Baldassare Bonura denuncia i giudici della Cassazione

1664927541.2.jpg

Ustica, l’interfaccia dell’Italia corrotta

A conferma di quanto comunicato nelle nuove denunce contro le vergognose archiviazioni apposte sul caso “Hotel San Bartolomeo-Ustica”, pubblichiamo le ultimissime di cronaca giudiziaria che confermano che, sull’albergo rubato ai Bonura quali legittimi proprietari, si muove un coacervo di interessi politici, mafiosi e massonici. Attraverso la vicenda dell’hotel di Ustica appare chiaro che, grazie alle coperture giudiziarie, la corruzione ormai dilaga in tutte le pubbliche istituzioni dello Stato italiano.

Anche contro l’ultima archiviazione della Cassazione, a cui è stata indirizzata la comunicazione che qui rendiamo pubblica, è stata sporta ulteriore denuncia contro i magistrati estensori e responsabili della scandalosa sentenza, cui è stata allegata una inoppugnabile documentazione cartacea.

Se alcuni esponenti della magistratura parlano di delegittimazione, questa invece è causata da certi magistrati autori di archiviazioni e di sentenze che poi vengono clamorosamente smentite dalle indagini, dai sequestri e dalla cronaca giudiziaria.

Buona Lettura

Suprema Corte di Cassazione

VII Sezione

All’att.ne del dott. Gramendola

Presso la Corte di Cassazione

Piazza Cavour

00193 ROMA 

Al Procuratore Generale

Presso la Suprema Corte di Cassazione

Corte di Cassazione

P.zza Cavour,

00193 ROMA

proc. 1097/2011

num. Prot. 1068/2011

Autorità di merito 9955/06

Oggetto: Comunicazione urgente alla VII Sezione della Suprema Corte di Cassazione.

Con la presente il sottoscritto informa il Supremo Organo giudiziario in oggetto, come da memorie depositate dallo stesso in merito al procedimento penale numero 10982/2006 gravato da  ordinanza di archiviazione del Gip del Tribunale di Palermo dott. Piergiorgio Morosini, che ogni eventuale ulteriore decisione  di Codesta spett.le Corte Suprema che dovesse mettere a rischio l’incolumità del sottoscritto e dei propri familiari e che altresì dovesse restituire alla criminalità organizzata l’immobile sito in Ustica denominato “Hotel San Bartolomeo”, quattro stelle, oggetto delle indagini del suddetto procedimento sarà gravemente perseguita per la palese manipolazione del fascicolo relativo al suddetto procedimento che sino a quando era depositato presso gli uffici del Gip del Tribunale di Palermo, cui il sottoscritto aveva avuto accesso, constava del totale di numero 3 faldoni e che, invece, oggi consta di un solo volume, come rilevato da accesso del sottoscritto allo stesso fascicolo, alla presenza del terzo testimone …omissis  presso la segreteria della Suprema Corte di Cassazione in data 31.01.2011, ove risultava per giunta ipotecato da un parere preventivo espresso su un fascicolo monco, il che nega che possa essere stata espletata una lettura degli atti nella loro contestualità e innegabile attualità.

Primariamente doveroso è comunicare che i PM  e quindi il suddetto Gip Morosini non potevano essere sereni e terzi nell’esprimere le proprie deduzioni in merito al procedimento visto che gli stessi uffici investigativi della Procura della Repubblica di Palermo erano stati  denunciati dal sottoscritto nella persona del responsabile dell’Ufficio della Procura di Palermo nonché dei PM Ennio Petrigni e Alessandro Picchi sia al Consiglio Superiore della Magistratura che ad altre Procure competenti presso cui sono pendenti indagini; dunque lo stesso Gip con buona probabilità  non ha valutato la validità delle prove contenute nei documenti attestanti notizie di reato attuali e non invece risalenti ad un indefinito tempo “passato”; di tutta evidenza è poi l’abnormità di quanto sostenuto e affermato dal Gip Morosini nella richiesta di archiviazione scritta in modo tutt’altro che imparziale verso le parti indagate, eccedendo in abundantia nella produzione degli elementi a favore della parte indagata ai limiti del paradosso e del ridicolo, producendo pubblica documentazione falsa, violando pure il diritto ex art. 408 c.p.p., omettendo intenzionalmente  buona parte delle prove addotte e destinando infine le indagini al limbo dell’opinabilità e del mero parere soggettivo. 

Tutto ciò concorre a celare, se non ad occultare, le prove di un reato associativo compiuto da imprenditori, professionisti, soggetti mafiosi  e pubblici funzionari legati a settori istituzionali volti, tutti insieme operosamente, a derubare i legittimi proprietari di un bene immobile la cui assegnazione sigla un pactum sceleris, in virtù di uno scambio di protezioni, proprio di un’organizzazione molto vicina, se non addirittura omogenea ad un’organizzazione massonica e mafiosa.

Fatto noto è che 500 mafiosi del calibro dei Gambino, dei Masseria, dei Bonomo, dei Maggaddino, dei Profaci e dei Coppola, siano passati dal domicilio coatto dell’isola di Ustica a quello americano di New York, Canada e New Orleans, dove la Fbi di recente ha emesso centinaia di ordini di cattura contro i loro eredi affini e neo capimafia, così come poco meno di vent’anni fa sugli stessi capimafia indagava il giudice Giovanni Falcone individuando la commistione di interessi trasversali e tutti connessi alla maffia: in tutto ciò è la prova evidente che le indagini sono vive e conducenti, non già per le deduzioni di pm e gip limitati all’elencazione di carpette e mancati presupposti oggettivi…., ma grazie alla capacità ed alla volontà investigativa volta all’individuazione dei reati e sottesa da onestà e irreprensibilità; il tutto a dispetto dello scorrere di un tempo storico che solo se letto nella sua completezza di atti antecedenti e fatti conseguenti, non cristallizzati come monadi a se stanti,  lascia emergere  chiaramente, per logica, le risultanze di atti e comportamenti volti infine all’illecito arricchimento a discapito dei diritti civili condivisi.

Anche qui in questo procedimento il punto di partenza è Ustica, anche qui sono stati indicati soggetti mafiosi, anche qui sono state addotte prove indiscutibili , a dispetto di quanto affermato da gip e pm e procura generale; le suddette prove inconfutabili attestano una organizzazione delinquenziale viva e tutelata che rimane lontana da indagini e da arresti.

Si precisa inoltre che il Procuratore Capo di Palermo dott. Francesco Messineo unitamente al dott. Ennio Petrigni sono testimoni citati dal sottoscritto (parte attrice) nell’ambito del procedimento civile n. 8600/2009 pendente alla I Sez. del Tribunale di Palermo per querela di falso avverso gli atti falsi che hanno consentito al Comune di Ustica di acquisire illegittimamente il possesso dell’immobile sopra citato.

Alla luce di quanto sin qui comunicatoVi il sottoscritto ad libitum procederà a perseguire in tutte le sedi competenti i responsabili di reiterate archiviazioni non suffragate dagli atti documentali attestanti le ipotesi dei reati denunciati e sino ad oggi privi di idonei riscontri investigativi.

Palermo 7.VI.2011

                                                                            Baldassare Bonura

RASSEGNA STAMPA

COSA NOSTRA

Maxisequestro all’ex patron dei supermercati «Sisa»: era un mafioso

Confiscati beni per 200 milioni. L’imprenditore Sgroi, vicino al clan «Lo Piccolo», era deceduto a ottobre

PALERMO – La Guardia di Finanza di Palermo, su disposizione del Tribunale, ha confiscato beni per 200 milioni di euro all’imprenditore mafioso Paolo Sgroi, ex patron della nota catena di supermercati «Sisa»; l’uomo, che era morto il 5 ottobre scorso a 62 anni, era molto vicino al clan «Lo Piccolo».

Dalle indagini è emerso che Sgroi era completamente affiliato al clan malavitoso: un «pizzino» firmato dall’imprenditore venne trovato nel covo del capomafia Bernardo Provenzano. AltrI foglietti, sequestrati dopo l’arresto dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, hanno confermato il rapporti del patron con la mafia.La confisca è stata disposta dalla sezione misure di prevenzione del tribunale. Sono stati sequestrati supermercati, quote di partecipazione di società di capitali, 25 immobili, un’ imbarcazione, contanti e 26 posizioni bancarie. Il provvedimento è stato eseguito nonostante il decesso di Sgroi perchè le norme introdotte dal pacchetto di sicurezza consentono l’applicazione delle misure di prevenzione agli eredi. Era già accaduto al capomafia Tano Badalamenti e all’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. 26 luglio 2011 Cristina Autore LEGGI TUTTO

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/26-luglio-2011/maxisequestro-ex-patron–supermercati-sisa-era-mafioso-1901174034618.shtml

Baldassare Bonura: le denunce sporte dal 2004 contro gli Sgroi di Carini oggi sono suffragate da un neo collaboratore di giustizia

20/02/2009

Pubblichiamo di seguito l’articolo di Riccardo Arena, tratto dal “Giornale di Sicilia” del 20 febbraio 2009, che riporta le rivelazioni depositate ai pm della Dda Francesco Del Bene e Gaetano Paci dall’ “uomo del pizzo” Francesco Briguglio, da un mese neo collaboratore.

Briguglio, scrive Riccardo Arena, “alter ego di Gaspare Di Maggio (…), parla anche di un imprenditore scomparso di recente, Paolo Sgroi, titolare dei supermercati Sisa: lui era suo dipendente e conferma lo stretto legame che Sgroi, dal punto di vista imprenditoriale, avrebbe avuto con Salvatore Lo Piccolo”. Briguglio, secondo il “Giornale di Sicilia”, in merito ai rapporti tra lo Sgroi e il capomafia di Carini Salvatore Lo Piccolo “è il primo che ne parla”.

Qui su questo blog, nato per rendere pubblica una vicenda giudiziaria lunga quasi venticinque anni, è doveroso ricordare e puntualizzare che Baldassare Bonura, imprenditore palermitano costretto a fallire per volontà di una lobby mafioso-imprenditoriale fortemente legata agli interessi economici del settore turistico dell’isola di Ustica, ha sporto numerose e successive denunce ben prima che la stampa rendesse noti i legami del gruppo Sisa con i clan locali.

LEGGI TUTTO

http://latuavocelibera.myblog.it/archive/2009/02/20/baldassare-bonura-le-denunce-sporte-dal-2004-contro-gli-sgro.html

Baldassare Bonura, atto intimidatorio contro la sua utilitaria

7 maggio 2007

L’utilitaria di Bonura rubata e rinvenuta dalla Polizia distrutta a sprangate

C’era da aspettarselo, o ti distruggono i locali delle cooperative pulite innestate sui terreni depurati dal malaffare, o, quando non possono bruciarla, ti fanno rubare la macchina…per fartela trovare danneggiata come vile avvertimento:  guarda le foto del modo in cui è stata ridotta l’utilitaria di Bonura dopo le denunce sporte alle procure di Palermo, Catania e Caltanissetta. Però per la Prefettura di Palermo, contestualmente informata nella persona del  Prefetto dott. Giosuè Marinonon sussistono motivi” a danno dell’incolumità di Bonura. Guardate le foto e giudicate.

La documentazione è stata sottoposta alle autorità inquirenti per gli accertamenti di merito.

LEGGI TUTTO

http://picasaweb.google.com/valeriapster/FotoMacchina#

7 maggio 2007

Baldassare Bonura denuncia i giudici della Cassazioneultima modifica: 2011-08-06T19:35:00+02:00da aldo251246
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in articoli,giustizia, comunicati, GIUSTIZIA, POLITICA, riceviamo e pubblichiamo, STORIE VERE e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Baldassare Bonura denuncia i giudici della Cassazione

I commenti sono chiusi.