A chiedere la sospensione e ad avviare l’azione disciplinare Per Schettini era stato il 5 novembre scorso il Pg della Cassazione Vitaliano Esposito, con un pesantissimo atto di accusa: il giudice romano – si legge- non solo ha “falsificato” la tessera in questione; ma con una “condotta preordinata e organizzata” e rientrante in un “medesimo disegno criminoso”, ha usato “in atti pubblici soggetti e registrazione o a trascrizione e a iscrizione, false generalità e un falso numero di codice fiscale” (tra l’altro in occasione di un contratto di mutuo di 800mila euro per l’acquisto di un appartamento); tutto questo per “costruirsi una sorta di doppia identità e sottrarsi in questo modo , almeno potenzialmente , alle proprie obbligazioni e ai controlli di legge”.
Sì, perchè come scrive il Csm, il magistrato era “al centro di cospicue contrattazioni”; una “congerie di attività commerciali” , anche “intrecciate a quelle della madre”, “quotista di riferimento”, come lei, di una “società di capitali operante nel settore immobiliare”. E l’uso della falsa identità non solo le permetteva di “apparire titolare di patrimonio incapiente a fronte di possibili richieste o esecuzioni”, cioè in sostanza nullatenente, ma “nell’immediato rendeva oggettivamente difficili ordinarie operazioni di notifica”.
Proprio la circostanza nota che si trattava di un giudice, consentiva a Schettini di adoperare il documento “senza che venissero attivati ulteriori controlli”, nota il Csm, che alla luce di tutto questo ha ritenuto vi fosse un’ “assoluta incompatibilità ” tra la permanenza del magistrato in servizio “e il decoro della funzione giudiziaria a lei affidata”. La diretta interessata non ci sta: e ha già chiesto la revisione del provvedimento, in considerazione del suo stato interessante e in nome della tutela che spetta alle lavoratrici madri. http://roma.repubblica.it/dettaglio/usava-falsa-identita-sospeso-magistrato/1800416
(09 dicembre 2009)
Una risposta a Csm, giudice fuori ruolo per “falsa identità”