Ustica:l’albergo San Bartolomeo “non s’ha da fare”

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La splendida vista dalla terrazza dell’albergo “San Bartolomeo”

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Nell’isola nera del Mediterraneo vige, da più di due decenni, con il tacito consenso degli albergatori usticesi, un “patto scellerato” che sancisce che le due palazzine site al centro del paese di Ustica, insistenti su un terreno al secolo di proprietà della famiglia Bonura-Notarbartolo, non saranno mai destinate ad attività “turistico-alberghiera”.

L’iniziativa imprenditoriale di Baldassare Bonura, legittimo erede di una storica villa patronale demolita per far posto ad un albergo 4 stelle, fu immediatamente funestata, dopo solo due stagioni, dall’ordine di demolizione e dal mancato rilascio del certificato di abitabilità da parte dei sindaci, zio e nipote, che negli anni ’80, gestirono Ustica e, nel contempo, la propria pensione, dirimpettaia del “San Bartolomeo”, che, poi, crebbe, in cubatura e in altezza, diventando un albergo a tre stelle.

All’imprenditore Bonura, invece, toccò una sorte meno benevola, e, nonostante la regolarità dei calcoli di cemento armato e del rispetto delle leggi antisismiche, si vide condannato ad un ingiustificato fallimento che, come risulta da certificato rilasciato lo scorso 24.04.2008, è ancora pendente dopo 23 anni, sin da quello sfortunato 17 settembre 1985, giorno in cui il tribunale di Palermo intimò la chiusura di una struttura di “pubblica utilità”, regolarmente finanziata da legge regionale , aperta e piena di turisti che dovettero raccogliere alla svelta i costumi da bagno e fare le valige.
La storia di questo fallimento è davvero infinita, perché non solo i creditori, tra cui banche e fornitori, hanno perso ogni speranza di recupero delle somme, ma anche l’ex imprenditore è stato condannato “ad libitum” a vivere nello status di fallito e a perdere ogni diritto, nonostante siano avvenute due aste, e nonostante il bene sia stato assegnato per due volte, tant’è che negli anni è continuato sino ad oggi un gioco di rimpallo tra curatori fallimentari, avvocati urbanistici, consulenti, società aggiudicatarie, sindaci e consigli comunali, mentre l’albergo perdeva pezzi, tra incursioni notturne e svendite più o meno autorizzate.
L’unica costante che accomuna i vari giocatori è il cambiamento di destinazione d’uso del designato “ex” hotel “San Bartolomeo”; così un albergo da 120 posti letto, con tre ascensori e pannelli solari, quattro piani sottoterra con ristorante e piano bar, e terrazza con vista sul mare, l’unica struttura ad avere questi requisiti sull’isola vent’anni fa, è stato destinato sulla carta ora a centro culturale, ora a caserma, e, in tempi recenti, si favoleggia pure su un mega centro sociale finanziato per i “numerosi anziani” over 60 rimasti a godersi l’isola blu.
In attesa dell’esito delle indagini giudiziarie sul fallimento del “San Bartolomeo”, che sono state riaperte dopo vent’anni di esposti, archiviazioni e denunce del Bonura, sporte a diverse Procure dentro e fuori la Sicilia, il sole della prossima estate è già alto, e sotto, come sempre, non cambierà nulla, a Ustica ci sarà calma piatta finché quelle due palazzine rimarranno chiuse, o al più, apriranno per qualche giro di scopone o di asso pigliatutto.

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Pubblichiamo di seguito il Decreto emesso dall’”Assessorato del territorio e dell’ambiente” il 12 settembre 2005 contenente l’Approvazione del piano regolatore generale, delle prescrizioni esecutive e del regolamento edilizio del comune di Ustica, tratto dal sito Internet della Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia.

Il decreto detta che: “Oltre alla rifunzionalizzazione di alcuni beni storici, il piano destina ad attrezzatura socio-culturale l’ex albergo S. Bartolomeo, per il quale è in corso un procedimento volto all’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale, ai sensi della legge regionale n. 37/85”.

Dunque nel 2005 il Comune di Ustica, pur non avendo la proprietà dell’immobile denominato hotel “San Bartolomeo” che era della curatela fallimentare, dopo aver rotto i sigilli del tribunale di Palermo ed aver proceduto all’esproprio, mette fuori dal circuito turistico-alberghiero una struttura di 120 posti letto, con due ristoranti e bar annesso, preferendo destinarlo, con decreto assessoriale, a seguito di delibere di giunta, indicato come “contenitore” a non meglio definita “attrezzatura socio-culturale” in continuità con quanto proposto dall’amministrazione comunale precedente, nonostante la necessità esistente nell’isola di strutture alberghiere come “deriva dalle indicazioni espresse dal Consiglio regionale dell’urbanistica che individuano nel recupero del patrimonio edilizio del centro abitato una delle azioni strategiche per l’organizzazione e la razionalizzazione dell’offerta turistica (paese-albergo). Il piano individua nel patrimonio edilizio esistente la principale risorsa per il soddisfacimento dei fabbisogni residenziali e turistici.

Nel frattempo, ad oggi, rimane aperto il contenzioso tra Comune e società aggiudicataria della seconda asta fallimentare, a scapito dell’ex legittimo proprietario del “San Bartolomeo” Baladassare Bonura che è in stato di fallimento da 23 anni e che, dopo numerose denunce contro sindaci e funzionari comunali, curatela fallimentare, società aggiudicataria, legali e commercialisti, ne ha chiesto il sequestro all’autorità giudiziaria come frutto del reato amministrativo, che nel 1994 il Gi.Co. defini “estorsione”.

Segue copia conforme del decreto

DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE

DECRETO 12 settembre 2005.

Approvazione del piano regolatore generale, delle prescrizioni esecutive e del regolamento edilizio del comune di Ustica
IL DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE URBANISTICA

Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni;
Visti i decreti interministeriali 1 aprile 1968, n. 1404 e 2 aprile 1968, n. 1444;
Vista la legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto l’art. 68 della legge n. 10 del 27 aprile 1999;
Visto l’art. 5 della legge regionale n. 28 del 22 dicembre 1999, nonché il successivo D.P.Reg. di attuazione dell’11 luglio 2000;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazioni per pubblica utilità, approvato con il D.P.R. n. 327/2001 e modificato dal decreto legislativo n. 302/2002, reso applicabile con l’art. 36 della legge regionale n. 7 del 2 agosto 2002, come integrato dall’art. 24 della legge regionale n. 7 del 19 maggio 2003;
Premesso: con il foglio prot. n. 3109 del 7 maggio 2003, acquisito presso questo Assessorato l’8 maggio 2003, con prot. n. 28841, il comune di Ustica ha trasmesso, per l’approvazione ai sensi e per gli effetti dell’art. 4 della legge regionale n. 71/78, gli atti e gli elaborati relativi al piano regolatore generale, con annesse le prescrizioni esecutive ed il regolamento edilizio;
Con note prot. n. 39798 dell’1 luglio 2003 e prot. n. 58077 del 3 ottobre 2003, questo Assessorato ha richiesto integrazioni degli atti ed elaborati che il comune di Ustica ha trasmesso con i fogli prot. n. 6053 del 28 agosto 2003 e prot. n. 777 del 17 novembre 2003;
Vista la delibera n. 4 del 6 febbraio 2003, con la quale il consiglio comunale di Ustica ha adottato il piano regolatore generale, regolamento edilizio e prescrizioni esecutive;
Visti gli atti di pubblicazione, effettuata ai sensi dell’art. 3 della legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978, relativi alla delibera n. 36 del 10 dicembre 2003;
Vista la certificazione a firma del sindaco del comune di Ustica, datata 3 aprile 2003, con prot. n. 2271, in ordine alla regolarità delle procedure di deposito e pubblicazione del piano regolatore generale, adottato con delibera del consiglio comunale n. 4 del 6 febbraio 2003, nonché attestante la presentazione di n. 10 osservazioni pervenute fuori termine avverso il piano adottato e la certificazione a firma del segretario comunale prot. n. 1268 dell’1 marzo 2002, della presentazione di n. 30 osservazioni entro i termini di legge avverso il piano adottato;
Viste le osservazioni/opposizioni relative alla delibera del consiglio comunale n. 4 del 6 febbraio 2003, nonché i relativi elaborati di visualizzazione e deduzioni redatti dal progettista;
Vista la delibera n. 22 del 5 aprile 2003 del consiglio comunale di Ustica di controdeduzioni alle osservazioni, presentate avverso il piano regolatore generale, le prescrizioni esecutive ed il regolamento edilizio, adottato con delibera del consiglio comunale n. 4 del 6 febbraio 2003;
Vista la nota del 31 dicembre 2002, con la quale l’ufficio del Genio civile di Palermo, – sezione D, geologi, prot. n. 1795 del 28 gennaio 2002, prot. n. 2287 del 4 febbraio 2002, prot. n. 2930 dell’11 febbraio 2002 -, ai sensi dell’art. 13 della legge n. 64/74, ha espresso parere favorevole con prescrizioni sullo strumento urbanistico in argomento;
Vista la nota prot. n. 59/S3°, con la quale il servizio III/D.R.U. di questo dipartimento ha trasmesso al Consiglio regionale dell’urbanistica, unitamente agli atti ed elaborati relativi, la proposta di parere n. 98 del 30 dicembre 2004, resa ai sensi dell’art. 68 della legge regionale n. 10/99, relativa al piano regolatore generale in argomento che di seguito parzialmente si trascrive:
“…Omissis…

STRUMENTO URBANISTICO DI RIFERIMENTO

Con decreto n. 94/90 del 13 febbraio 1990, è stato approvato il piano regolatore generale con l’introduzione di prescrizioni e stralci di cui ai voti del Consiglio regionale dell’urbanistica n. 1341/88 e n. 1587/89 (tra cui il ristudio di ampie zone del territorio comunale). Con detto provvedimento assessoriale sono state approvate esclusivamente le zone del centro urbano.
Nel marzo 1990 il consiglio comunale adotta lo strumento urbanistico generale relativo alle zone stralciate, ma ancora il Consiglio regionale dell’urbanistica, con voto n. 208 del 18 gennaio 1995, si esprime negativamente.
Con quest’ultimo voto il Consiglio regionale dell’urbanistica ribadisce che il piano non tiene conto sia delle indicazioni espresse nei pareri precedenti sia degli aspetti riguardanti la tutela dei valori paesistico-ambientali ed archeologici.
A dieci anni dall’approvazione dello strumento urbanistico, l’attuazione dello stesso ha riguardato prevalentemente interventi sul patrimonio edilizio esistente per le zone urbane A e B. Per quanto riguarda la zona C di espansione edilizia, situata tra il nucleo delle case vecchie ed il margine nord del centro urbano, non risulta ancora oggi interessata da alcun intervento edilizio, mentre le altre aree destinate a zona C1 erano già completate da interventi residenziali di edilizia sovvenzionata e convenzionata, realizzati negli anni ’70-’80.
Nel mese di ottobre dell’anno 1998 il progettista ha presentato lo schema di massima all’amministrazione comunale.
Con nota n. 822/T del 10 gennaio 1999, la Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali – sezione P.A.U. approva lo schema di massima in quanto conforme al piano territoriale paesistico.
Con delibera n. 29 dell’8 aprile 1999 il consiglio comunale approva lo schema di massima del piano regolatore generale.
Con delibera n. 161 del 24 novembre 2000 la giunta comunale ha approvato l’integrazione del disciplinare d’incarico per la redazione del piano regolatore generale, secondo le direttive impartite con delibera commissariale n. 9 dell’8 marzo 1998.

INQUADRAMENTO STORICO

La colonizzazione di Ustica, operata nella metà del XVIII sec. dai Borboni, il centro abitato venne ubicato in funzione del porto naturale di Cala S. Maria con un impianto a scacchiera. La maglia a scacchiera di origine settecentesca definisce comparti edilizi rettangolari, disposti parallelamente all’asse principale nord-sud, che collega il mare, Cala S. Maria, con la campagna.
La chiesa parrocchiale costituisce, insieme alla piazza Umberto I, il nucleo centrale dell’organizzazione spaziale dell’insediamento urbano, oltre ad essere il punto di arrivo, “il fondale”, del tracciato viario principale.
La cospicua analisi del patrimonio edilizio rurale ha l’obiettivo di ricostruire i processi evolutivi della tipologia edilizia rurale storica usticese e di individuarne gli elementi ed i caratteri originari. L’indagine sull’intero territorio comunale ha censito 148 edifici rurali, individuando altri 17 manufatti oltre a quelli del piano territoriale paesistico.
I manufatti rurali censiti sono stati catalogati secondo due parametri che stabiliscono l’appartenenza tipologica e lo stato di conservazione.
Dalla ricostruzione degli elementi architettonici e strutturali dei manufatti storici, emerge che il tipo costruttivo eoliano ha avuto un ruolo determinante nella formazione del tipo di edilizia rurale presente nel territorio di Ustica; i maggiori elementi di analogia con la tradizione eoliana si riscontrano specialmente nel sistema strutturale e aggregativo.

I VINCOLI

I vincoli visualizzati nella tav. 8 denominata “Regime vincolistico” del piano regolatore generale, e descritti nella relazione integrativa del piano regolatore generale sono i seguenti:
– ambiti della riserva naturale orientata (legge regionale n. 98/81 e decreto n. 820/44 del 20 novembre 1997) e della riserva naturale marina (legge n. 979/82 e decreto ministeriale del 12 novembre 1986);
– vincolo tutela e salvaguardia del paesaggio, legge n. 431/85 e legge n. 1497/39;
– vincolo idrogeologico a tutela dei corsi d’acqua e delle incisioni naturali, legge n. 431/85;
– vincolo derivante dal piano straordinario per l’assetto idrogeologico, decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000;
– fascia di rispetto dei 100 mt. dal cimitero, R.D. n. 1265/34 e successive modifiche e integrazioni;
– vincolo di inedificabilità assoluta nella fascia dei 150 mt. dalla battigia di cui all’art. 15, lett. a), della legge regionale n.78/76, e limitazioni alla densità edilizia territoriale riportate alle lett. b) e c), del medesimo art. 15;
– R.D. n. 523/04, incisioni e corsi d’acqua. (Visualizzazione discontinua);
– fascia di rispetto dal depuratore.
Nella tav. 8 non risulta tuttavia evidenziato il vincolo archeologico della “Falconiera”.

IL PIANO PAESISTICO REGIONALE

Con decreto n. 6293 del 28 giugno 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 31 del 30 giugno 1997, è stato approvato il piano territoriale paesistico dell’isola di Ustica.
Nel piano paesistico regionale, il regime normativo viene applicato anche alle categorie del paesaggio che si riferiscono ad elementi o aree individuate nelle varie elaborazioni d’analisi.
Le categorie del paesaggio sono distinte in: categorie delle strutture geologiche e geomorfologiche; categorie del patrimonio botanico vegetazionale; categorie del patrimonio storico culturale.
Gli ambiti della tutela attiva presentano come regime normativo la conservazione e gli interventi ammissibili riguardano essenzialmente la difesa dell’ambiente e del paesaggio ed il recupero dei manufatti esistenti.
Gli ambiti della tutela orientata sono associati al regime normativo di mantenimento.
In questi ambiti in generale sono consentiti interventi finalizzati al recupero, restauro e valorizzazione del patrimonio naturale e storico culturale. La nuova edificazione è consentita esclusivamente al fine di completare l’impianto urbano.
Gli ambiti della trasformazione del paesaggio agrario presentano come regime normativo la trasformazione.
In questi ambiti la trasformabilità è legata all’uso agricolo e gli interventi consentiti devono tendere alla conservazione e mantenimento degli elementi del paesaggio agrario.
Gli ambiti del recupero ambientale e paesistico che comprendono elementi o aree di degrado ambientale e paesistico nei quali sono previsti interventi di riqualificazione, ripristino dei valori ambientali e paesaggistici manomessi e degradati.
Gli ambiti del paesaggio urbano presentano come regime normativo la trasformazione ed il controllo è demandato allo strumento urbanistico, sempre nel rispetto della qualità ambientale e paesaggistica esistente. Il centro abitato viene definito di medio-alta sensibilità ed il piano territoriale paesistico applica il regime normativo di mantenimento.
Il piano definisce all’art. 30 delle norme tecniche le modalità d’intervento per l’insediamento storico. Il centro storico settecentesco è stato perimetrato sulla base della Carta I.G.M. del 1912, dove “sono consentiti gli interventi di recupero come definiti all’art. 20 della legge regionale n. 71/78, da attuarsi attraverso pianificazione esecutiva”.
Sempre all’art. 30 il piano indica la necessità di “privilegiare la salvaguardia delle aree libere adiacenti ai perimetri storici anche mediante l’uso appropriato della vegetazione e delle colture”, “di concentrare le eventuali e comprovate esigenze di nuovi insediamenti”.

L’ASSETTO IDROGEOLOGICO
Con decreto 4 luglio 2000 di approvazione del piano straordinario per l’assetto idrogeologico (PAI) sono state riperimetrate le aree soggette a rischio di frana, e a rischio idrogeologico.
L’isola nel suo complesso presenta condizioni di buona stabilità ad eccezione del versante meridionale della Falconiera in prossimità del centro urbano.

LO STUDIO GEOLOGICO E GEOTECNICO

Lo studio geologico-tecnico, redatto ai sensi della circolare dell’Assessorato del territorio e dell’ambiente n. 2222 del 22 gennaio 1995, riporta analisi e valutazioni sull’assetto geomorfologico e geologico che devono essere assunte all’interno dell’elaborazione dello strumento urbanistico, con delibera di G.M. n. 308 del 18 gennaio 1995, ha conferito incarico al geol. Walter Bellomo, di rielaborazione dello studio geologico.
Nella relazione geologica si rileva l’analisi geomorfologica con l’individuazione degli elementi o aree di rilevante interesse geologico e scientifico, suscettibili di tutela e salvaguardia, l’analisi delle pericolosità geologiche che evidenzia i vincoli di natura geologica.
Dette analisi sono riportate nella carta di pericolosità geologica ed evidenziano le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e geotecniche, dando un quadro generale sulla suscettività geologica dei suoli ai fini edificatori, evidenziando al contempo gli ambiti di particolare rilevanza geologico-scientifica.
In sede di rilascio del parere ex art. 13 della legge n. 64/74, l’ufficio del Genio civile di Palermo si è espresso favorevolmente con le prescrizioni che di seguito si riportano:
– le “aree suscettibili di fenomeni di scorrimento traslativo, di crollo e ribaltamento lungo il versante meridionale della Falconiera, a ridosso della cintura periferica urbana sud-orientale, così come individuate e delimitate, vanno interdette all’uso edificatorio ed urbanistico;
– per quanto concerne gli insediamenti abitativi e le infrastrutture pubbliche, già realizzate all’interno delle aree così identificate, è fatto obbligo all’amministrazione comunale porre in essere interventi a tutela e salvaguardia della pubblica e privata incolumità (interventi in parete, opere passive di protezione caduta massi);
– lungo le linee di discontinuità tettonica e loro fasce di rispetto è vietata l’edificazione;
– per quanto attiene l’attraversamento in galleria della Falconiera non può essere rilasciato alcun parere favorevole di compatibilità geomorfologica per la realizzazione di una eventuale opera di attraversamento della Falconiera. A tal uopo da parte di questo ufficio si è provveduto a stralciare la suddetta previsione, anche sugli elaborati grafici, apportando le necessarie correzioni in rosso”.
STUDIO AGRICOLO FORESTALE
Con delibera di giunta n. 334 del 30 ottobre 1995, è stato dato incarico di redigere lo studio agricolo forestale al dott. agronomo Angelo Cantoni.
In ottemperanza ai disposti dell’art. 3, comma 11 della legge regionale n. 15 del 30 aprile 1991, al fine di ottemperare a quanto disposto dall’art. 2 della legge regionale n. 15/91, che interviene sulla gestione e conservazione del territorio. Dalle risultanze dello studio agricolo forestale non si rilevano superfici boscate di patrimonio pubblico forestale o sottoposte a vincolo ex regio decreto n. 3267/23, nel territorio non sono presenti formazioni vegetali riconducibili a bosco o fasce forestali, siano esse naturali che artificiali alla luce della legge regionale n. 16/96, così come modificata dalla legge regionale n. 13/99. Non risulta che nell’isola siano presenti complessi vegetazionali assimilabili a bosco. Dalle indicazioni contenute nelle linee guida del piano territoriale paesistico regionale predisposto ai sensi del D.P.R. 28 giugno 2000, non sono state rilevate formazioni vegetali riferibili a quella rupestre ed a vegetazione mediterranea. In relazione al piano paesistico territoriale ed in particolare agli obiettivi, più volte espressi sul tema del paesaggio agrario, tesi a conservare e riservare le aree agricole nel tempo per la preminente funzione agricola produttiva, lo studio agricolo forestale riporta le valutazioni e considerazioni di tipo agronomico sia sulle modalità di frazionamento fondiario, definendo che l’estensione minima del terreno da edificare ai fini agricoli produttivi non può essere inferiore alla superficie atta a garantire la sopravvivenza di una conduzione agricola attiva indicata per il territorio di Ustica tra i 10.000 ed i 20.000 mq. accorpati.
Per l’individuazione delle unità di paesaggio si sono presi in considerazione i territori sottoposti a vincolo ai sensi della legge n. 312 dell’8 agosto 1985, si sono riscontrate sul territorio comunale alcune zone che possono essere individuate come unità di paesaggio.

ELEMENTI CONOSCITIVI DEL TERRITORIO COMUNALE

Il territorio si presenta in un andamento collinare e si sviluppa in un’estensione totale del territorio comunale di 850 ettari.
Il rilievo aerofotogrammetrico del 1997 a scala 1:5.000 e 1:2.000 costituisce la base informatica all’interno del sistema informativo territoriale.
L’uso del sistema informativo territoriale ha permesso la posizione dei diversi regimi vincolistici, scaturenti da norme legislative, dei livelli di analisi prodotti sul territorio di Ustica da piani e studi di settore, definendo pertanto con certezza la complessità del sistema vincolistico esistente nel territorio di Ustica.
Attraverso inoltre la sovrapposizione delle diverse informazioni tematiche si sono potuti ottenere nuove informazioni o elaborazioni di sintesi che hanno permesso di cogliere le interrelazioni degli elementi analizzati e contribuito a definire la fattibilità e validità delle trasformazioni assentibili sul territorio.
L’uso di supporti digitali ha infine permesso il calcolo e la verifica in automatico delle superfici relative agli standard di previsione.
Il piano individua le aree di interesse e di valore naturalistico e storico-archeologico. In particolare attribuisce alle zone costiere e collinari, caratterizzate da aree a bosco ed a macchia, da emergenze geologiche la destinazione a serbatoi di naturalità.

IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO

A dieci anni dall’approvazione dello strumento urbanistico l’attuazione ha riguardato prevalentemente interventi sul patrimonio edilizio esistente per le zone urbane A e B e C, la scelta di intervenire nella sottozona A2 deriva dalle indicazioni espresse dal Consiglio regionale dell’urbanistica che individuano nel recupero del patrimonio edilizio del centro abitato una delle azioni strategiche per l’organizzazione e la razionalizzazione dell’offerta turistica (paese-albergo). Il piano individua nel patrimonio edilizio esistente la principale risorsa per il soddisfacimento dei fabbisogni residenziali e turistici.
Il piano regolatore generale pertanto ridimensiona e limita l’area di espansione, già prevista dallo stralcio del piano regolatore generale vigente approvato con decreto n. 94/90, riproponendo esclusivamente la parte già oggetto di progettazione urbanistica esecutiva d’iniziativa privata, una nuova area C, ai margini dell’area urbana destinata ad area residenziale per edilizia economica popolare.
Dalla relazione di piano risulta che il patrimonio edilizio ammonta a 643 abit. pari a 2.762 stanze. Di cui risultano non occupate 242 con 1.021 stanze parte dell’attuale patrimonio abitativo, esattamente il 44% è ubicato in aree extraurbane ed il 60% è stato realizzato dopo il 1946 ed il 34% è costituito da manufatti architettonici realizzati prima del 1919.
La situazione abitativa non presenta problemi di tipo strutturale, ma risulta evidente che la maggiore dotazione di sup. x ab. è dovuta essenzialmente alla sua funzione ricettiva a fini turistici.
La domanda di nuove abitazioni viene giustificata dall’obiettivo di riqualificare e recuperare il patrimonio edilizio presente nel centro storico, limitando la nuova edificazione alla ricucitura e riqualificazione delle aree periferiche e di margine.
Il piano quantifica la proiezione mediando il numero dei residenti, dei presenti e della residenza fluttuante estiva ed è stato dimensionato per una popolazione residente pari a 1.200 unità;
Zona A – art. 44 delle norme tecniche di attuazione – centro storico; suddivisa nelle sottozone A1 ed A2.
Zona B – art. 47 delle norme tecniche di attuazione – aree edificate ai margini del centro storico, il villaggio pescatori e aree interessate da interventi di edilizia convenzionata e sovvenzionata; suddivisa nelle sottozone B1, B2 e B3;
Zona C – art. 51 delle norme tecniche di attuazione – aree destinate a nuova edilizia residenziale; suddivisa nelle sottozone C1 e C2.
In relazione alle richieste espresse dalle imprese commerciali ed artigianali e ribadite in sede di approvazione dello schema di massima dal consiglio comunale, il piano individua un’area destinata alle attività artigianali non nocive ed a magazzino e deposito merci per il settore commerciale.
Zona D – art. 54 delle norme tecniche di attuazione – per attività artigianali;
Zone T – art. 55 delle norme tecniche di attuazione – per insediamenti turistico-ricettivi; suddivise nelle sottozone T1 e T2.
Il sistema della risorsa territoriale di cui all’art. 58 e seguenti delle norme tecniche di attuazione, comprende:
– zone E1 – serbatoi di naturalità;
– zone E2 e E3 – aree agricole;
– zona E4 – aree del paesaggio costiero di Cala S. Maria.
Servizi ed attrezzature di cui all’art. 64 e seguenti delle norme tecniche di attuazione, comprende:
– F1 – Attrezzature culturali, museali e ricreative;
– F2 – Attrezzature di servizio alla riserva marina;
– F3 – Attrezzature di servizio alla nautica;
– F4 – Aree portuali;
– F5 – Aree militari;
– Fp1 – Parco archeologico dei Faraglioni;
– Fp2 – Parco territoriale di M. Falconiera;
– Fp3 – Parco Spalmatore;
– Si – Servizi per l’istruzione;
– Sc – Servizi d’interesse comune;
– Ss – Servizi speciali.
Sistema del verde e degli spazi pubblici
Il sistema del verde e degli spazi pubblici comprende le aree libere ai margini ed all’interno della zona urbana di cui all’art. 70 delle norme tecniche di attuazione e comprende:
– zona V1 – Verde pubblico a giardini e a parco;
– zona V2 – Spazi pubblici a verde parzialmente pavimentati;
– zona V3 – Aree attrezzate per la fruizione pubblica pedonale;
– zona V4 – Verde di arredo stradale;
– zona V5 – Verde attrezzato ed impianti sportivi scoperti;
– zona V6 – Verde privato di valore storico-paesistico.
Il piano inoltre prevede una zona a servizi ambientali che comprende un’area destinata alla gestione dei rifiuti e un’area riservata al deposito dei mezzi e dei materiali a servizio delle imprese edili.

Verifica degli standards

Come è stato più volte sottolineato nei paragrafi precedenti, una delle azioni strategiche del piano per il territorio di Ustica è la riqualificazione e la riorganizzazione del sistema dei servizi e delle attrezzature.
In particolare le previsioni del piano si prefigurano di rispondere ai seguenti obiettivi:
– dotare il territorio di Ustica di servizi e spazi pubblici qualificati in riferimento anche alle presenze turistiche;
– recuperare alla fruizione pubblica i contenitori non utilizzati, presenti nel centro storico;
– diversificare l’offerta dei servizi e delle attrezzature attraverso l’individuazione di specifiche funzioni.
Ai fini del computo degli standards, definiti ai sensi dell’art. 3 del decreto interministeriale n. 1444/68, per i servizi culturali, le aree a verde ed attrezzature sportive e i parcheggi si è tenuto conto dell’incremento della popolazione nella stagione estiva, mentre il fabbisogno dei servizi scolastici e amministrativi è stato definito in relazione alla popolazione effettivamente residente a Ustica.
Le aree a verde pubblico e ad attrezzature sportive
Il piano ha definito un articolato e funzionale sistema di aree da destinare a verde pubblico, a cui è affidato un ruolo importante per la riqualificazione degli spazi interni all’area urbana e perimetrali al centro storico, anche ai fini di migliorare la qualità dell’offerta complessiva di servizi al turismo.
Complessivamente le aree a verde pubblico computate ai fini della verifica degli standards sono 15.171 mq.
L’area destinata ad attrezzature ed impianti sportivi prevista è di 42.417 mq. ed è stata incrementata rispetto all’esistente per permettere la riorganizzazione degli spazi e prevedere la realizzazione di aree attrezzate per lo sport, distinte dal campo di baseball e softball esistente.
Le aree per parcheggi
Il piano prevede, oltre al parcheggio esistente, l’area di parcheggio, già finanziata e oggetto di progettazione di massima, situata lungo la strada esterna al centro urbano, ed un’altra area di parcheggio, di nuova previsione, a servizio degli impianti sportivi.
Complessivamente le aree destinate a parcheggio sono 9.148 mq.
I servizi e le attrezzature culturali
La destinazione ad attrezzatura culturale dei contenitori presenti nel centro storico, alcuni dei quali di proprietà pubblica, è finalizzata ad incrementare la dotazione di servizi alle attività turistico-ricettive realizzando spazi attrezzati per attività culturali, espositive, museali, visitors-centre, laboratori di educazione ambientale, ecc.
Questa scelta consente di recuperare e valorizzare i manufatti di interesse storico migliorando e incrementando la quantità e la qualità degli spazi a fruizione pubblica.
La scelta infatti di destinare i capannoni degli ex confinati ad uno spazio multifunzionale attrezzato per l’organizzazione di manifestazioni culturali, convegni, seminari deriva anche dalla necessità, più volte espressa dal settore turistico, di avere spazi adeguati per questo tipo di attività, oggi assenti e non reperibili all’interno delle strutture ricettive esistenti.
Oltre alla rifunzionalizzazione di alcuni beni storici, il piano destina ad attrezzatura socio-culturale l’ex albergo S. Bartolomeo, per il quale è in corso un procedimento volto all’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale, ai sensi della legge regionale n. 37/85.

Complessivamente le aree destinate a servizi ed attrezzature socio-culturali sono 2.981 mq.
Servizi socio-sanitari
Il nuovo poliambulatorio, già in corso di realizzazione, permetterà al comune di Ustica di dotarsi di una struttura in grado di offrire un servizio sanitario non solo alla popolazione residente ma anche ai turisti presenti nei periodi di maggiore afflusso.
La nuova struttura consentirà inoltre di riportare alla sua destinazione originaria, di servizio per l’istruzione, attualmente adibita a servizio socio-sanitario.
Servizi per l’istruzione
Le previsioni per quanto riguarda le attrezzature scolastiche confermano le destinazioni individuate dallo stralcio del piano regolatore generale approvato con decreto n. 94/90, restituendo alla sua funzione originaria l’area di pertinenza e l’edificio attualmente utilizzati rispettivamente dall’amministrazione e dal servizio sanitario, anche in considerazione del fatto che quest’ultimo deve essere trasferito nella nuova sede in corso di realizzazione.
Il piano prevede pertanto una superficie complessiva di 6.266 mq., a fronte di 4.647 mq. attualmente a disposizione per attrezzature scolastiche.

RILIEVI STATISTICI
REGIONE SICILIANA – ASSESSORATO TERRITORIO ED AMBIENTE

Dati sviluppati a cura dell’ufficio tecnico del comune di Ustica su base numerica fornita dall’Osservatorio statistico sul sistema socio-demografico ed insediativo regionale

Codice ISTAT Codice ISTAT Comune 1961 1971 1981 1991 2001
1962 1086 1150 1188 1335

EDILIZIA COMMERCIALE (legge regionale n. 28/99) D.P.R.S. 11 luglio 2000
E’ stata allegata al piano apposita dichiarazione ai sensi della legge n. 28/99, di adeguamento del piano a seguito del decreto n. 298/41.

OSSERVAZIONI ED OPPOSIZIONI

Come risulta dagli atti trasmessi dal comune, a seguito delle pubblicazioni effettuate ai sensi dell’art. 3 della legge regionale n. 71/78, sono state prodotte complessivamente n. 40 tra osservazioni e opposizioni. Il progettista ha prodotto le proprie deduzioni e visualizzazioni sulle tavole del piano regolatore generale, trasmesse al comune ed oggetto di controdeduzioni con la deliberazione consiliare n. 22 del 5 aprile 2003. Sulle osservazioni presentate questo servizio ha espresso il proprio avviso evidenziato nella tabella che si allega al presente parere per costituirne parte integrante.
Quest’ufficio, a livello generale, ha condiviso le controdeduzioni deliberate dal consiglio comunale, compatibilmente con quanto espresso nelle considerazioni e conclusioni del presente parere.

CONCLUSIONI
Alla luce di quanto sopra esposto, questo servizio ritiene che il piano regolatore generale sia meritevole di approvazione con le considerazioni e le prescrizioni che di seguito si riportano:

VINCOLI

Non tutti i vincoli ricadenti sul territorio visualizzati nella carta dei vincoli e della tutela ambientale e paesaggistica di cui alle tavv. 8 e 8.1, oltre a quelli richiamati nel presente parere, sono riportati nelle tavole 10 e 11 contenenti le previsioni di zonizzazione del piano regolatore generale. Risulta pertanto necessario che tutti i vincoli territoriali siano visualizzati nelle tavole che contengono “destinazioni urbanistiche” del piano regolatore generale.
Dovranno altresì essere riportate sugli elaborati di piano regolatore generale le aree individuate dalla Comunità europea nella Rete Natura 2000 – ITA020010 isola di Ustica, riportate nel decreto 3 aprile 2000 del Ministero dell’ambiente predisposto ai sensi della direttiva n. 92/43 C.E.E. Dai dati di questo Assessorato – carta “Servizio con base I.G.M. a scala 1:25.000”, risultano presenti nell’isola di Ustica un’area S.I.C. che coincide con la riserva marina, ed un’area Z.P.S. che si snoda lungo la fascia costiera con ampiezza variabile, ad esclusione del tratto di costa posto nel versante orientale dell’isola dove insiste il porto. L’area Z.P.S. oltre ad interessare la costa si estende nella parte interna dell’isola fino a comprendere l’ambito della R.N.O.
Per dette aree, da stralciare in questa sede, è prescritta l’assoluta inedificabilità nelle more dello studio di valutazione d’incidenza nel rispetto del D.P.R. n. 357/97 e successive modifiche ed integrazioni, e della conseguente disciplina urbanistica da effettuarsi nelle forme di legge.

GEOLOGIA

Il piano a seguito del decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000, è stato oggetto di revisione da parte dei progettisti. Sulla nuova stesura il Genio civile si è espresso favorevolmente con prescrizioni e osservazioni, che si ritengono condivisibili. Si rimanda pertanto a tal proposito alle valutazioni di codesto Comitato regionale dell’urbanistica.

ZONIZZAZIONE E NORME DI ATTUAZIONE
Si condividono le integrazioni e le modifiche alle norme tecniche di attuazione a seguito degli emendamenti del consiglio comunale ed alle prescrizioni espresse nel parere dell’ufficio del Genio civile, di cui alla relazione del progettista e allegato alle delibere di consiglio comunale di adozione.
La zona A suddivisa in A1 e A2 (artt. 45 e 46 delle norme tecniche di attuazione) si condivide.
La zona B suddivisa in B1, B2 e B3 (artt. 47, 48, 49) si condivide.
La zona C suddivisa in C1 e C2 (artt. 51, 52 e 53 con modifiche di cui atto deliberativo) si condivide.
La zona artigianale D (art. 54 delle norme tecniche di attuazione) si ritiene condivisibile.
La zona T per insediamenti turistico-ricettivi suddivisa in T1 e T2 (artt. 55, 56 e 57 delle norme tecniche di attuazione) si condivide.
Le zone E suddivise nelle sottozone rispettivamente E1, E2, E3 e E4, (artt. 58, 59 e 60), così come modificate da allegato alla delibera di consiglio comunale di adozione n. 4 del 6 febbraio 2003, art. 61, così come modificato e allegato alla delibera di consiglio comunale di adozione n. 4 del 6 febbraio 2003, art. 62, norme tecniche di attuazione, si condividono.
Le zone F sistema delle attrezzature e/o di uso pubblico (artt. 63, 64, 65, 66, 67, 68 e 69, norme tecniche di attuazione), si condividono.
Sistema della mobilità. Il sistema della mobilità comprende tutte le aree destinate al movimento ed alla sosta dei veicoli e dei pedoni: si condivide.

PROPOSTA DI PARERE
Tutto quanto sopra premesso e considerato, questo servizio III del D.R.U. è del parere che il piano regolatore con annesso regolamento edilizio, adottato con delibera consiliare n. 4 del 6 febbraio 2003, sia condivisibile, fatte salve le considerazioni che saranno espresse dal Consiglio regionale dell’urbanistica.

Visto il parere del Consiglio regionale dell’urbanistica reso con il voto n. 431 del 13 aprile 2005, che di seguito si trascrive:
Il Consiglio
Vista la nota prot. n. 59/S3° del 16 febbraio 2005, con la quale il servizio 3° del D.R.U. ha trasmesso il parere n. 98 del 30 dicembre 2004, reso ai sensi dell’art. 68 u.c. della legge regionale n. 10/99, sul piano regolatore generale segnato in oggetto;
Visti gli atti ed elaborati del piano in oggetto, allegati al suddetto parere;
Sentiti i relatori che hanno illustrato la proposta n. 98/2004, con la quale l’ufficio ha condiviso integralmente il piano regolatore generale così come trasmesso dal comune di Ustica, ai sensi dell’art. 3 della legge regionale n. 71/78, fatte salve le prescrizioni sul regime vincolistico formulate per assicurare l’osservanza alla normativa vigente in materia;
Valutata l’impostazione complessiva del piano regolatore generale in esame avente carattere prevalentemente conservativo in coerenza con il vigente piano territoriale paesistico dell’isola di Ustica, il Consiglio ritiene di condividere il parere dell’ufficio, che è parte integrante del presente voto;
Per quanto sopra il Consiglio esprime parere favorevole all’approvazione del piano regolatore generale del comune di Ustica con annessi regolamento edilizio e prescrizioni esecutive, adottati con la deliberazione consiliare n. 4 del 6 febbraio 2003, in conformità al parere dell’ufficio n. 98 del 30 dicembre 2004.”;
Ritenuto di poter condividere il piano regolatore generale con annessi le prescrizioni esecutive ed il regolamento edilizio così come adottato con delibera del consiglio comunale n. 4 del 6 febbraio 2003;
Ritenuto di poter condividere il superiore parere del Consiglio regionale dell’urbanistica reso con il voto n. 431 del 13 aprile 2005;
Decreta:

Art. 1

Ai sensi e per gli effetti dell’art. 4 della legge regionale n. 71 del 27 dicembre 1978, in conformità al parere reso dal Consiglio regionale dell’urbanistica con il voto n. 431 del 13 aprile 2005, è approvato il piano regolatore generale con annessi prescrizioni esecutive e regolamento edilizio del comune di Ustica, adottato con delibera del consiglio comunale n. 4 del 6 febbraio 2003.
Art. 2

Le osservazioni e/o opposizioni presentate avverso allo strumento urbanistico in argomento sono decise in conformità e con le stesse motivazioni contenute nel parere reso dal Consiglio regionale dell’urbanistica con il voto n. 431 del 13 aprile 2005.
Art. 3

Fanno parte integrante del presente decreto e ne costituiscono allegati i seguenti atti ed elaborati che vengono vistati e timbrati da questo Assessorato:
1) proposta di parere n. 98 del 30 dicembre 2004, resa dal servizio III/D.R.U.;
2) parere del Consiglio regionale dell’urbanistica reso con il voto n. 431 del 13 aprile 2005;
3) delibera del consiglio comunale n. 4 del 13 aprile 2005;
4) delibera del consiglio comunale n. 22 del 5 aprile 2003.
Elaborati di piano – piano regolatore generale e prescrizioni esecutive
5) relazione generale;
6) relazione agli emendamenti di cui alle deliberazioni del consiglio comunale n. 30 del 29 settembre 2001 e n. 46 del 29 novembre 2001;
7) norme tecniche di attuazione (emendate dalle deliberazioni del consiglio comunale n. 30 del 29 settembre 2001 e n. 46 del 29 novembre 2001);
8) regolamento edilizio.
9) Tavole:
10) analisi dello stato di fatto;
11) inquadramento territoriale;
12) rilievo aerofotogrammetrico del territorio comunale;
13) patrimonio storico-architettonico ed archeologico – territorio comunale;
14) patrimonio storico-architettonico ed archeologico – centro abitato;
15) patrimonio ambientale e naturalistico;
16) servizi ed attrezzature – territorio comunale;
17) demanio – territorio comunale (base catastale);
18) servizi ed attrezzature/demanio – centro abitato;
19) regime vincolistico – territorio comunale;
20) regime vincolistico – centro abitato;
21) sintesi degli strumenti normativi di tutela del territorio;
22) destinazioni urbanistiche – territorio comunale, scala 1:5.000;
23) destinazioni urbanistiche in scala 1:2.000 – legenda;
24) destinazioni urbanistiche – tavola 1, scala 1:2.000;
25) destinazioni urbanistiche – tavola 2, scala 1:2.000;
26) destinazioni urbanistiche – tavola 2b, scala 1:2.000;
27) destinazioni urbanistiche – tavola 3 centro a scala 1:2.000;
28) destinazioni urbanistiche – tavola 4, scala 1:2.000;
29) destinazioni urbanistiche – tavola Sa, scala 1:2.000;
30) destinazioni urbanistiche – tavola Sb, scala 1:2.000;
31) destinazioni urbanistiche – tavola 6a, scala 1:2.000;
32) destinazioni urbanistiche – tavola 6b, scala 1:2.000;
33) destinazioni urbanistiche – tavola 7, scala 1:2.000.
Studio geologico tecnico
34) relazione geologica/nota integrativa;
35) carta geologica, territorio comunale;
36) carta geomorfologia, territorio comunale;
37) carta idrogeologica, territorio comunale;
38) carta della pericolosità geologica, territorio comunale;
39) carta geologica, geomorfologia e litotecnica, centro abitato;
40) carta geologica, geomorfologia e litotecnica, contrade Oliastrello-S. Paolo;
41) carta geologica, geomorfologia e litotecnica, contrada Tramontana;
42) carta geologica, geomorfologia e litotecnica, contrada Spalmatore;
43) carta della pericolosità geologica e sismica del centro abitato;
44) carta della pericolosità geologica e sismica, contrade Oliastrello-S. Paolo;
45) carta della pericolosità geologica e sismica, contrada Tramontana;
46) carta della pericolosità geologica e sismica, contrada Spalmatore.

Studio agricolo forestale
Elaborati:
47) all. 1 – relazione sull’analisi del paesaggio agrario finalizzata alla pianificazione urbanistica – elaborati cartografici in scala 1:5.000;
48) all. 1.1 – carta altimetrica;
49) all. 1.2 – carta clivometrica;
50) all. 1.3 – carta dell’uso agricolo del suolo;
51) all. 1.4 – carta della vegetazione;
52) all. 1.5 – carta del modello urbanistico-insediativo in verde agricolo;
53) all. 1.6 – carta dei vincoli;
54) all. 1.7 – carta delle unità di paesaggio;
55) all. 2 – relazione sui vincoli urbanistici agro-forestali;
56) all. 2.1 – carta dei vincoli agro-forestali.
Art. 4

Il comune di Ustica dovrà provvedere agli adempimenti di legge conseguenti all’approvazione dello strumento urbanistico in argomento e curerà che in breve tempo vengano apportate dal progettista le modifiche e le correzioni agli elaborati di piano che discendono dal presente decreto, affinché per gli uffici e per l’utenza risulti un testo definitivo e completo.
Art. 5

Ai sensi dell’art. 13, comma III, del D.P.R. n. 327/2001 e successive modifiche, i decreti di espropriazione, relativi alle aree destinate dalle prescrizioni esecutive all’espropriazione per pubblica utilità, possono essere emanati entro il termine di cinque anni dalla data di efficacia dello strumento urbanistico approvato con il presente decreto, fatta salva la proroga fino a due anni che potrà essere disposta ai sensi del comma V del citato art. 13.
Art. 6

Lo strumento urbanistico approvato dovrà essere depositato, unitamente ai relativi allegati, a libera visione del pubblico presso l’ufficio comunale competente e del deposito dovrà essere data conoscenza mediante avviso affisso all’albo pretorio ed in altri luoghi pubblici.
Art. 7

Ai sensi dell’art. 10 della legge n. 1150/42, il presente decreto, con esclusione degli atti ed elaborati, sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.

Palermo, 12 settembre 2005.
LIBASSI

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Ustica:l’albergo San Bartolomeo “non s’ha da fare”ultima modifica: 2008-07-19T18:04:00+02:00da aldo251246
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