MAFIA ED ISTITUZIONI. MAGISTROPOLI A MESSINA

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di Domenico Calabrò

Tratto dal sito http://www.malagiustizia.eu/citta%20messina.htm

19 SETTEMBRE 2007

CATANIA 19 SETTEMBRE 2007. Non solo Michelangelo Alfano, ma anche Santo Sfameni ha rappresentato un punto di riferimento certo per la MAFIA messinese e il suo potere è potuto accrescere per la disponibilità ottenuta da magistrati compiacenti come il dott. Marcello Mondello. Non fanno sconti i pubblici ministeri Antonio Fanara e Federico Falzone e uno dopo l’altro snocciolano schede, riferimenti, indicazioni, secondo le quali dal suo ufficio di giudice istruttore e di giudice per le indagini preliminari, il dott. Mondello ha reso favori a Santo Sfameni (la cui posizione è stralciata per malattia) e, quindi, ad una cerchia di boss e picciotti della criminalità messinese, riconducibili alla cosca Sparacio.

Sembrano inverosimili le contestazioni (così come sembravano inverosimili le denunce dell’avv. Ugo Colonna che ha insistito per dimostrare che a Messina operava un’associazione MAFIOSA retta da un falso pentito– Sparacio – e che aveva come referente i giudici Giovanni Lembo e Marcello Mondello), e lo sembrano soprattutto all’anziano magistrato che ha fatto la sua apparizione nell’aula del tribunale di Catania, dove l’accusa ha cominciato a sfoderare la sciabola per stigmatizzare un’epoca peloritana in cui certi metodi non erano proprio ortodossi e che arrivano adesso al redde rationem.

Scrolla la testa il dott. Mondello, mentre i pubblici ministeri sottolineano che il magistrato ha favorito criminali della cosca Sparacio, accusati di duplice omicidio e che tornavano a casa su suo provvedimento, dopo essere stati “raccomandati” da Santo Sfameni. Che non era un signor nessuno, dicono Fanara e Falzone, ma era un big MAFIOSO ai livelli di Alfano.

E il dott. Mondello (difeso dall’avv. Sandro Trojia e Giacobbe) non solo si sarebbe fatto costruire una casa (a Rometta superiore) e restaurare un’altra (a Orto Liuzzo: esistono pagamenti con assegni per i lavori), ma avrebbe intrattenuto rapporti di ogni genere. Con continue telefonate e incontri. Ma anche di avere incontrato il figlio di Santo Sfameni, Antonino per offrirgli consulenza quando l’anziano ex infermiere di Villafranca, finisce nei guai, arrestato. Mentre Santo Sfameni si trovava agli arresti domiciliari in clinica a Reggio Calabria, il dott. Mondello continuava ad avere rapporti telefonici e si incontrava con Antonino: le telefonate intercettate e fatte sentire in aula, sono state significative. Compresa quella in cui – affermano i pubblici ministeri – il dott. Mondello, rassicura Sfameni sul processo per l’uccisione di Graziella Campagna. Sulla ” mafiosità” di Sfameni i pubblici ministeri non hanno alcun dubbio.Luigi Sparacio dice che “è un uomo d’onore, garante dei contatti con la magistratura”. E si fa riferimento a Rolex d’oro in regalo, mazzetta da dieci milioni e un’alta sostanziosa di mezzo miliardo su cui, però, non c’è riscontro.

Sono una lunga schiera di “pentiti” a ripetere la solita tiritera, quasi recitando secondo copione, che il dott. Mondello e il dott. Recupero, sono giudici avvicinabili e a disposizione e che Santo Sfameni aveva carisma criminale notevole, che non voleva mai apparire e voleva “tranquillità” nella zona poichè doveva garantire l’ospitalità a latitanti di Cosa Nostra (come Gerlando Alberti), senza pressione delle forze dell’ordine che ci sarebbe stata in caso di fermenti criminali. Emerge una mafia con propaggini palermitane e calabresi (Sfameni andò a trovare al Policlinico di Messina don Mommo Piromalli) , ma emerge anche una criminalità con boss che subìscono persino estorsioni, anche truffe – Alfano che si fa spillare 250 milioni per fare modificare (e non lo hanno fatto) le dichiarazioni dei pentiti – o che non riescono a fare eleggere il figlio del dott. Recupero alle elezioni, pur avendolo sostenuto. Emerge il “buon cuore” di Sparacio che abbuona 800 milioni di perdita a carte nella sua bisca a Santo Sfameni. Lunedì continua la requisitoria dei pubblici ministeri che inizieranno a trattare i rapporti Alfano-Lembo. Domenico Calabrò

http://www.articolo21.info/rassegne/generale19092007/Art00048.htm

MAFIA ED ISTITUZIONI. MAGISTROPOLI A MESSINAultima modifica: 2007-09-19T19:52:00+02:00da aldo251246
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