Legambiente: la criminalità non conosce crisi

 

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Il redditizio business del traffico dei rifiuti, realizzato con la collaborazione di insospettabili “colletti bianchi”: imprenditori, faccendieri e dipendenti pubblici corrotti

Ecomafie

Tratto da  http://www.rassegna.it

di Carlo Ruggiero

05/05/2009

Presentato il rapporto: l’Ecomafia ha fatturato 20,5 miliardi di euro nel solo 2008. Gli ecoreati sono stati 25.776, quasi 71 al giorno, 3 ogni ora. Cresce l’abusivismo edilizio e continua il traffico illegale dei rifiuti. Più efficace la repressione

C’è un’azienda in Italia che non conosce crisi ed è riuscita ad accumulare un fatturato record proprio nell’anno più nero per l’economia mondiale: ben 20,5 miliardi di euro nel solo 2008. E’ l’Ecomafia, così come viene ritratta dal dossier 2009 di Legambiente sulla criminalità ambientale.

 

Quella che viene fuori dal rapporto è infatti un’impresa più che florida, che guadagna ai danni di un’Italia sempre più sfregiata dal malaffare. Sono 25.776 gli ecoreati accertati nello scorso anno, ben 28mila le nuove case abusive e 258 i clan censiti. Mentre, nonostante la tanto sbandierata soluzione dell’emergenza monnezza, la criminalità organizzata continua ad arricchirsi grazie alla spazzatura. Nel 2008 è riuscita a far scomparire ben 31 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, come se una montagna alta 3.100 metri fosse svanita nel nulla. 

Il rapporto Ecomafia è stato presentato oggi a Roma, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Sebastiano Venneri, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità Legambiente, il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso, il vicepresidente della commissione Antimafia Fabio Granata, il presidente della commissione sul Ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella, il responsabile Ambiente del Pd Ermete Realacci, Enrico Fontana del direttivo Legambiente, il presidente del Copasir Francesco Rutelli e Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente.

Secondo l’associazione ambientalista, dunque, nello scorso anno i reati a danno dell’ambiente in Italia sono cresciuti vertiginosamente: sono quasi 71 al giorno, 3 ogni ora. Circa la metà (più del 48%) si è consumato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia). Il resto, invece, si è democraticamente esteso su tutto il territorio nazionale. Il 2008, tra l’altro, è stato l’anno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti pericolosi, ben 25, con un fatturato che supera i 7 miliardi di euro. Tutti soldi sporchi accumulati avvelenando l’ambiente e i cittadini. Come già accennato, poi, la montagna di scorie industriali gestite illegalmente dalla “Rifiuti Spa” ha raggiunto in un solo anno non è mai stata così alta.

Le novità maggiori, però, riguardano l’edilizia. Dopo anni di costante flessione, nel corso del 2008 l’abusivismo sembra infatti aver rialzato la testa con 28mila nuove unità (dati Cresme), grazie anche alle aspettative nei confronti del governo e alla percezione di un atteggiamento più possibilista nei confronti di ‘chi fa’. Come al solito regione principe dell’abusivismo edilizio è la Campania che ormai non risparmia neppure le località di pregio, a cominciare dalle costiere (amalfitana e cilentana) e dall’area dei templi di Paestum. Come a Ischia, l’isola leader della cementificazione selvaggia, dove gli abusivi hanno incontrato un alleato d’eccezione nel vescovo che ha lanciato un appello alla procura perché si eviti “il legalismo esasperato”, sospendendo gli abbattimenti “in attesa del Piano Casa del governo”.

Ci sono, poi, nuovi fronti aperti, come quello delle zoomafie o quello dell’Archeomafia. Le attività legate agli animali fatturano oltre tre miliardi di euro, diminuiscono i combattimenti tra cani, mentre restano stabili le corse clandestine di cavalli e aumenta il business dei cuccioli venduti in clandestinità, per un mercato dei cani di razza del valore di 300 milioni di euro all’anno. Per quanto riguarda l’Archeomafia, sono 1.031 i furti accertati con un lieve calo del 5% rispetto al 2007 quando furono 1.085. In testa il Lazio, seguito da Lombardia, Toscana, Piemonte e Campania. Sono aumentati invece i furti nei musei (21 a fronte dei 13 nel 2007), parzialmente compensati da un +55% di tesori di archeologia recuperati. 

In positivo emerge solamente la maggiore efficacia degli interventi repressivi da parte delle Forze dell’ordine. Aumentano gli arresti, passati dai 195 del 2007 ai 221 del 2008 (+13,3%) e i sequestri: dai 9.074 del 2007 ai 9.676 dello scorso anno (+6,6%), mentre diminuiscono il numero di reati ambientali (dai 30.124 del 2007 ai 25.766 del 2008), a causa soprattutto della tendenza da parte delle Forze dell’ordine a concentrare le attività investigative sui reati di maggiore gravità, tali da determinare provvedimenti e interventi repressivi più severi, come l’arresto e il sequestro appunto.

“La criminalità organizzata ha esteso i propri tentacoli in tutto il paese e ha avviato redditizie attività in molte aree del Nord Italia – ha dichiarato alla presentazione del dossier il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza -. Lo ha reso evidente un arresto che ha fatto scalpore, quello di Mario Chiesa, già protagonista di Tangentopoli, ora impegnato nel redditizio business del traffico dei rifiuti, realizzato con la collaborazione di insospettabili “colletti bianchi”: imprenditori, faccendieri e dipendenti pubblici corrotti. Le mafie si infiltrano quindi in tutti i settori economicamente vantaggiosi ed è per questo che abbiamo voluto istituire l’Osservatorio Ambiente e legalità in Abruzzo, per vigilare affinché la ricostruzione post terremoto non diventi l’ennesima occasione per fare vantaggiosi affari sporchi e pericolosi ai danni dei cittadini e dell’ambiente”.

Legambiente: la criminalità non conosce crisiultima modifica: 2009-05-06T09:01:30+02:00da aldo251246
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