Processo Rostagno. Nuova udienza, spunta anche un blocco degli appunti. Elisabetta Roveri “Sin dall’inizio ho pensato che fosse un delitto mafioso. L’attività svolta da Mauro, le minacce subite, le modalità dell’omicidio m’inducevano a ritenere che fosse maturato nell’ambito di Cosa Nostra

Rostagno, sul fucile il Dna del killer della mafiaultima modifica: 2014-02-27T15:58:03+01:00da aldo251246
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2 risposte a Rostagno, sul fucile il Dna del killer della mafia

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  2. Sicilianews scrive:

    Trapani, è morto l’ex prefetto Fulvio Sodano.
    Per anni il Comune gli negò il conferimento della cittadinanza onoraria, nonostante una delibera del Consiglio
    http://www.gds.it/
    27.02.2014
    TRAPANI. L’ex prefetto di Trapani, Fulvio Sodano, è morto nel pomeriggio nella sua abitazione di Palermo. Da anni era gravemente ammalato. Il nome di Sodano balzò agli onori della cronaca nazionale quando accusò l’ex sottosegretario all’Interno, il senatore Antonio D’Alì, di averlo fatto trasferire da Trapani ad Agrigento, poco tempo dopo che Sodano scoprì e bloccò il tentativo di Cosa nostra di riappropriarsi di un bene confiscato al boss mafioso di Trapani Vincenzo Virga: la «Calcestruzzi Ericina».
    Per anni il Comune gli negò il conferimento della cittadinanza onoraria, nonostante una delibera del Consiglio; nei mesi scorsi fu lui a rifiutarla, in polemica per la mancanza di unità di intenti.
    In una nota l’associazione «Trapani cambia» dice: «Il prefetto del popolo lo chiamavano e noi continueremo a chiamarlo così. Perchè lo era davvero. Ricordiamo con affetto e gratitudine Fulvio Sodano per aver dato dignità alle istituzioni e per non essersi mai arreso al silenzio che investe la nostra terra».

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